venerdì, 3 Maggio, 2024
Le Storie

Perché la maternità non può essere “cool”?

La senatrice Lavinia Mennuni di recente si era espressa a favore di un ritorno della maternità come obiettivo primario delle giovani donne.

“La maternità torni cool, sia la massima aspirazione delle ragazze” diceva la senatrice intervenendo a La7, scatenando una polemica durata giorni.

Partiamo dal semplice presupposto che un figlio non è una realizzazione un figlio è o dovrebbe essere il puro frutto dell’amore tra due persone che SCELGONO INSIEME di mettere al mondo un altro essere umano. Non può e non deve essere la massima realizzazione di alcun essere umano a mio parere. Mettere al mondo un figlio è al tempo stesso un atto di amore ma anche una scelta che io reputo debba essere fatta con la massima coscienza, con la consapevolezza che quell’essere umano noi dovremmo educarlo e soprattutto dovremmo dargli una vita quanto più degna possibile, senza semplicemente partorirlo e poi farlo “crescere ai lupi” come ormai sempre più spesso accade.

Inoltre per rispondere alla senatrice vorrei portarvi con me in un piccolo viaggio.

Il viaggio nella realtà ( di cui a quanto pare la senatrice è al di fuori)  della vita quotidiana di una coppia media italiana che vorrebbe magari, forse, in qualche modo avere dei figli.

Iniziamo?

Secondo LaStampa “Lavoro, il 54% degli under 30 guadagna meno di 7 euro l’ora: “Con straordinari spesso non pagati”

È quanto si evince da una indagine di Federcontribuenti in cui emerge come «l’11% della popolazione italiana, quella fascia di età che va dai 28 ai 35 anni e che dovrebbe essere da traino per lo sviluppo economico e le pensioni future è invece del tutto tagliato fuori dal Paese»”

Secondo una lettera scritta ad Open “Vi raccontiamo la generazione 1.600 euro: i trentenni italiani sovra-formati e sotto-retribuiti”

Vi aggiungo solo l’ultimo dato poi possiamo procedere.

Secondo Quotidianonazionale “Stipendi, il 43% dei giovani italiani prende meno di mille euro al mese”

Allora ipotizziamo, una giovane coppia di Roma, entrambi 30enni e che vorrebbero mettere quindi su famiglia.

Problema numero 1! “Dobbiamo andare a vivere insieme, non possiamo crescere una famiglia tra casa dei miei genitori e casa dei tuoi” “hai ragione! Cerchiamo degli affitti”

“Quanto budget abbiamo?” “Allora fammi pensare…. Il mio stipendio è di 1200 euro, sul tuo quanto possiamo contare? Non hai un contratto a tempo indeterminato e fai un part time!”

“Non fa nulla cerchiamo comunque, sono sicura che me lo rinnoveranno!” “Va bene allora abbiamo come entrate circa 1900 euro”

Problema numero 2! TROVARE CASA IN AFFITTO A ROMA, esperienza che si potrebbe classificare come girone dell’inferno.

I due giovani aspiranti adulti si mettono quindi alla ricerca di questa pietra rara che è una casa decente dove mettere su famiglia a Roma.

Iniziano a cercare e cercare e cercare, trovano (ricerca fatta da me mentre scrivo questo articolo su siti di affitti a Roma): “ATTICO/MANSARDA A TOR *** ***** (lascio alla vostra immaginazione) alla modica cifra di 850 euro!!”

“APPARTAMENTO DI 40MQ a Co****** alla modica cifra di…… 950 euro”

“BILOCALE A CO*** A***** alla modica cifra di… 2.164 euro”

Se stavate pensando a un mutuo: i requisiti per richiedere un mutuo prima casa sono assoggettati alla documentazione che attesterà:

  • un reddito mensile continuativo, di cui circa 1/3 capace di assorbire la rata del mutuo, salvo nel caso di lavoratore autonomo o con contratto a termine, dove sarà necessario offrire ulteriori garanzie;
  • il possesso della liquidità necessaria a coprire in anticipo almeno il 20% del valore ipotecario dell’immobile, poiché l’importo concesso in prestito dall’istituto di credito non può superare l’80% di tale valore. Quindi, senza un minimo di liquidità sarà difficile ottenere il mutuo;
  • il presupposto di essere un buon pagatore, ovvero non imputabile di segnalazioni per pagamenti in ritardo o di debiti in sospeso;

la presenza di un garante che può rassicurare la banca di poter recuperare il credito nel caso tu non riesca a farlo, per sopraggiunte cause non prevedibili al momento della sottoscrizione del mutuo. Naturalmente, anche il garante dovrà dimostrare la propria affidabilità creditizia e l’assenza di insoluti da altri finanziamenti.

Leggermente sconfortati, i due decidono di mettere da parte la ricerca per qualche mese.

Nel frattempo allora, i due giovani decidono di controllare se lo stato eroghi qualche contributo per aiutare i neogenitori.

Wow esiste il bonus bebè!

Assegno di natalità (Bonus bebè)

  • € 1.920 (€ 160/mese) per le famiglie con Isee inferiore a € 7.000;
  • € 1.440 (€ 120/mese) per le famiglie con Isee tra € 7.000 e € 40.000;
  • € 960 (€ 80/mese) per le famiglie con Isee superiore a € 40.000.

I giovani cominciano a fare un po’ di conti e si rendono conto che si ci sono degli aiuti dallo stato, ma sarebbe comunque quasi impossibile crescere un bambino, tra pannolini (per i primi mesi circa 300 euro al mese), abiti (la spesa può superare i 100 euro mensili, perché si sa i bambini crescono in fretta), pappe (si può andare dai 50 ai 150 euro al mese), bollette (di questi tempi!), babysitter (i due lavorano quindi non possono stare sempre a casa con il bambino, la ragazza ha un lavoro part-time  quindi servirebbe la babysitter per circa 4/6 ore al giorno per una spesa mensile di circa 1.200 euro), poi le visite mediche (circa 1.500 euro).

Ci sono tantissime altre spese che dovrebbero affrontare, ma direi che i due non si possono permettere di far tornare cool la maternità.

Quindi in conclusione non si tratta di far tornare di moda un figlio come massima aspirazione di una donna, si tratta di ristabilire un equilibrio sociale che permetta ai giovani di potersi permettere un figlio, una casa ecc…

Si tratta di creare degli ambienti lavorativi in cui venga riconosciuta la formazione che una persona ha, non il sesso e l’età.

Si tratta di mettere al pari le ore di lavoro con una retribuzione equa.

Non è che i giovani di oggi non vogliono fare figli perché presi da qualche folle disturbo che li ha fatto diventare dei robot.

I giovani precari italiani NON POSSONO avere dei figli.

Viviamo in un periodo storico di grande instabilità che non permette ai giovani di poter anche solo pensare di mettere al mondo un essere umano.

Non date la colpa a noi.

Date la colpa a voi stessi per averci lasciato un mondo in cui mettere al mondo un figlio non è più un atto di amore, ma un atto di egoismo.

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