giovedì, 25 Aprile, 2024
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Vertenza Gkn. La Fiom: licenziamenti, ricorso in tribunale. Patti non rispettati, intervenga il Governo

“Non tutto si può comprare e vendere”. È l’aforisma di lotta lasciato dalla Fiom Cgil che spiega come la trattativa con la multinazionale GKN si arrivata ad un punto di contrapposizioni senza vie d’uscita. A innescare il conflitto è stata la società GKN plc (public limited company) multinazionale britannica che si occupa principalmente della realizzazione di componenti destinati alle industrie del settore automobilistico. La società ha licenziato via mail 422 dipendenti. Iniziativa di cui i sindacati hanno chiesto conto anche al Governo.

NO AL MERCANTEGGIAMENTO
La risposta della Fiom è di massima intransigenza.
“La GKN ha confermato che intende mantenere la procedura di licenziamento provando a dividere le istituzioni”, osserva la Federazione italiana operai metalmeccanici, “i sindacati ed i lavoratori e aprendo ad una sorta di ‘mercanteggiamento’.
Non tutto si può comprare e vendere: non ha prezzo un intero territorio che sta difendendo lo stabilimento GKN e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, compresi quelli dell’indotto”.

RICORSO AL TRIBUNALE
Per i sindacati il metodo usato per i licenziamenti sarebbe una azione unilaterale sleale e fuori norma.
“Nutriamo dubbi sulla correttezza della procedura di licenziamento aperta dall’azienda e pertanto, come Fiom”, sottolinea la Federazione, “abbiamo presentato ricorso al Tribunale di Firenze. La cassa integrazione per cessazione di attività non è lo strumento adatto ad uno stabilimento che è nelle condizioni di continuare a produrre.
La legge”, osserva la Fiom, “permette di utilizzare altri strumenti a costo zero per l’azienda: è disponibile la cassa integrazione speciale per 13 settimane per evitare situazioni di ricatto per le lavoratrici e i lavoratori”.

RITIRARE I LICENZIAMENTI
Il confronto ora per la Fiom si potrà avviare solo quando sarà ritirata la procedura di licenziamento. “Non trattiamo sotto il ricatto”, annuncia la Federazione, “di un interlocutore che vuol decidere a che tavolo trattare e su quali argomenti e non discuteremo di mitigazione dell’impatto sociale, non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo stavolta. Non staremo fermi, utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per evitare questo atto irricevibile da parte della GKN”.

INTERVENGA IL GOVERNO
I sindacati si rivolgono a Regione e Governo per avere un maggior numero di garanzie e sostegni.
La Regione Toscana ha parlato di strumenti straordinari. Il Governo, invece, deve mettere in campo strumenti straordinari per governare la transizione industriale nel settore automotive fermando i licenziamenti.
“Occorre che il Governo”, sottolineano Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive e Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze, “coinvolga le aziende per cui GKN di Campi Bisenzio produce, Volkswagen e Stellantis, per salvaguardare la componentistica ed i lavoratori di tutta la filiera in Italia.
Il fondo ed il management stanno licenziando i lavoratori e sfidando l’intero nostro Paese a partire dai Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro. È necessario che dinnanzi all’attacco agli interessi del Paese, il Presidente del Consiglio apra il tavolo a Palazzo Chigi come previsto dal monitoraggio nell’avviso comune”.

 

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