Nel pieno della crisi mediorientale e con un conflitto ancora in corso a Gaza, le parole del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul riconoscimento dello Stato di Palestina accendono il confronto politico. In un’intervista rilasciata al quotidiano ‘La Repubblica’, il Premier ribadisce una posizione già espressa più volte: favorevole alla nascita di uno Stato palestinese, ma contraria a un riconoscimento anticipato e unilaterale che, a suo avviso, rischierebbe di essere più simbolico che concreto. “L’ho detto in Parlamento, alla stessa autorità palestinese e anche a Macron – afferma Meloni –. Credo che il riconoscimento dello Stato di Palestina, senza che esista realmente uno Stato della Palestina, possa essere controproducente per l’obiettivo”. Il rischio, secondo la presidente del Consiglio, è che “si dia l’illusione che il problema sia risolto, quando non lo è affatto”.
Meloni chiarisce la posizione dell’Italia: “Siamo per la soluzione dei due popoli e due Stati”, ma insiste sul principio della reciprocità. “Il riconoscimento deve avvenire in contemporanea con quello dello Stato di Israele da parte palestinese. A noi interessa la pace, non la vittoria di uno sull’altro”.
“Un regalo a Hamas”
Alla voce di Meloni si aggiunge quella ancora più netta del Vicepremier Matteo Salvini, che definisce l’ipotesi di un riconoscimento in questa fase come “un regalo ai terroristi islamici”. “Prima si rilasciano gli ostaggi, poi si scioglie Hamas – ha detto Salvini durante un sopralluogo al cantiere Tav di Firenze –. Riconoscere adesso lo Stato palestinese è come se noi, ai tempi, avessimo trattato con le Brigate Rosse. Io regali ai terroristi islamici non ne faccio”.
Il leader della Lega, pur ribadendo il sostegno alla prospettiva dei due Stati, sostiene che non ci siano le condizioni minime: “Anche i palestinesi sono ostaggio di Hamas, ed è inaccettabile. Un riconoscimento oggi è sbagliato, anche nei confronti del percorso di pace”.
“Meloni giustifica il genocidio”
Durissima la replica del Presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che affida la sua risposta a un lungo post su Facebook. “Diamo atto a Giorgia Meloni di un raro gesto di coerenza: ha detto chiaramente che i palestinesi non hanno diritto a uno Stato”, scrive l’ex premier, accusando l’attuale capo del governo di complicità con il governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu. Conte respinge con forza la motivazione del Primo Ministro premier, definendola “una scusa vile, che ignora il sistematico piano di deportazione e sterminio in atto da mesi”. E rincara la dose: “È la giustificazione codarda di chi chiude gli occhi davanti alle violente espansioni dei coloni in Cisgiordania, patrocinate dall’esercito israeliano nel silenzio della comunità internazionale”.
Nel suo attacco, l’ex Presidente del Consiglio evoca i numeri drammatici del conflitto in corso: “Dopo 60mila morti, di cui 20mila bambini, il governo Meloni continua a remare contro la pace in Medio Oriente e contro i diritti del popolo palestinese”. E cita anche le parole shock del ministro israeliano Amihai Ben-Eliyahu, secondo cui “Tutta Gaza sarà ebraica… il governo sta spingendo affinché Gaza venga cancellata”. “Giorgia, qui siamo ben oltre la politica. È in gioco il senso di umanità che tutti dobbiamo conservare, al di là dei colori politici”, conclude Conte. “Serve un imperativo morale: contribuire a fermare questo genocidio”.