sabato, 4 Maggio, 2024
Esteri

Netanyahu: su Rafah disaccordo con gli Usa

Qatar. Trattative a rischio in caso di intervento

Adesso il dissidio è apertamente dichiarato. Il premier israeliano Netanyahu alla Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset ha detto esplicitamente: “siamo in disaccordo con gli americani sulla necessità di entrare a Rafah.” Israele, ha spiegato il capo del Governo, non vede altro modo per “eliminare militarmente Hamas”. Si tratta di distruggere tutti i “battaglioni rimasti” e non c’è modo di farlo “se non andando via terra.” Una posizione che finora non è stata messa in atto proprio per l’intervento della diplomazia della Casa Bianca, ma che l’Autorità palestinese ritiene sia, di fatto, cominciata “senza annunciarlo” proprio per evitare reazioni internazionali “e senza aspettare il permesso di nessuno.” Comunque il Presidente Usa Joe Biden ha detto al premier israeliano Benyamin Netanyahu che non sta cercando di indebolirlo politicamente e di non aver intenzione di intervenire nella politica interna israeliana. Mentre in Qatar sono proseguiti i colloqui, ma i negoziatori fanno notare che qualsiasi intervento militare a Rafah manderebbe all’aria ogni trattativa.

Cina incontra Hamas

Tanto è vero che il Segretario di Stato, Antony Blinken, oggi parte per il suo sesto viaggio diplomatico in Medio Oriente da quando è iniziata la guerra, ma non avrebbe in agenda la tappa a Tel Aviv. Incontrerà i massimi dirigenti sia dell’Arabia Saudita che dell’Egitto, ma nessun rappresentante del governo israeliano con il quale i rapporti sono stati definiti dal Washington Post “gelidi”. Blinken, tra l’altro, è intervenuto sulla situazione dei civili nella Striscia: “secondo la misura più rispettata di queste cose – ha detto – il 100% della popolazione di Gaza si trova a livelli gravi di insicurezza alimentare acuta. Questa è la prima volta che un’intera popolazione è stata classificata in questo modo”. Gli Stati Uniti chiedono anche che “Israele faccia entrare il capo dell’Unrwa a Gaza”. In contemporanea l’inviato cinese Wang Kejian ha incontrato il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri cinese. Wang e Haniyeh “si sono scambiati opinioni sul conflitto di Gaza e su altre questioni”. Haniyeh ha sottolineato “la necessità di fermare rapidamente l’aggressione e i massacri”, di ritirare l’esercito israeliano da Gaza e di “raggiungere gli obiettivi politici e l’aspirazione di uno stato palestinese indipendente”. Haniyeh ha anche inviato un messaggio di congratulazioni al presidente russo Vladimir Putin per la sua rielezione e lo ha ringraziato per la sua posizione riguardo il Medio Oriente.

Ritardo invio aiuti umanitari

Le severe restrizioni imposte da Israele all’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza e il possibile uso della fame come arma potrebbero “costituire un crimine di guerra”: lo ha dichiarato l’ Onu. “L’entità delle restrizioni imposte da Israele all’ingresso degli aiuti a Gaza e il modo in cui continua a condurre le ostilità potrebbero equivalere all’uso della fame come metodo di guerra, che costituisce un crimine di guerra”, ha dichiarato Jeremy Laurence, portavoce dell’ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani, durante il regolare briefing delle Nazioni Unite a Ginevra. La ong World Central Kitchen afferma che le cattive condizioni meteorologiche stanno ritardando la partenza di una seconda nave per consegnare circa 240 tonnellate di cibo in scatola destinate ai civili nella Striscia di Gaza. La seconda nave, chiamata Jennifer, è pronta a partire dal porto cipriota di Larnaca.

Qatar: cautamente ottimisti

Il capo dell’intelligence israeliana, David Barnea, ha lasciato Doha dopo i colloqui per cercare di raggiungere un accordo di cessate il fuoco. Lo ha comunicato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari aggiungendo che le autorità del Qatar sono “cautamente ottimiste” riguardo ai negoziati. “Non credo che siamo in un momento in cui possiamo dire di essere vicini a un accordo”, ha precisato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, sottolineando che “è ancora troppo presto per annunciare qualsiasi successo” e poi ha precisato che qualsiasi operazione di terra israeliana a Rafah sarebbe una “catastrofe” e potrebbe ritardare qualsiasi trattativa.

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