venerdì, 29 Marzo, 2024
Società

La salute come fondamentale diritto dell’individuo 

È la nostra Carta costituzionale che protegge la salute di ciascuno di noi. Lo afferma espressamente nell’art. 32 che così recita: ”La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”

La salute è, in effetti, il bene più prezioso del cittadino come singolo e come facente parte della collettività.

È l’unico diritto che la Costituzione qualifica come fondamentale ed è riconducibile alla categoria dei diritti inviolabili dell’uomo sanciti nel precedente articolo 2, sia come singolo  sia nelle formazioni sociali.

Non a caso per il “diritto alla salute” sono previsti interventi diretti dello Stato sia alla prevenzione delle malattie e degli infortuni di ogni tipo e sia alle relative cure, attraverso l’assistenza sanitaria, resa obbligatoria con la Legge nazionale n. 833 del 1978.

È opportuno evidenziare che la tutela della salute, come  dispone  l’articolo 117 della Costituzione, al terzo comma, è materia di legislazione concorrente tra Stato e Regioni.

Le problematiche ed i conflitti sorti  sono ben noti a tutti in occasione della recente pandemia da coronavirus per l’applicazione delle restrizioni di circolazione delle persone  e delle cautele disposte dal Governo nazionale, quali il distanziamento, il divieto di assembramento ed, in particolare, l’uso delle mascherine.

In sostanza lo Stato centrale ha dovuto produrre una serie di interventi normativi e di provvedimenti amministrativi per garantire il singolo e la collettività da un contagio epidemico di portata mondiale che, comunque, ha provocato migliaia di decessi in Italia, tra gli adulti e, sopratutto, nelle fasce di persone con condizioni di salute compromesse o gravemente danneggiate da altri fattori conseguenti a pregressi modelli di vita, quali lavori altamente usuranti, lavori in ambienti non salubri, ovvero inquinati, nonché per il consumo, involontario, di prodotti alimentari non genuini o non confezionati e conservati a norma di legge.

È, comunque, impegno costante dello Stato, attraverso  tutti gli organi amministrativi centrali, periferici e di polizia, garantire la costante tutela della salute del cittadino e della collettività, con la vigilanza e campionatura sistematica delle falde acquifere potabili, dei prodotti alimentari, di quelli di  uso domestico  e dei luoghi di lavoro.

Si potrebbe affermare che il complesso apparato statale funge da vigile sentinella a tutela della nostra salute, perché un caposaldo costituzionale, come detto sopra, impone al legislatore di attuare, nelle scelte politiche, i principi fondamentali che esso esprime.

Non mancano, però, casi e situazioni che evidenziano vere e proprie inosservanze di tale principio cardine, specie in questo momento storico in cui la protezione della salute occupa il primo posto in tutte le agende istituzionali ed assorbe le migliori energie fisiche,  mentali ed economiche.

Il legislatore, per ataviche tradizioni, in barba ai principi costituzionali richiamati ed ai riferimenti della Corte Costituzionale, fa vendere  prodotti dichiaratamente nocivi alla salute, mentre ne avrebbe il dovere di impedire.

Trattasi dei prodotti da fumo, che fa gestire in regime di monopolio.

La relativa assuefazione da nicotina è ben nota da tempo e sono note anche le conseguenze sulla salute dei fumatori e di quelli che sono costretti al fumo passivo.

Attualmente, dopo alcune sentenze a sfavore delle varie industrie manifatturiere, è stato imposto l’obbligo di scrivere sulle confezioni di sigarette i danni e gli effetti che il fumo produce sulla persona.

Vi si leggono scritte del seguente tenore: 

“il fumo causa il cancro alla bocca e alla gola”, ”il fumo causa ictus e disabilità“, “il fumo riduce la fertilità“, “il fumo ostruisce le tue arterie”, “il fumo può uccidere il bimbo nel grembo materno”, “il fumo causa il 90% dei casi di cancro ai polmoni”, “il fumo danneggia i tuoi polmoni”, “il fumo aumenta il rischio di impotenza”, “il fumo aumenta il rischio di cecità”, “il tuo fumo può nuocere ai tuoi figli alla tua famiglia e ai tuoi amici”, tutte le scritte accompagnate dal   “numero verde 800554088 per smettere di fumare”.

In questo momento la tutela della salute costituisce “ il pomo della discordia “ di tutte le forze politiche sui tempi, modi e strumenti da porre in essere e, contestualmente, si dispone di tutte le forze in campo per far osservare le norme precettive, con onerose sanzioni ai trasgressori  per  involontari assembramenti, o per una semplice dimenticanza dell’uso della  mascherina.

La vita umana non ha prezzo e va tutelata con tutti gli strumenti idonei. La prevenzione è fondamentale. Le persone più a rischio sono quelle di età adulta, come già si è verificato e fra loro quelle che hanno una salute compromessa o cagionevole. Sembra che il fumo, come si rileva dalle scritte sulle confezioni dei tabacchi in vendita presso le  rivendite di monopolio, lo sia con ogni certezza.

Quali le precauzioni  in merito da parte del nostro attento e vigile  legislatore, per il bilanciamento  con altri interessi considerato che tra i valori in campo rileva sempre il diritto alla salute, costituzionalmente garantito?

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