sabato, 27 Aprile, 2024
Economia

Istat: cresce la fiducia delle imprese, i salari perdono sei punti di potere d’acquisto

In tema economico, la fiducia dei consumatori, per quel che riguarda il mese di luglio, è in calo (da 108,6 a 106,7) a differenza di quella delle imprese che invece è in aumento (da 108,2 a 109,1), a parte per il settore manifatturiero. Sono dati, questi, comunicati dall’Istat. Per quel che riguarda appunto i consumatori, pesano soprattutto il clima economico e la fiducia nel futuro. Secondo Confesercenti il calo è dovuto a una situazione nel complesso ancora incerta, influenzata da una inflazione ancora alta, che continua a erodere il potere d’acquisto delle famiglie, e dall’aumento dei tassi di interesse, che pesa sui consumi: “Incide ancora, purtroppo, la corsa dei prezzi che per tre anni si manterrà comunque sopra il 2% mentre i continui rialzi della Bce, oggi è atteso un nuovo aumento, hanno un forte impatto su credito, consumi e investimenti”, viene spiegato in una nota.

Fiducia, ma con riserva

Per le imprese, l’indice di fiducia sale sensibilmente nei servizi di mercato (da 103,7 a 105,6), nel commercio al dettaglio (da 110,5 a 111,2) e, soprattutto, nelle costruzioni (da 162,5 a 166,5). Nella manifattura i giudizi sono peggiori per la diminuzione degli ordini. Sono numeri, questi, che fanno ben sperare il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, per il quale si sta andando verso la direzione giusta, soprattutto se consideriamo che in altri Paesi europei assistiamo invece a una inversione di tendenza sulle aspettative legate alle prospettive dell’industria”. Ma nel complesso, i dati sulla fiducia sono complessivamente negativi per Confcommercio, nonostante un certo ottimismo da parte delle imprese per le quali “il modesto incremento non modifica in misura significativa il profilo stagnante o decrescente delle aspettative. Si consolida l’orientamento flettente nelle imprese manifatturiere”.

Lo studio sui contratti e sulle retribuzioni

LʼIstat ha anche rivelato i nuovi dati sui 42 contratti collettivi nazionali che alla fine di giugno riguardano 5,7 milioni di persone, ossia il 46% dei dipendenti. Lo studio sulle retribuzioni ha inoltre rilevato un aumento dellʼ1% rispetto a maggio e del 3,1% rispetto a giugno 2022; lʼaumento tendenziale è stato del 3,9% per i dipendenti dellʼindustria, dellʼ1,6% per quelli dei servizi privati e del 4,4% per i lavoratori della pubblica amministrazione. I contratti in attesa di rinnovo a fine giugno sono 31 e coinvolgono circa 6,7 milioni di dipendenti, il 53,9% del totale. Su questi numeri si è espresso proprio lʼIstituto di statistica che ha calcolato come il caro-vita abbia bruciato oltre sei punti sul potere di acquisto delle famiglie negli ultimi sei mesi, nonostante il recente rallentamento dellʼinflazione.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Confesercenti: la corsa dei Pos, transazioni per 300 miliardi. Ingiusto far pagare alle imprese i costi delle commissioni

Valerio Servillo

L’inflazione cresce? Meno depositi più investimenti

Diletta Gurioli

Istat: a luglio aumenta la fiducia dei consumatori

Redazione

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.