sabato, 27 Luglio, 2024
Politica

“Governo unito. Presidenzialismo priorità. La Russia si fermi. Sarò al 25 Aprile”

La conferenza stampa di fine d'anno del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Stile discorsivo, nessuna spigolosità, toni pacati, volto e voce attenti a non far trasparire inopportune acrimonie. Anche le critiche – qualche soddisfazione politica sugli avversari – le inscrive dentro il perimetro del bon ton istituzionale, con le esclusive regole della “mensa ufficiali” dell’Ammiragliato. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni tiene la conferenza stampa di fine anno – appuntamento organizzato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa parlamentare -, in un orizzonte vasto nei tempi (incontro stampa fiume, con 45 domande), e negli argomenti: dal Covid, all’Ucraina, la Nato, l’Iran, le scelte della Manovra, le prospettive del 2023 su lavoro, economia, sociale, fisco, nomine. Le sue ambizioni, i suoi riferimenti, gli alleati, le riforme priorità al “presidenzialismo”, il suo Governo che è “unito”. Domanda dopo domanda si arriva alle elezioni regionali di febbraio in Lombardia e Lazio (alle quali il premier da valore di “test per il governo”) fino al “Salva calcio”, al percorso dell’Msi e al 25 Aprile.
Al premier preme abbassare i toni più che esaltarli, rispettosa di quella idea di fondo della Manovra di “prudenza e responsabilità”, e di un 2023 di cui per ora nessuno conosce le reali prospettive economiche e geo politiche. Di conseguenza anche le numerose domande hanno quel senso ormai consolidato di politicamente corretto.

Covid, le misure anti contagi

La prima questione, in omaggio alle incalzati paure circa le notizie provenienti dalla Cina è sul Covid. “Ci siamo mossi immediatamente”, ha esordito il Premier ricordando di essere in stretto contatto con il ministro della Salute, Schillaci, “abbiamo disposto il tampone per tutti quelli che vengono dalla Cina. ma è efficace se viene presa da tutta l’Ue. Per cui abbiamo scritto a Bruxelles. Ci aspettiamo che l’Ue voglia operare in questo senso. Abbiamo bisogno di capire se quello che sta arrivando è coperto dai vaccini o no. Dei primi casi sequenziati di Covid su persone provenienti dalla Cina 15 sono di variante Omicron, già presente in Italia, e questo dovrebbe essere abbastanza tranquillizzante. Il caso cinese lo dimostra: lavoro su responsabilità e non coercizione: situazione abbastanza sotto controllo”. In merito alle scelte dell’Italia, il presidente Meloni rimane in attesa degli sviluppi con una nuova indicazione. “Penso a un osservatorio sul Covid. C’è la campagna del governo che invita alla vaccinazione soprattutto gli anziani e i fragili che sono i soggetti più a rischio e su cui mi sento di fare un invito più deciso a vaccinarsi”. “Per gli altri”, osserva il premier, “l’invito è di rivolgersi al medico che ne sa qualcosa più di me”.

Fisco, welfare e nascite

Sulla riforma (appena abbozzata) del fisco l’idea annunciata dal presidente del Consiglio è quella di portare a termine una svolta ampia ma calcolando i risultati delle scelte.
“Confermo che sulla riforma fiscale vogliamo andare avanti secondo direttrici visibili già in manovra finanziaria con le poste in bilancio”, spiega Meloni precisando che tra “le direttrici su cui la riforma si deve muovere ci sia il taglio del costo del lavoro e su questo si deve fare molto di più”. Alla domanda sugli incentivi al lavoro il Premier racconta di una prima mossa fiscale che si snoderà in tre obiettivi precisi. “Abbiamo dato un segnale con il taglio del cuneo fiscale, ma su questo vorrei andare avanti. Il nostro obiettivo di legislatura sono 5 punti di taglio e vedremo se riusciremo a fare questo, qualcosa di più o di meno”. Il secondo obiettivo per il premier “è la tassazione che tenga conto della composizione del nucleo famigliare. Consideriamo il tema del sostegno alla genitorialità una priorità ed anche la tassazione deve tenerne conto”. Per Meloni la questione ha anche rilievo “sulla tenuta del welfare”. Il terzo obiettivo, presentato, è quello di promuovere una “tassazione che incentivi di più chi si mette in gioco e crea ricchezza: il tema è più assumi e meno paghi”.

Lavoro, voucher e contratti

Grande tema quello dell’occupazione che il premier vede in primo luogo come garanzie, ma anche come opportunità per quanti lo cercano veramente.
“Dobbiamo fare attenzione a un mercato del lavoro profondamente cambiato, non c’è più solo il tempo indeterminato”, puntualizza Meloni. “È un tempo nel quale ci sono lavoratori che hanno necessità diverse, penso ai voucher, una vicenda che riguarda alcune tipologie di lavoratori. Io credo che sia meglio normarle, diversificando le tipologie contrattuali e facendo i controlli, che rischiare che quel lavoro sia fatto in nero”.

Pnrr, ritardi? Ora tutto ok

Soddisfazione del presidente del Consiglio per il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa che saranno centrati entro il 31 dicembre. Se il ministro per i rapporti con l’Unione, Raffaele Fitto solo una settimana fa aveva qualche dubbio nel conseguire tutti i risultati, ieri invece dal ministro alla Premier c’è stata la “felice” conferma che è tutto ok, secondo le indicazioni Ue. “Sono contenta che il Governo italiano sia riuscito a raggiungere tutti i 55 obiettivi previsti per inviare ora la lettera all’Ue”, rivela Meloni, “e richiedere la tranche di 19 miliardi di euro. Quando siamo arrivati, dei 55 obiettivi erano stati conseguiti 25. Abbiamo lavorato per terminare gli altri 30”. “Questa staffetta ha funzionato, sono contenta che si sia riusciti. Come?”, si chiede il primo ministro, “Con la scelta politica di concentrare le competenze del Pnrr sotto la guida di un unico ministero, e di mettere sotto la stessa competenza i Fondi di coesione europei, per evitare sovrapposizioni”.

L’Ue e la disputa sul Mes

Questione sospesa e divisiva il Meccanismo europeo di stabilità a cui il Premier non da molta fiducia e alcuna prospettiva di adesione. “Credo che sul Mes la ratifica sia secondaria: il tema è che, atteso che l’Italia non accederà mai al Mes sinché io conto qualcosa, temo che nemmeno gli altri accederanno”, scandisce con tono di chi ha già deciso, “Dopo la Grecia non è stato attivato da nessuno”, ricorda Meloni, “Che la riforma vada in porto o meno credo che quel fondo non verrà utilizzato. Ha condizioni troppo stringenti, è un creditore privilegiato, produce problemi significativi di spendibilità dei tuoi titoli di stato, ti si alzano i tassi di interesse. Noi siamo nella posizione di tenere bloccati di decine di miliardi quando servono soldi? No. Ma vorrei capire”, insiste il premier nel criticare le possibilità del Mes, “se esistono i margini che piuttosto che ratificare una riforma, lavorare a qualcosa di diverso, con condizionalità diverse e magari con obbiettivi più centrati. A questo dedicherò il mio lavoro nelle prossime ore”.

Manovra ok, Governo unito

L’approvazione della Manovra di Governo è il tema del giorno. Una vittoria del Centrodestra almeno sui tempi di approvazione, per l’efficacia delle misure invece il presidente del consiglio resta prudente. Così come non vede nessuna incrinatura nei rapporti tra i partiti di maggioranza.
“La manovra è stata approvata un giorno in anticipo rispetto a quelle degli ultimi due anni”, puntualizza Meloni. “Mi fido dei miei alleati al governo. A di là dei dibattiti naturali all’interno di una maggioranza, e delle sfumature diverse nei programmi dei singoli partiti, c’è visione comune”.

Cartelle, stralci, no condoni

Un po’ in difensiva con l’aria di chi comunque ha fatto cose lodevoli, il premier smonta gli attacchi delle opposizioni sul fisco e su presunti condoni. Giorgia Meloni puntualizza e rilancia. “I condoni non ci sono: abbiamo fatto una norma che chiede a tutti di pagare il dovuto, con una maggiorazione, consentendo una rateazione. Le uniche cartelle stralciate sono quelle vecchie più di 7 anni e inferiori a 1000 euro banalmente perché conviene allo stato di più la loro distruzione”, puntualizza il premier, “Vogliamo si immaginare un nuovo tipo di dialogo con i contribuenti ma senza favorire assolutamente l’evasione fiscale”.

Salva calcio, nessun regalo

Sulla cosiddetta misura “Salva calcio”, finita tra le polemiche delle opposizioni, in particolare dell’ex premier Matteo Renzi, il leader del Centrodestra riassume. “Il governo precedente aveva sospeso i pagamenti dovuti allo Stato dalle società sportive, non solo da quelle di calcio. Noi ereditiamo questa situazione”, sottolinea, “e decidiamo di applicare a questa fattispecie le stesse regole applicate agli altri contribuenti: mi dai il dovuto con la rateizzazione e una maggiorazione del 3%”. “Non è una norma che regala qualcosa”, evidenzia ancora il premier, “ma tutti pagano quello che devono pagare. Noi diciamo ci date i soldi ma consentiamo una rateizzazione”.

Giustizia, il nodo intercettazioni

Domande sulla riforma della giustizia non sono mancate, così come le risposte questa volta all’attacco. “Nei prossimi mesi lavoreremo per mettere a punto la riforma della giustizia, con il tema anche della separazione delle carriere”. “La giustizia ha bisogno di un tagliando”, promette il presidente del consiglio che ribadisce, “le intercettazioni sono uno strumento straordinario a disposizione della magistratura, ma ne va limitato l’abuso”, afferma convinta Giorgia Meloni, tornando a indicare, “quel cortocircuito nel rapporto fra intercettazioni e media, con intercettazioni senza rilevanza penale che sono finite sui quotidiani, solo per interesse politico, piuttosto che… Non credo sia giusto in uno stato di diritto. Abusi ci sono stati e vanno corretti”.

Ora il Presidenzialismo

Sulle riforme istituzionali il presidente Meloni è chiara.
“Quella delle istituzioni e del presidenzialismo è una priorità. Servono governi”, osserva, “frutto di una chiara indicazione popolare”.

Energia, ancora emergenza

“Continueremo a lavorare sulla base di quello che accade, ma siamo in una situazione di grande emergenza”, rivela il presidente del Consiglio, “i provvedimenti energetici costano mediamente 5 miliardi di euro al mese. Il tetto del gas può cambiare il quadro, e se dovesse confermarsi cambiato una parte di risorse potrebbe liberarsi per altri provvedimenti”.
“Stiamo lavorando per risolvere il problema della strettoia dei nostri gasdotti nel centro Italia, che attualmente è troppo piccolina”, fa presente Giorgia Meloni, “Quando si risolverà, l’Italia avrà la possibilità di valorizzare anche diverse città del Sud Italia, anche sul tema dell’approvvigionamento del gas e i gasdotti. Sarebbero più che contente di avere sviluppo affrontando una questione che è strategica per l’Italia e l’Europa”.

La Russia fermi l’aggressione

Storia, cultura, imprese e libertà, sono le riflessioni del premier sulla Russia, intesa come nazione dei cittadini russi. Ma la Russia deve fermare la sua aggressione.
“Confermo che storicamente i rapporti culturali con la Russia sono antichi e solidi, infatti ho difeso la scelta della Scala di dedicare la sua ‘prima’ a un’ opera russa. Le scelte del governo russo non devono ricadere sul suo popolo”, dice con fermezza il premier, “e sui suoi cittadini, voglio distinguere le due cose ma quelle scelte ci sono, sono di violazione del diritto internazionale che se fossero accettare farebbero crollare la costruzione della legalità internazionale. Temo che il principio di chi con l’uso della forza possa invadere il vicino sia poco conveniente per tutti. Per noi è inaccettabile”, sottolinea con fermezza il premier, “a noi può mancare il turismo russo, i turisti in Russia, ma ci sono cose che non si possono piegare ai nostri desideri. Spero che la Russia fermi questa inaccettabile guerra di aggressione: sino a quando non accadrà noi non ci fermeremo”.

Qatargate, riflessi dello scandalo

“Una cosa mi ha molto innervosito”, rivela con disappunto Giorgia Meloni, “molti colleghi internazionali definiscono questi fatti con la locuzione ‘italian job’, come se fosse una macchia sulla nostra nazione. La vicenda non riguarda solo italiani, anche belgi, greci e esponenti di altre nazioni. Semmai è un tema di partito, un socialist job”.

L’Iran fermi violenze

Nei rapporti internazionali critici c’è anche quello con l’Iran. Il premier si pone in modo netto contro le violenze e gli abusi del regime. “Sono stata colpita dalla storia di questa campionessa di scacchi che decide di partecipare al mondiale di scacchi togliendosi il velo al cospetto del mondo”, commenta Giorgia Meloni parlando della campionessa di scacchi dell’Iran Sara Khadim al-Sharia, che ha preso parte al Campionato mondiale 2022 in Kazakistan senza indossare il velo. “Mi ha fatto riflettere. Siamo abituati a gesti simbolici ma, di solito, i nostri non hanno conseguenze potenzialmente così gravi come quelle che potrebbe avere questo”.

Il 25 aprile e il Msi

I tempi cambiano, gli orizzonti e le prospettive politiche anche, cosi sembra indicare Giorgia Meloni, nel rispondere ad una domanda sul 25 aprile, sulla destra e sul Movimento sociale. “Il Msi ha avuto ruolo importante in Italia”, spiega Giorgia Meloni che annuncia la partecipazione alle celebrazioni per il 25 aprile, “ ha fatto il suo percorso ed è stato chiaro sull’antisemitismo”.

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