venerdì, 29 Marzo, 2024
Società

Il buio orizzonte di Grillo

La vera notizia, oggi, sarebbe quella, mortificante e allarmante, del milione e duecentomila bambini italiani che sopravvivono in condizione di povertà assoluta.

La situazione più grave, come era prevedibile è nel Mezzogiorno; quel Mezzogiorno che, dopo tanto parlarne, sembra nuovamente sparito dal quadro delle priorità nazionali.

Questo è un paese che, smentendo una sua lunga storia, non ama i bambini; una disaffezione testimoniata anche dal crollo degli indici di natalità. Allo stesso tempo è lontano dai problemi degli anziani.

Infatti il guru supremo dei 5 stelle, due giorni fa, ha teorizzato la cancellazione dei vecchi dalle liste degli elettori e, quindi,  anche dei possibili eletti, sulla base della sciagurata convinzione che i vecchi, avendo poco da sperare dalla vita, sarebbero ovviamente estranei al merito delle contese politiche e, anzi, con la loro insufficienza perfino dannosi rispetto ai risultati.

Per chi, con rammarico di Grillo, ha raggiunto un età avanzata e ha curato buone letture e non ha smarrito la memoria, questa sua tesi, inspirata a una specie di malthusianesimo elettorale, non solo viola la Costituzione, ma rammenta tristi pagine della storia recenti, come quella dello sterminio programmato degli inabili e dei malati di mente o irrecuperabili: stragi attuate sulla base dello stesso principio per il quale andrebbero soppressi i feti malformati e i bambini gravemente malati, mentre per i vecchi si schiuderebbero gli orizzonti della “morte dolce”, cioè dell’eutanasia.

Purtroppo mentre cresce a vista a d’occhio il mercato dei prodotti compresi quelli editoriali per i nostri amici a quattro zampe, si affievolisce ogni giorno l’attenzione per le vite che nascono e per quelle che si avviano alla loro fine natura.

Segno, anche questo, del prevalere di una politica utilitaristica abituata, per mancanza di idee forti, ad inseguire il presente e mai a prevedere il futuro, ostile ad ogni richiamo al trascendente e quindi alla sacralità della persona.

Non è possibile che sia di questo segno nefasto e di morte la fisonomia di questo secolo e l’avvenire del genere umano.

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