martedì, 30 Aprile, 2024
Attualità

Fitto: “Senza accordo sul nuovo Patto di Stabilità l’Italia rischia”

Il Ministro degli Affari Europei: "Il Pnrr è un'occasione, ma sono 150 miliardi a debito"

Economia, aiuti alle famiglie numerose e denatalità. Sono stati questi gli argomenti più importanti discussi nel corso della terza giornata del Meeting di Rimini, e trattati rispettivamente dal Ministro degli Affari europei Raffaele Fitto, dal Viceministro dellʼEconomia Maurizio Leo e dall’ex Presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo. Ma inevitabilmente l’ospite più atteso della giornata è stato Fitto, di certo tra gli esponenti del governo maggiormente impegnati in questo momento con il Pnrr. E dalla Romagna il suo intervento è stato focalizzato proprio su un altro tema finanziario che ha avuto come soggetto il Patto di stabilità, ossia l’accordo tra i Paesi membri dell’Unione europea che richiede il rispetto di alcuni parametri di bilancio e ruota attorno a due cardini: il deficit pubblico (cioè la differenza tra entrate e uscite, comprese le spese per interessi) non deve superare il 3% del Pil; il debito pubblico non deve superare il 60% del Prodotto interno lordo. “Siamo reduci da un po’ di anni dove abbiamo dimenticato il Patto di Stabilità, ha detto il Ministro, facendo riferimento dunque alla clausola di salvaguardia scattata a causa dell’emergenza pandemica. Ma “oggi torna e basta guardare l’aumento della spesa pubblica e della spesa corrente in questi anni per comprendere quanto una situazione di drammatica crisi poteva essere utilizzata meglio dal punto di vista degli investimenti e delle scelte fatte”. Per Fitto c’è dunque la necessità di trovare un accordo sul nuovo modello del Patto di Stabilità a partire dal 2024, altrimenti ecco “il rischio che subentrino le vecchie regole e questo comporterebbe un effetto molto complesso”. Fatti i conti, Fitto riprende il discorso di lunedì del Ministro dell’Economia Giorgetti, condividendo la preoccupazione su una Legge di Bilancio che sarà complicata e a cui bisognerà dare scegliere tra alcune priorità piuttosto che su altre.

Pnrr, 150 miliardi a debito

Ovviamente il Ministro, intervenuto nell’ambito del convegno ‘Europa unita? Nuove energie per il vecchio continente’ non si è sottratto a un commento sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza di cui l’Italia è destinataria: “Abbiamo un grande programma di investimenti”, ha detto, “e siamo tra i Paesi principali che beneficiano delle politiche di coesione. Il punto centrale della nostra azione è stato la possibilità di utilizzare in maniera flessibile queste ingenti risorse. In questo modo, tra l’altro, si possono usare queste risorse per dare risposte forti a delle domande nuove sulle quali siamo in forte ritardo”. Insomma, per Fitto sarebbe paradossale non modificare nulla quando alcuni accadimenti hanno mutato lo scenario e quindi le risorse vanno utilizzate in funzione anche dei cambiamenti stessi: “Nella nostra modifica del Pnrr c’è il programma RePowerEu che affronta nodi molto rilevanti, dall’efficientamento energetico al rafforzamento delle reti elettriche. Due misure molto importanti per famiglie e imprese”. Successivamente Fitto, ospite a ‘Gli incontri del principe’ di Viareggio, ha spiegato che entro ottobre arriverà la terza rata del Pnrr, entro la fine dell’anno la quarta, ricordando che “complessivamente parliamo di oltre 150 miliardi di euro che sono a debito”. Insomma, bisognerà utilizzarli bene anche a tutela delle future generazioni.

Riflessione sull’allargamento dell’Ue

Fitto non si è poi sottratto a un parere sull’ipotesi di allargamento dell’Unione europea con l’entrata dunque di Paesi come Ucraina, Moldova, Georgia e i Paesi dei Balcani. “Stiamo parlando di nazioni che hanno tutte lo status di candidati, ma supporre da oggi per i prossimi anni un’Europa così grande, non implica solo il lanciare il cuore oltre l’ostacolo, ma anche una considerazione: le nozze non si fanno con i fichi secchi. Che capacità finanziaria e che modello pensiamo noi per costruire questa dimensione?”.

Tra aiuti alle famiglie e denatalità

Sul tema della Manovra è intervenuto il Viceministro all’Economia Maurizio Leo, assicurando che il tema delle famiglie numerose potrà essere sicuramente affrontato: “Le famiglie che hanno tre figli non sono tantissime, dovremmo fare in modo di aiutare queste famiglie perché i numeri sono abbastanza limitati, e quindi l’impegno economico si può ritenere che non sia eccessivamente oneroso”. E a proposito di denatalità, lʼex presidente dellʼIstat Gian Carlo Blangiardo ha fatto presente che in Italia da 9 anni si fa il record della più bassa natalità di sempre. E le stime del 2023 sono davvero nere: nei primi 5 mesi cʼè stato un ribasso dellʼ1,5% rispetto al 2022. “Di questo passo nel 2070 ci saranno 48 milioni di italiani, 11 milioni in meno rispetto a oggi”.

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