venerdì, 29 Marzo, 2024
Lavoro

Guardie giurate in piazza per la riforma

Una riforma del settore della vigilanza privata per ridare dignità alla figura della guardia particolare giurata. 

Domani mattina (a partire dalle 10) su tutto il territorio nazionale si terrà una manifestazione unitaria promossa dall’Associazione Guardie Riunite d’Italia (Agri) del presidente Massimo Raffi con l’Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate.

Una delegazione Agri presidierà il Ministero degli Interni, mentre un drappello di iscritti e simpatizzanti della Angpg, guidati da Giuseppe Alviti, sarà operativa davanti alla Prefettura di Napoli. A loro si ricongiungerà Giuseppe Cuccurullo, Segretario generale dello Sinalv (Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Vigilanza). Ci saranno rappresentanze anche a Torino, Firenze, fino a Palermo con la partecipazione del Saves (Sindacato Autonomo Vigilanza e Servizi).

Sui motivi della protesta abbiamo intervistato uno dei promotori, Giuseppe Alviti.

Giuseppe Alviti

Presidente come mai questa decisione di scendere in piazza?
“Assistiamo da tempo, con sconcerto e profonda amarezza, a forme di isolamento lavorativo nei confronti delle Guardie Particolari Giurate che sono assolutamente intollerabili. Il settore della vigilanza privata è composta da lavoratori/ci che non chiedono la luna, una un’attenzione adeguata da parte della classe politica di questo paese, affinché la categoria possa, finalmente, avere una giusta e corretta riforma”. 

Cosa non va nella normativa che vi riguarda?
“Se non erro la legge fondamentale della vostra categoria, quella istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti, risale al 1963. Noi siamo disciplinati da un regolamento del 1931. Da allora l’Italia ha cambiato forma istituzionale, ma per noi non è mutato nulla. Non credo di esagerare se dico che alcune norme di quel testo non collimano nemmeno con la legislazione comunitaria. La qualifica di guardia giurata non comporta lo svolgimento di funzioni di agente di polizia giudiziaria e pertanto gli operatori non dispongono di poteri di intervento e di coercizione fisica diversi da quelli accordati a tutti i privati dall’art. 383 del codice di procedura penale. Pur non avendo alcun potere spesso si ritrovano nel “settore della prevenzione (e qualche volta repressione) dei reati. Insomma c’è bisogno di un intervento del legislatore che tenga conto della realtà”.

In che senso?
“Le Guardie particolari Giurate sono una solida base per la sicurezza privata e pubblica. Sono uomini e donne che non esitano a mettere a repentaglio la loro vita. Eppure si tratta di lavoratori sfruttati, derisi e, aggiungo, additati. Da anni chiediamo un riconoscimento che ci consenta di lavorare meglio e con maggiore efficienza. Oltre 50mila Guardie Particolari Giurate sono dislocate in ogni angolo della nostra penisola, da nord a sud, in paesini immersi nelle campagne come in città, con tanta voglia di lavorare, prestando nel meglio il proprio servizio a tutela della collettività!”.

Quali, in concreto, le vostre richieste?
“L’attribuzione della qualifica di agenti di polizia giudiziaria, la istituzione di un Dipartimento della Polizia privata nell’ambito del Ministero dell’Interno, l’adozione di un nuovo regolamento, accantonando, una volta per tutte, il Regio Decreto del 1931, l’autorizzazione all’uso del lampeggiante di colore blu e della sirena per i blindati addetti al trasporto valori, la uniformità dei capi di abbigliamento. In pratica pretendiamo una

riforma organica che dia dignità agli operatori del settore”.

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