giovedì, 28 Marzo, 2024
Economia

Bar e ristoranti, effetto domino sulla spesa alimentare. L’intera filiera del Made in Italy è ora a rischio

Il conto alla rovescia per il 18 maggio, data di riapertura di bar e ristoranti è iniziato. Tra incertezze e fughe in avanti, si assiste al tonfo dei consumi e degli introiti, cifre che sono già una brutta notizia.

In controtendenza rispetto ai mesi precedenti, infatti, crolla per la prima volta nel 2020 anche la produzione alimentare con una perdita di oltre 1,5 miliardi a marzo per la chiusura di bar, ristoranti pizzerie, gelaterie e agriturismi. E’ quanto sostiene la Coldiretti in riferimento ai dati Istat sulla produzione alimentare che segna una riduzione del 6,5% a marzo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

“In questo contesto è particolarmente rilevante l’annuncio del Governo e delle regioni sulla possibile riapertura delle strutture di ristorazione per far ripartire una importante fetta dell’economia nazionale.

Il lungo periodo di chiusura”, sottolinea la Coldiretti che mette in guardia dagli effetti collaterali della crisi, “sta pesando su molte imprese dell’agroalimentare Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco e sui quali gravano anche le difficoltà all’esportazione con molti Paesi stranieri che hanno adottato le stesse misure di blocco alla ristorazione”.

La chiusura ha portato danni di rilievo in tutti i settori, dalla produzione si consumi. “La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell’emergenza Coronavirus”, ricorda la Coldiretti, “era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani”. Cifre passate e sono già un bilancio economico negativo da ammortizzare, ma di quelle che bisognerà ancora stilare le previsioni sono ancora più negative.

Le riaperture prevedono costi aggiuntivi, per personale, santificazioni e nuovi adempimenti, poi ci sarà il dimezzamento dei clienti per rispettare le distanze. Così prende sempre più piede l’ipotesi di una stagione economica da incubo e molte imprese sono già sull’orlo della chiusura.

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