venerdì, 29 Marzo, 2024
Società

Nasce il baby-Spid, identità digitale per minori

Tutto pronto per far entrare anche i più piccoli nel mondo digitale della Pubblica Amministrazione: nelle scorse settimane il Garante per la protezione dei dati personali, infatti, ha dato il via libera – individuando le opportune garanzie – all’utilizzo del Sistema pubblico di identità digitale (SPID) anche da parte dei minorenni, oggi esclusi dalla possibilità di accedere ai siti pubblici che richiedevano tale formula di accreditamento.

Il parere del Garante privacy sul “baby-Spid”

Con un parere dell’Autority guidata da Pasquale Stanzione allo schema delle “Linee guida operative per la fruizione dei servizi SPID da parte dei minori”, proposto da AgID, a breve, dunque, anche i ragazzi dai 14 ai 18 anni potranno dotarsi di una propria identità Spid per accedere ai servizi offerti dalla PA (e a loro rivolti). I loro fratellini più piccoli, invece, potranno utilizzarlo solo per i servizi online forniti dalle scuole (come ad es. il registro elettronico). Saranno comunque sempre i genitori a richiedere lo SPID per loro.
Nelle pieghe del parere, il Garante non ha tralasciato il fatto di sottolineare come trattamenti sottesi al rilascio di SPID e al suo utilizzo per l’accesso ai servizi online espongono – almeno potenzialmente – i minori a rischi che richiedono una specifica protezione, con l’adozione di adeguate misure per mitigarli; da qui, dunque, la distinzione tra gli ultraquattordicenni e gli infraquattordicenni, in ragione proprio del diverso grado di maturità e consapevolezza.

Le garanzie richieste a protezione dei più piccoli

In tale contesto, l’Autorità ha chiesto ad AgID di modificare lo schema introducendo garanzie aggiuntive, con particolare riferimento alla procedura di rilascio dell’identità SPID da parte degli identity provider che richiede un’accurata verifica dell’identità del genitore e del minore e l’individuazione delle informazioni da raccogliere e conservare, nel rispetto del principio di minimizzazione. Anche i service provider, su richiesta del Garante, dovranno impegnarsi a valutare quali siano i servizi da offrire direttamente ai minori e le garanzie da assicurare in ragione delle caratteristiche degli stessi.
Particolare accortezza, poi, al linguaggio da usare in relazione alla classica informativa privacy: le informazioni, su disposizione dell’Autorità di Piazza Venezia, dovranno avere un linguaggio semplice e chiaro. Con la speranza che, a differenza degli adulti, almeno i più piccoli le leggano.

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