giovedì, 25 Aprile, 2024
Politica

Vertice con Draghi su Rdc, bonus fiscali, e Opzione donna

Si riapre il cantiere delle riforme. La riscrittura di alcune norme per Reddito di cittadinanza, bonus e sgravi fiscali e gli “aggiustamenti” previdenziali con l’inserimento di nuovi requisiti per Opzione donna, sono stati al centro del vertice convocato dal premier Mario Draghi per mettere ordine alla legge di Bilancio. Nessuna modifica sarà apportata dal Governo al testo della Legge di bilancio approvata e presentata al Parlamento. Eventuali cambiamenti saranno decisi da Camera e Senato.

 

Quindi un nuovo esame prima che la Manovra vada nell’Aula parlamentare. Il passo avanti fatto dal premier coglie l’esigenza di partiti, sindacati e associazioni di categoria di aggiornare diverse scelte.

I punti discussi

Si tratta di modulazioni finanziarie e fiscali per il bonus edilizia, di una modifica all’età pensionabile per Opzione donna, di una stretta sul Reddito di cittadinanza e più soldi per sanità e ricerca scientifica e farmacologica, fino ad un aumento di fondi per gli asili nido. Era nelle intenzioni di Draghi fare il punto della situazione su alcuni punti chiave della manovra, così la convocazione del vertice a Palazzo Chigi con i ministri.

Cosa cambierà

Tra i temi più controversi quello del Reddito di cittadinanza, dopo il pressing di Lega e Pd, è previsto un taglio all’assegno che scatterà dopo il rifiuto di una offerta di lavoro che dovrà però essere congrua con le capacità e aspettative del beneficiario.
“Il decalage partirà dopo la prima domanda di contratto congruo rifiutata”, spiega il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli del Movimento 5S, “Tutto il resto delle disposizioni già presentate nella richiesta contenuta nella legge di Bilancio come uscito dal Cdm, rimangono inalterate”.
Sull’anticipo pensionistico c’è un cambio sollecitato dal ministro Orlando, sul quale sono tutti d’accordo in favore delle lavoratrici. Il parametro dell’età di uscita per Opzione donna sarà rivisto, la nuova norma torna all’ipotesi iniziale: 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le autonome. Mentre è stata tolta l’ipotesi che disponeva la pensione a 60 anni e 61 anni. Anche in questo caso il Governo ha tenuto presente le richieste sindacali e dei partiti. Mentre ci sono temi che sono ancora da definire, come il bonus per l’edilizia. Rimarrà con una proroga lo sconto in fattura e cessione dei crediti, da definire, invece, gli incentivi per le villette e le verifiche anti-frode.

Perché il ritardo

Secondo gli osservatori il tema controlli è diventato il più urgente. In primo piano in questi giorni c’è stato un susseguirsi di notizie di cronaca su abusi in settori delicati della manovra come per i bonus fiscali per l’edilizia e quelli dei cosiddetti “furbetti” del Rdc, in entrambi i casi, il problema è quello di contenere il rischio di reati. Il testo definitivo ha subito ritardi proprio per mettere a punto le norme di controllo più stringenti e severe. “Bisogna rafforzare i controlli”, osserva la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra, “perché quelli appena partiti hanno già rilevato abusi e, talvolta, lo sconfinamento nel riciclaggio di denaro sporco”.

I contrasti

Altro motivo del vertice convocato dal premier è quello di riportare i contrasti per lo più mediatici dei partiti in un alveo di scelte e di coesione di intenti. Nelle ultime ore ad agitare il dibattito sono le dichiarazioni sui bonus per l’edilizia. La Lega definisce come “tetto assurdo” l’Isee introdotto per limitare la proroga del Superbonus a villette e abitazioni unifamiliari. Mentre dal gruppo Pd si sottolinea l’efficacia del Super Bonus 110% e si chiede il ripristino di tutte le regole senza riduzione di incentivi.
Nel contempo Luigi Marattin, del Gruppo di Italia Viva critica il ritardi con cui le manovre finanziarie tra un cambio e l’altro arrivano in Parlamento. Il Movimento 5 Stelle sollecita per il 2022-24 la possibilità di ottenere lo sconto direttamente in fattura oppure di cedere il credito maturato. Ma i conti per rendere possibile ogni richiesta traballano, bonus e sconti fiscali in edilizia hanno raggiunto la cifra di 19,3 miliardi di euro, costo che appare insostenibile. Sempre nell’ambito delle cifre il Governo dovrà affrontare anche il tema dei crediti inesigibili o che in parte potrebbero essere richiesti, una stima “prudenziale” indica in almeno 800 milioni di euro la cifra del magazzino fiscale dell’Agenzia.

Asili nido

Nel ritocco al testo della manovra ci saranno più fondi per la creazione di asili nido dei Comuni. Un piano che prenderà forma a partire dal 2026 con 1.1 miliardi. Nel 2022 i fondi, invece, subiranno una progressione dai 100 milioni del prossimo anno ai 150 sul 2023 e 200 sul 2024. Per raggiungere il “livello essenziale della prestazione”, ossia un posto nell’asilo nido per ogni tre bambini, anche tramite il privato.

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