sabato, 27 Luglio, 2024
Ambiente

Crisi climatica: nel 2023 in Italia 378 eventi climatici estremi

Mentre la crisi climatica fa sentire pesantemente i suoi effetti in tutto il pianeta Terra nel nostro Paese crescono costantemente gli eventi climatici estremi. Solo nell’ultimo anno i fenomeni nella Penisola sono stati 378, in aumento del 22% rispetto al 2022, con danni miliardari e la morte di 31 persone. È quanto rivela l’Osservatorio Città Clima di Legambiente. Con 210 eventi meteorologici estremi, il Nord Italia risulta l’area più colpita, seguita dal Centro con 98eventi estremi e dal Sud con 70. In aumento esponenziale le alluvioni e le esondazioni fluviali (+170% rispetto al 2022), le temperature record nelle aree urbane (+150%), le frane da piogge intense (+64%), le mareggiate (+44%), i danni da grandinate (+34,5%), e gli allagamenti (+12,4%), mentre lo zero termico ha raggiunto quota 5.328 metri sulle Alpi, provocando l’inesorabile ritirata dei ghiacciai.

Allagamenti, trombe d’arie ed esondazioni

I dati della Penisola sono scoraggianti. Nel nostro Paese si sono verificati 118 casi di allagamenti da piogge intense, 82 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 39 di danni da grandinate, 35 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 26 danni da mareggiate, 21 danni da siccità prolungata, 20 casi di temperature estreme in città, 18 casi di frane causate da piogge intense, 16 eventi con danni alle infrastrutture e 3 eventi con impatti sul patrimonio storico. A livello regionale, Lombardia ed Emilia-Romagna risultano nel 2023 le regioni più in sofferenza con, rispettivamente, 62 e 59 eventi che hanno provocato danni, seguite da Toscana con 44, dal Lazio con 30, dal Piemonte con 27, dal Veneto con 24 e dalla Sicilia con 21 eventi. I dati rivelano inoltre che la Lombardia solo nel mese di luglio è stata colpita da ben 28 eventi climatici estremi causando due morti. Tra le province più colpite svetta al primo posto Roma con 25 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna con 19, Milano con 17, Varese 12, Bologna e Torino 10.

Nessun Piano Nazionale

L’Italia è ancora senza un Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici e questo dimostra quanto il nostro Paese sia indietro nella lotta alla crisi climatica e nell’adottare politiche climatiche più ambiziose. Secondo Legambiente il Paese continua a rincorrere le emergenze senza una chiara strategia. È necessaria una road map climatica nazionale non più rimandabile, fondata su tre pilastri: il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici da approvare senza più ulteriori ritardi, stanziando adeguate risorse economiche (ad oggi assenti) per attuare il Piano; una legge contro il consumo di suolo, che ancora manca all’appello dopo oltre 11 anni dall’inizio del primo iter legislativo, e per la rigenerazione urbana, snellendo le procedure per abbattimenti e ricostruzioni; superare la logica dell’emergenza agendo invece sulla prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni.

La Terra chiede il conto

Il Pianeta in sofferenza a causa anche della mano dell’essere umano continua a lanciare segnali d’allarme come i cambiamenti climatici. “Gli eventi meteo estremi stanno aumentando con sempre maggiore frequenza e intensità e a pagarne lo scotto sono i territori e i cittadini. Il Governo Meloni approvi subito il Piano nazionale di adattamento al clima, stanziando anche le relative risorse economiche, che invece continuiamo a spendere per intervenire dopo i disastri, come dimostrano gli 11 miliardi di euro solo per i danni delle due alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana. Il rischio è che l’Italia, senza il Piano e gli adeguati stanziamenti per la prevenzione, assenti anche nella Legge di bilancio in via di approvazione, continui a rincorrere le emergenze. Il Governo dovrebbe invece impegnarsi molto di più, puntando su prevenzione, politiche di adattamento al clima, campagne di sensibilizzazione sulla convivenza con il rischio, per far diventare il nostro paese dal più esposto al centro del mar Mediterraneo a un esempio per gli altri”, dichiara il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani.

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