È un fuoco incrociato quello che Giuseppe Conte ha aperto oggi sul palco di ‘Forum in Masseria’ con Bruno Vespa, rivendicando il ruolo del Movimento 5 Stelle come unica voce dissidente nelle politiche internazionali ed economiche del governo. Dal bombardamento americano in Iran alle “corsie preferenziali” per le armi in Italia, fino al futuro delle alleanze regionali: il leader pentastellato ha fotografato contraddizioni e omissioni, senza risparmiare critiche dure né al presidente Trump né all’esecutivo di Roma. “Assolutamente sì”, ha tuonato Conte sul dibattito che da Washington corre fin nel cuore del Golfo Persico: “Trump ha sbagliato a bombardare l’Iran. Siamo stati per un pelo di fronte all’esplosione dell’intero quadrante mediorientale”. Il Presidente M5S ha denunciato la distanza tra l’uomo d’affari che in campagna elettorale prometteva “pace e profitti” e la decisione militare: “È paradossale: chi fa affari ha interesse a mantenere la stabilità, eppure ha contraddetto la propria dottrina, mettendo a rischio le nostre certezze”.
Non solo Stati e governi: nel mirino di Conte finisce anche il nuovo progetto politico di Elon Musk, ‘America Party’. “Non è un partito nuovo, è già stato fatto in Italia dalle forze di maggioranza”, ha detto, ricordando i provvedimenti approvati dal governo: “Acquistano gas americano a tre-quattro volte il prezzo, azzerano la Global Minimum Tax per omaggiare i giganti del web, accettano armi d’Oltreoceano… Insomma, il partito americano l’abbiamo già creato noi. Musk arriva secondo”. E l’affondo finale: “Con gli Stati Uniti non abbiamo dialogo, ma sudditanza”.
Israele e Gaza
Sull’emergenza umanitaria di Gaza, Conte non usa mezzi termini – e neppure il termine “genocidio” gli sfugge. “A Gaza c’è un’atrocità quotidiana sotto i nostri occhi. Si sta usando la fame come arma di guerra”. Per questo il Movimento 5 Stelle propone un embargo totale sulle armi a Israele: “Se lo imponessimo domani mattina, l’offensiva si fermerebbe in poche ore”. Ricordando i voti di astensione dell’Italia all’Onu, Conte definisce “vergognosa e vigliacca” l’inazione dell’esecutivo: “Tre volte ci siamo astenuti sulle risoluzioni di condanna; così l’Italia abdica al suo ruolo morale”. E sul futuro di Tel Aviv: “Netanyahu teorizza la ‘pace con la forza’ e minaccia di annettere la Cisgiordania; i Ministri Smotrich e Ben Gvir parlano di pulizie etniche. Non possiamo far finta di niente: quando parliamo di antisemitismo, dovremmo chiamare tutti a contrastare la condotta criminale del governo israeliano”.
Sul fronte ucraino Conte traccia un bilancio severo del sostegno Nato: “Dopo tre anni abbiamo fallito tutte le previsioni: credevano nella vittoria militare di Kiev, nel tracollo dell’economia russa… Ora l’unica strada è il negoziato. Se avessimo investito fin dall’inizio in un tavolo comune, magari includendo la Cina, oggi eviteremmo tensioni e nuovi fronti di crisi”.
Armamenti
La denuncia più aspra arriva però sul fronte interno. In un post su X, Conte avverte il governo: “State per approvare un emendamento al decreto infrastrutture che accelera e ‘secretizza’ gli acquisti di armi, con controlli ridotti al minimo. Dopo un anno non siete riusciti a applicare il decreto sulle liste di attesa in ospedale; avete affossato salario minimo e settimana corta; avete appesantito la burocrazia per l’innovazione… E ora volete favorire le lobby delle armi? Saremo implacabili: non daremo tregua”. Tra un dossier internazionale e l’altro, Conte aggiorna anche sul futuro elettorale. Nelle Marche il Movimento 5 Stelle appoggerà il candidato Ricci “senza chiedere poltrone né costruire apparati di potere”. Dopo decine di riunioni con gli iscritti, “l’assemblea territoriale ha deciso di entrare in coalizione perché Crede nel programma di Ricci”.
In Puglia, il nome sul tavolo è quello del Sindaco Antonio Decaro: “Ha tutte le carte in regola per guidare il rinnovamento, ma non basta una sola persona. Se si forma una squadra affidabile, noi ci siamo. Dobbiamo imparare dagli errori di sottovalutazione del passato”.