domenica, 28 Aprile, 2024
Esteri

Biden: “Nessun odio ma Hamas pagherà. In gioco la sicurezza mondiale”

“Attacchi su larga scala su obiettivi del terrore di Hamas”. Per i vertici militari israeliani bastano poche parole per sintetizzare il 4 giorno di guerra e la risposta di Tel Aviv ai razzi e massacri di Hamas sul territorio israeliano. Nelle ultime 24 ore sono stati circa 200 gli obiettivi colpiti dall’aviazione israeliana nella Striscia. “Soprattutto”, ha spiegato il portavoce militare, “a Rimal e Khan Yunis. L’esercito israeliano considera i due luoghi ‘come centri terroristici’ privilegiati di Hamas da dove sono diretti un gran numero di attacchi terroristici contro Israele”. Tra gli obiettivi secondo la versione israeliana molte “residenze operative ” di miliziani di Hamas e Jihad islamica. L’esercito israeliano ha  inoltre avvisato i palestinesi di lasciare Gaza per l’Egitto sostenendo di di avere il “pieno controllo” del confine. Ieri sera è intervenuto il presidente degli Stati Uniti in un discorso tenuto alla Casa Bianca per sottolineare la brutalità dell’attacco ad Israele. “Hamas ha unico scopo, quello di assassinare il popolo ebraico”.

Gli attacchi dai due fronti

Ieri sera l’intensificarsi dei combattimenti e dei bombardamenti ha provocato nuove distruzioni e vittime.
Le sirene sono risuonate anche nella zona centrale e a Tel Aviv.
I razzi di Hamas, nell’ultimo lancio da Gaza, hanno colpito l’Hotel Regina ad Ashkelon e altri punti della città. C’era stato un ultimatum dei terroristi Hamas agli abitanti della città, 40 km a nord della Striscia di Gaza: “Lasciate la città entro due ore. Vi abbiamo avvertiti. Avvisiamo gli abitanti di Ashkelon di lasciare la loro città”. Per risposta un raid lanciato da Israele ha colpito il porto di Gaza. Le immagini trasmesse in tv da Al Jazeera hanno mostrato una densa nube di fumo che si alza dal porto con i pescherecci e le imbarcazioni in fiamme. In un secondo raid israeliano è stata colpita la strada tra il lato egiziano e quello di Gaza del valico, lasciando “un buco che ostacola il transito verso e dalla parte egiziana”. Il valico di Rafah era stato appena riparato in seguito ad un attacco aereo israeliano. Ieri sera l’Egitto ha poi deciso di chiudere il valico di Rafah, che rappresentava una via di fuga per gli sfollati palestinesi.

La conta infinita delle vittime

L’evoluzione conflitto è scandito dal numero crescente delle vittime. Sul fronte israeliano sono 124 i soldati e 37 gli agenti di polizia uccisi durante gli scontri con i palestinesi, la maggior parte al confine con Gaza. Più un centinaio di persone prese in ostaggio, tra cui numerosi ragazzi. Nella Striscia, invece, le vittime sono salite a 704, tra cui 143 bambini e 105 donne il numero di palestinesi uccisi dalle forze israeliane. Il numero dei feriti è di circa 4 mila persone che difficilmente potranno avere una assistenza medica.

I leader: no ad ulteriori conflitti

Il rischio che il conflitto possa estendersi ad altri paesi e coinvolgere l’intero Medio Oriente è stato al centro di un colloquio in video chiamata  tenuto lunedì notte a cui hanno partecipato la premier Giorgia Meloni con Joe Biden, Rishi Sunak, Emmanuel Macron e Olaf Scholz. “I cinque Capi di Stato e di Governo”, ha ieri riferito una nota di Palazzo Chigi, “hanno espresso un fermo sostegno ad Israele e un’inequivocabile condanna degli spaventosi atti criminali di Hamas, che hanno causato un terribile numero di vittime innocenti, inclusi bambini, donne ed anziani”. I leader europei con il presidente USA, si sono confrontati anche sulle iniziative politiche più urgenti da intraprendere insieme. “La tutela della vita degli ostaggi, a partire dai bambini anche di tenera età, è una priorità assoluta e su di essa si concentreranno gli sforzi diplomatici”. La posizione dell’Italia è stata riaffermata dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha evidenziato, “il diritto di Israele a difendersi”, ed ha indicato “la necessità di operare per evitare un ampliamento della crisi a livello regionale e per tutelare la popolazione civile coinvolta”. I cinque Capi di Stato e di Governo, hanno infine concordato di mantenersi in costante contatto nel prosieguo della crisi.

Il monito umanitario dell’Onu

A far sentire la sua voce con un appello umanitario anche l’alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk, che ha condannato la decisione di Israele di fermare l’ingresso nella Striscia di Gaza di tutti i rifornimenti, di cibo, acqua, elettricità e carburanti, in risposta agli attacchi di Hamas.
“L’imposizione di un assedio che mette a rischio la vita dei civili, privandoli dei beni essenziali per la sopravvivenza è proibita dal diritto internazionale umanitario”, ha ricordato l’esponente dell’Onu, “Ogni restrizione di movimenti di persone e beni”, ha osservato Volker Turk, “per mettere in pratica un assedio deve essere giustificato da necessità militari, altrimenti corrisponde ad una punizione collettiva”.

Hamas vuole l’insurrezione

Da Hamas, invece, è arrivata come risposta una chiamata alla insurrezione armata e alla “mobilitazione generale” del mondo arabo e musulmano a sostegno dei palestinesi per il prossimo venerdì. Giorno che rinominato dai miliziani “il venerdì dell’Al Aqsa Flood”. Hamas esorta i giovani palestinesi della Cisgiordania ad affrontare e scontrarsi con i soldati israeliani. “Gli arabi residenti in Israele”, secondo l’appello fi Hamas, “si dovranno invece riunire nella moschea di Al-Aqsa”. Ieri il gruppo terroristico palestinese ha annunciato che i suoi miliziani sono pronti a combattere una lunga guerra con Israele e utilizzerà le decine di ostaggi tenuti a Gaza per garantire il rilascio dei palestinesi detenuti in Israele e all’estero. “Ci siamo preparati bene per questa guerra e per affrontare tutti gli scenari, anche quello di una lunga guerra”, ha detto un leader di Hamas dal Libano, aggiungendo che la formazione terroristica utilizzerà gli ostaggi per garantire il rilascio delle persone detenute nelle carceri israeliane e persino di alcuni palestinesi imprigionati negli Stati Uniti. Per Hamas inoltre l’Iran e gli Hezbollah libanesi “si uniranno alla battaglia se Gaza sarà sottoposta ad una guerra di annientamento”.

Biden: da Hamas solo brutalità

Ieri sera al termine di una giornata al alta tensione è intervenuto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. “Hamas ha unico scopo, quello di assassinare il popolo ebraico. È il male vero e proprio. Hamas non difende il diritto all’autodeterminazine, diffonde il terrore, dovranno pagarne il prezzo”, ha detto il presidente americano. Tra i problemi che Biden dovrà affrontare anche  quello d alcuni ostaggi americani nelle mani di Hamas. “Abbiamo esperti del governo che si stanno consultando con controparti israeliane per il recupero degli ostaggi. La mia priorità è garantire la sicurezza di tutti, dobbiamo anche rafforzare la nostra deterrenza”.
“Hamas minaccia di giustiziare gli ostaggi, in violazione di qualsiasi principio di umanità e moralità: questo è puro e semplice terrorismo”, ha evidenziato ancora Joe Biden, “purtroppo, atti come questo non sono nuovi ad Israele e al suo popolo, che da anni è vittima di antisemitismo in ogni sua forma”.

Da Riad sostegno alla Palestina

L’Arabia Saudita, stato centrale nello scacchiere Mediorientale,  sta compiendo “ogni sforzo possibile” con i partner regionali e internazionali per prevenire l’escalation della situazione a Gaza e nelle aree circostanti. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa ufficiale Spa. Il regno del Golfo, “continuerà a sostenere il popolo palestinese per garantire i suoi diritti legittimi e raggiungere una pace giusta e duratura”.

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