giovedì, 18 Aprile, 2024
Società

I “regali” del Covid: depressione, ansia e disturbi del sonno

Depressione, ansia, affaticamento e disturbi del sonno sono solo alcuni strascichi lasciati in eredità dal virus. Secondo recenti studi, pubblicati dalla prestigiosa rivista americana Neuroscience and Behavioral Psychology, oltre un paziente su quattro colpito dal virus pandemico, successivamente la guarigione, soffre di disturbi del sonno e dell’umore, il tutto accompagnato da un forte senso di affaticamento.

Lo studio russo e gli effetti del virus sull’umore e sul sonno

Tali dati, frutto del monitoraggio clinico operato dai ricercatori del Central State Medical Academy di Mosca, autori della pubblicazione, evidenziano come tali disturbi siano presenti anche nella fase di recupero dalla malattia, con il 28% degli intervistati che ha segnalato un calo dell’umore, il 27% ha subito una cattiva qualità del sonno e il 73% ha sofferto di affaticamento. Livelli più elevati di stanchezza aumentano, infatti, il rischio di ansia e depressione. Allo stesso modo, una maggiore ansia e un calo dell’umore hanno riflessi anche sulla vitalità generale.

Dai risultati della ricerca emerge come la depressione può far sentire le persone guarite da Covid-19 meno floride nella loro vita quotidiana. Ma c’è un ulteriore effetto legato a ciò: i medici spesso correlano la rapida perdita di energie dei pazienti alle conseguenze dell’infezione, perdendo di vista l’ansia e i disturbi dell’umore che possono essere mascherati dalla malattia infettiva. Un tale approccio può comportare un decorso prolungato di astenia durante il recupero dalla malattia, nonostante parametri fisiologici favorevoli.

L’effetto sulla tenuta sociale della popolazione

Anche studi italiani hanno acceso un faro sull’elevata prevalenza di disturbi dell’umore e del sonno nei pazienti affetti da Coronavirus durante le epidemie attuali e passate. Ad esempio, secondo recenti ricerche, durante l’attuale epidemia, i livelli di ansia sono aumentati dal 5% al 36% e i disturbi del sonno dal 27,6% al 51,2%.

Dati che, ancora una volta, dimostrano come l’attuale pandemia non ha solo cambiato il mondo in termini sociali, ma ha anche influenzato il modello di malattia mentale nella popolazione, su cui qualcuno dovrà presto intervenire.

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