mercoledì, 1 Maggio, 2024
Economia

Il comparto dell’edilizia si affida al Pnrr

Il nuovo Codice degli appalti non ha affatto bloccato l’attività di costruzione. Una verifica Ance-Infoplus, sui primi sette mesi del 2023, invece segna un ulteriore aumento del 15,7% del numero di gare pubblicate e di oltre l’80%, rispetto all’anno precedente, del valore bandito, che è stato intorno ai 10 miliardi di euro. E anche vero, si legge in una nota degli edili, che questa dinamica è da ritenersi influenzata dalla “pubblicazione delle opere afferenti al Pnrr e al Pnc, che continuano a seguire le procedure legate al vecchio codice.”

Effetti del vecchio codice

Dunque a luglio 2023, secondo il monitoraggio Ance-Infoplus, con 1.816 gare pubblicate per un importo complessivo di circa 10 miliardi, segna un ulteriore aumento del 15,7% nel numero rispetto allo stesso mese del 2022, e del 80,9% per quanto concerne il valore bandito. Con il dato di luglio, il valore posto in gara nei primi 7 mesi dell’anno raggiunge i 53,5 miliardi. Come emerge dalla lettura dei dati, l’entrata in vigore del nuovo codice degli appaltati pubblici, il 1° luglio scorso, non ha comportato il temuto blocco dell’attività. Sulla dinamica ha certamente influito la pubblicazione delle opere afferenti al Pnrr e al Pnc, che continuano a seguire le procedure legate al “vecchio” codice.

Il calo degli importi

Rispetto al mese precedente si rileva, tuttavia, una diminuzione sia nel numero (-45,1%) sia nell’importo (-21,8%). Tale flessione risente di un confronto con un mese di giugno dai livelli eccezionali (12,8 miliardi di opere bandite), i più elevati dall’inizio dell’anno. Su tale risultato ha senz’altro influito la tendenza ad anticipare la pubblicazione di bandi rispetto all’entrata in vigore del nuovo codice.

Bandi miliardari

Tra i bandi più rilevanti pubblicati nel mese di luglio si segnalano: i lavori della Torino–Lione per un importo di circa 3 miliardi, il potenziamento della linea ferroviaria Rho-Arona per la tratta Rho-Gallarate, pubblicato da Rfi per un circa 259 milioni ed i lavori per la manutenzione straordinaria delle opere civili della sede ferroviaria per un importo di 828 milioni.

Il caso Anas

Con riferimento agli enti appaltanti, nei primi sette mesi del 2023 si osservano importanti aumenti per le Società a partecipazione pubblica, nello specifico l’Anas che passa da un valore bandito di 60 milioni nel 2022 ad un valore di 4,6 miliardi e Rfi che vede quasi quadruplicare l’importo posto in gara. Anche le Amministrazioni locali, con un aumento nell’importo bandito di oltre il 200%, si confermano protagoniste della sfida del Pnrr.

La spinta del decreto Aiuti

L’accelerazione, rispetto ai primi sette mesi del 2022, è sicuramente influenzata dalla situazione di stasi verificatasi in attesa della ripartizione del Fondo per l’avvio delle opere indifferibili, istituito dal Decreto “Aiuti” (DL 50/2022), il quale consentiva l’adeguamento dei prezzi delle opere finanziate nell’ambito del Pnrr e del Fondo Complementare. Quest’ultima, avvenuta con Decreto firmato dal Ragioniere Generale dello Stato il 18 novembre 2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 278 del 28 novembre 2022, ha difatti poi comportato
nel mese di dicembre un’accelerazione senza precedenti.

Quadro difficile per le costruzioni

Il dettaglio dei Conti Nazionali italiani nel secondo trimestre, comunicato dall’Istat, traccia un quadro difficile per il settore delle costruzioni e la combinazione di tassi alti (sui mutui e sui prestiti), le complicazioni sui bonus per il settore, l’aumento dei prezzi delle materie prime e le incertezze normative hanno fatto calare gli investimenti in abitazioni e non residenziali. Meno 3,4% gli investimenti per abitazioni tra secondo e primo trimestre 2023: è il quarto calo trimestrale consecutivo per una diminuzione cumulata di quasi l’8%. Mentre gli investimenti in “fabbricati non residenziali” sono diminuiti nel secondo trimestre del 3,8% rispetto al primo e del 2% rispetto al 2022.

Le prospettive con il Pnrr

Come anche questi dati confermano, e secondo stime Ance-Confindustria, restano a tenere in piedi prospettive migliori i progetti del Pnrr che impattano sul settore per circa 108 miliardi di euro (sui 222 totali), di cui 42,9 miliardi per i progetti in essere e 65,1 per quelli nuova. Anche se gli effetti reali, da qui in avanti, dipenderanno dalla rimodulazione del Pnrr.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Pnrr: Cozzolino, enorme flusso di risorse pubbliche verso Italia e Sud

Redazione

Fini (Cia-Agricoltori): indicate al Governo le priorità: lavoro e flussi di manodopera immigrata, sicurezza e pensioni basse

Leonzia Gaina

Mattarella: “Tutti i bambini del mondo hanno diritto alla pace”

Stefano Ghionni

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.