venerdì, 19 Aprile, 2024
Economia

Fisco. 23mila rottamazioni. Sanzioni a chi non ascolta le ragioni del contribuente

Novità che faranno piacere a chi ha contenziosi con il fisco, a quanti pensano che l’Agenzia talvolta assuma un atteggiamento vessatorio e, soprattutto, ci sono 23 mila fascicoli fiscali da rottamare. A conclusione della legislatura, e sul finale imprevisto del Governo Draghi arriva la riforma della giustizia fiscale. In approvazione le molteplici possibilità offerte ai contribuenti, sia quelli in disaccordo con il fisco – che potranno tornare ad essere virtuosi facendo un passo avanti verso il cittadino virtuoso – sia per quanti sperano in una sanatoria, almeno per le controversie arrivate vittoriosamente in Cassazione.

Approvazione, si accelera

Sul Decreto legge di riforma della giustizia tributaria, l’iter ha ripreso velocità dopo il via libera della commissione Finanze e Giustizia del Senato, ora completerà il suo percorso con la discussione e votazione alla Camera. Il semaforo verde dovrebbe arrivare per la prossima settimana con il voto.

Le innovazioni in vista

Le novità non mancano, il confronto nelle Commissioni è stato serrato e costruttivo. C’è un aspetto significativo che riguarda anche l’Agenzia delle Entrate e Riscossioni, perché il contribuente potrà promuovere una azione di rivalsa se considera, con documenti e prove alla mano, di essere oggetto di contestazioni che appaiono dall’inizio dubbie se non infondate. Una sorta di passo avanti alla ricerca di un maggiore equilibrio nel rapporto tra contribuente e fisco.

Rapporti di trasparenza

L’obiettivo della riforma è promuovere quella maggiore sinergia e dialogo tra le parti soprattutto quando i contenziosi si sono già delineati ed è inutile portarli avanti. La nuova legge prevede una “sanzione” che scatterà per chi non accetta la proposta di reclamo e mediazione precedente al primo grado di giudizio. Così recita il testo, “la soccombenza di una delle parti in accoglimento delle ragioni già espresse in sede di reclamo o mediazione”, avrà come riflesso anche la condanna alle spese di lite per chi è risultato perdente davanti al giudice. Quindi bene arrendersi prima.

Funzionari, c’è la responsabilità

Ma non è finita. C’è un rischio sanzioni anche per il funzionario. Una sentenza a sfavore dell’Agenzia avrà rilievo anche per la responsabilità amministrativa del dipendente che per sua convinzione o per superficialità non ha tenuto conto dei rilievi del contribuente e, soprattutto, non ha accolto la proposta di mediazione. C’è una motivazione, che richiama anche il lavoro dei funzionari che saranno scrupolosi e attenti nel contestare ed evidenziare i reati fiscali, ma nel contempo sono ora tenuti a non perseverare l’ha dove è palese che il contenzioso poteva essere evitato.

Obiettivo ridurre i tempi

Il decreto di riforma della giustizia tributaria ha molti aspetti legati al fattore tempo.
Mirando più alla evidenza dei contenziosi e dei reati, la loro definizione e ammende da pagare. Ad esempio, in caso di una doppia sconfitta per le Entrate nei precedenti gradi di giudizio, si potranno cancellare le liti in Cassazione fino a 100mila euro pagando il 5%. E, sempre, nel perimetro delle nuove sanatorie, l’Agenzia se ha perso in tutto o in parte in uno solo dei gradi di giudizio, il taglio sarà rivolto alle liti fino a 50mila euro ma con il pagamento del 20%.

Nuove chance ai contribuenti

Sempre nell’ambito delle possibilità offerte dalle nuove procedure, si potrebbero arrivare al taglio fino al 50% dei contenziosi tributari giacenti presso la Suprema corte. Secondo i calcoli fatti dagli analisti finanziari: “si tratterebbe di una cancellazione di 23mila fascicoli”. Un taglio che permetterebbe di puntare sulla gestione delle liti fiscali rimaste in piedi con più speditezza e ampiezza.

Bollino al contribuente virtuoso

Spazio e attenzioni sono rivolte ai contribuenti bravi. A loro infatti il decreto legge sulla riforma della Giustizia tributaria dedica il “bollino di affidabilità fiscale”. Una premialità per chi ha mostrato una adesione fiscale di compliance nei confronti dell’amministrazione finanziaria. Ad esempio, le partite Iva con un punteggio pari almeno a 9 nelle pagelle fiscale negli ultimi tre anni, possono godere di un attenzione in più, un passaggio che permette al lavoratore autonomo che avrà la possibilità in caso di contenzioso, – prima di procedere mad un ricorso – sarà esonerato dal presentare la garanzia per ottenere la sospensiva dell’atto impugnato in Commissione tributaria.

Giudici in pensione a 74 anni

Infine una novità riguarda anche l’andata in quiescenza del giudici. Per i magistrati contabili arriva una estensione di età per andare in pensione. La quiescenza arriverà a 74 anni dagli attuali 70, ma fino al 2023, per poi l’età scendere ai 71 anni nel 2026.

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