sabato, 27 Aprile, 2024
Attualità

Migranti, 41 morti tra Lampedusa e Tunisia. Sea Watch contro i governi europei

Quarantuno migranti morti, di cui tre bambini. È il terribile bilancio di un nuovo naufragio avvenuto giovedì scorso tra le acque di Lampedusa e quelle tunisine. Testimoni, gli unici quattro sopravvissuti, salvati martedì notte dalla motonave Rimona e portati successivamente da una motovedetta della Guardia Costiera sull’isola siciliana, nell’hotspot di Contrada Imbriacola (presi in gestione dalla Croce Rossa Italiana). Hanno raccontato di essersi salvati trovando rifugio salendo su una barca in ferro abbandonata in mare aperto (probabilmente location di un altro viaggio della disperazione).

Nessun soccorso dalla Libia

Sotto choc, i quattro superstiti hanno raccontato agli inquirenti la dinamica della tragedia. In 45 erano partiti da Sfax, in Tunisia, su di un barchino senza motore di circa sette metri. Dopo appena sei ore di navigazione la piccola imbarcazione si è rovesciata a causa di una grande onda, determinando la caduta in mare di tutti i migranti. Nonostante la presenza di circa una quindicina di salvagenti, per 41 migranti non c’è stato nulla da fare. Il naufragio tecnicamente è avvenuto al largo di Zuwara, giurisdizione libica. Ma dallo Stato del Nord-Africa non è arrivato nessun soccorso, arrivato invece dall’Italia. Sulla vicenda la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta contro ignoti. Obiettivo degli inquirenti, avere quanti più dettagli dai 4 sopravvissuti provenienti dalla Guinea e dalla Costa d’avorio. Per questo saranno ascoltati affinché si possa ricostruire cosa sia effettivamente accaduto e di fare chiarezza su alcuni dettagli che, al momento, sembrano essere assai confusi e contraddittori. Sarà probabilmente difficile recuperare tutte le salme delle 41 vittime per via del fatto che il naufragio è avvenuto in pratica una settimana fa. Da segnalare che ieri 1.100 ospiti dell’hotspot di Lampedusa hanno lasciato l’isola per essere trasferiti tra Porto Empedocle e Augusta.

Necessità di meccanismi coordinati di ricerca

L’ennesima tragedia legata all’immigrazione ha ovviamente scatenato una ridda di dichiarazioni nel campo della politica italiana. Per la Segretaria del Pd Elly Schlein è necessaria una missione istituzionale europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, “una Mare Nostrum europea per salvare le vite prima che sia troppo tardi”. Critiche al governo italiano dal Movimento 5 Stelle secondo il quale questa ecatombe va affrontata “non con inutili iniziative propagandistiche come quelle della Meloni, che ridistribuisce i migranti in giro per la Penisola, ma non li vuole ricollocare in Europa per non scontentare i suoi amici sovranisti. È urgente una nuova strategia europea per stroncare le reti dei trafficanti”. Dura la presa di posizione dell’organizzazione Sea Watch contro l’Ue: “Il naufragio è stato causato dal maltempo di questi giorni. Un maltempo ampiamente previsto e che le autorità europee hanno ignorato, lasciando al loro destino decine di barchini”.

L’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), lʼOrganizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) ribadiscono la necessità di meccanismi coordinati di ricerca e soccorso e continuano a chiedere agli Stati di aumentare le risorse e le capacità per far fronte efficacemente alle loro responsabilità. Per Save the Children mancano canali sicuri e legali di accesso in Europa.

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