martedì, 7 Maggio, 2024
Politica

La vera forza di un sindacato debole

Lo sciopero e la politica

Cgil e Uil devono ringraziare Salvini. Con le sue incaute sortite ha trasformato la manifestazione di ieri in una levata di scudi in difesa del sacrosanto diritto di sciopero. Da qui anche un clamore ben superiore all’effettiva capacità di mobilitazione messa in campo da Cgil e Uil.

Un tempo gli scioperi generali facevano cadere i governi. Un tempo i sindacati rappresentavano i lavoratori, tutti. Ora la maggioranza degli iscritti ai sindacati sono pensionati. Cgil e Uil hanno attuato uno sciopero che -secondo la Commissione di garanzia- non è generale ma intersettoriale. Si sono presentati divisi perchè la Cisl non ha aderito.

Manifestazione sindacale o politica?

Si è trattato di uno sciopero politico? Un tempo il principale sindacato, la Cgil, era la cinghia di trasmissione del Partito comunista e delle sue varianti. Oggi è il contrario. Più volte negli ultimi decenni il sindacato si è sostituito alla politica debole della sinistra. Le male lingue dicono che Conte e Schlein non sono andati a far da corona a Landini perché temono che il leader della Cgil si candidi come costruttore di un campo larghissimo della sinistra e faccia ombra ai due segretari. Chissà.

Fatto sta che lo sciopero contro il Governo era stato proclamato prima che Meloni e Giorgetti prendessero la penna per scrivere la Legge di Bilancio. Uno sciopero preventivo… Contro una manovra che mette in tasca tra i 50 e i 100 euro al mese ai lavoratori con reddito fino a 35 mila euro. Una manovra che secondo la Banca d’Italia fa crescere di 600 euro(l’1,5%) il reddito disponibile di tre quarti delle famiglie. Una manovra che rivaluta le pensioni più basse ed evita di scassare i conti dell’Inps bloccando proposte demagogiche.

20 anni di salari fermi

Tutto questo non basta, certamente, in un Paese che da 20 anni vede i salari fermi al palo. Alla Caritas si rivolgono non solo disoccupati ma anche lavoratori pagati poco e male che non ce la fanno a portare avanti le famiglie. Perchè i sindacati hanno consentito che per due decenni si verificasse questa ingiusta distribuzione del reddito? Quanti governi avrebbero dovuto far cadere per impedire questo stillicidio delle buste paga? Ma il passato è passato. Ora i sindacati sono deboli più che mai.

Non controparte ma interlocutore per la crescita

Ma devono trovare la forza non di scimmiottare la politica ma di chiamare Governo e imprenditori a elaborare insieme una strategia comune per la crescita e per ridurre le diseguaglianze. Nessuna difesa corporativa, nessuna battaglia di retroguardia per dimostrare di esistere. Quello che serve al sindacato è un salto di qualità per diventare promotore delle riforme strutturali interlocutore e non controparte del Governo. Altrimenti i salari saranno sempre più inadeguati e le piazze meno piene.

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