sabato, 27 Aprile, 2024
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Società

L’Isis rivendica anche con un video. Ma il Cremlino non gli crede

Usa e Uk attaccano Mosca che tira in ballo l’Ucraina

L’Isis continua a sfornare prove per autoaccusarsi della strage nella sala concerti Crocus City di Mosca dove sono state assassinate 137 persone e 180 ferite. Prima con le confessioni dei quattro terroristi fermati dalle autorità russe, poi con una foto postata sui sociali, ieri con un video dove si vedono gli uomini armati che sparano a bruciapelo su persone inermi e tagliano la gola a una persona già a terra. Ieri è stata la giornata di lutto nazionale in Russia e tutte le ambasciate dei paesi dell’Unione europea e degli Stati Uniti a Mosca hanno esposto le bandiere a mezz’asta. In Russia i cartelloni elettronici mostravano l’immagine di un’unica candela accesa e la parola “Skorbim” che vuol dire “piangiamo”. Le polemiche sono accese: la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova si è detta “scettica” per la fretta con la quale gli Stati Uniti vogliono scagionare l’Ucraina dall’aver preso parte all’attentato. L’ambasciata russa a Washington ha negato di aver avuto informazioni sull’attentato dagli Stati Uniti. mentre la Gran Bretagna ha accusato Putin di creare “una cortina di fumo di propaganda.” Intanto anche a San Pietroburgo c’è stata paura in un centro commerciale, il London Mall, che è stato evacuato dopo che un uomo ha telefonato alla Polizia dichiarando di aver messo una bomba in un negozio. E in Armenia tre uomini armati hanno fatto irruzione in una stazione di polizia nel distretto amministrativo di Nor-Nork, a Erevan, ma due sono morti mentre lanciavano granate e il terzo e stato neutralizzato dalle forze speciali intervenute.

Zakharova: gli Usa risolvano l’assassinio di Kennedy

I russi non credono all’Isis e insistono nell’accusare anche l’Ucraina, ma non lo stanno facendo in modo formale. Il Presidente Putin nel suo intervento in diretta tv, ha detto: “era stata creata una finestra per far fuggire i terroristi da lì (Ucraina)”. Secondo un “esperto militare”, riferisce Ria Novosti, “il reclutamento degli assassini per l’attacco terroristico è avvenuto attraverso l’ambasciata dell’Ucraina in Tagikistan.” La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, si dice scettica e provoca gli americani: “vorrei che avessero risolto l’assassinio del loro Presidente Kennedy così rapidamente”, ha scritto su Telegram. “Ma no, per più di 60 anni non sono stati in grado di scoprire chi l’ha ucciso. O forse era anche l’Isis?”. “Fino a quando l’inchiesta sull’attentato al comune di Crocus non sarà completata, qualsiasi frase di Washington che scagioni Kiev dovrebbe essere considerata una prova”. Le ha risposto la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Adrienne Watson, secondo cui l’Ucrainanon ha nulla a che fare con l’attentato. Anche il ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt ha accusato Mosca di stare creando una “cortina fumogena di propaganda”per intensificare le operazioni in Ucraina. “Abbiamo pochissima fiducia in ciò che dice il governo russo”, ha scandito.

Lotta al terrorismo

Tra i terroristi fermati, almeno due avevano un passaporto tagiko e oggi Putin ha ricevuto la chiamata del presidente tagiko Emomali Rahmon, entrambi “hanno osservato che i servizi di sicurezza e le agenzie competenti di Russia e Tagikistan stanno lavorando a stretto contatto nella lotta al terrorismo, e questo lavoro sarà intensificato.” In precedenza è stato segnalato che la provincia dello Stato islamico del Khorasan (Iskp) aveva reclutato cittadini radicalizzati provenienti dall’Asia centrale, compreso il Tagikistan.

Tajani: calmi e prudenti

La comunità internazionale teme un’escalation, e soprattutto una forte intensificazione dell’attacco russo all’Ucraina. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajaniribadisce che “bisogna essere sempre calmi prudenti” e ha aggiunto: “dobbiamo invitare la Russia a non strumentalizzare l’attentato”. Dall’Ucraina continuano ad arrivare dichiarazioni di assoluto non coinvolgimento. Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, ha negato qualsiasi responsabilità: “lo dico e lo ripeto, l’Ucraina non ha niente a che fare con l’attacco. Putin sta seguendo una precisa strategia. Prima di tutto vuole distogliere l’attenzione dalle recenti azioni massicce contro il nostro Paese. Il 22 marzo ha fatto lanciare missili sulla centrale idroelettrica Dnipro a Zaporizhzhia. Una diga. L’ennesimo atto criminale davanti agli occhi del mondo. E poi, è chiaro che insistere sulla cosiddetta ‘pista ucraina’ gli serve per spiegare ai suoi cittadini perché d’ora in avanti parlerà esplicitamente di guerra e non più di operazione militare speciale”.

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