Ieri mattina nel corso di un vertice di maggioranza che si è svolto a Palazzo Chigi si è discusso del futuro della sanità italiana, con particolare attenzione alla riforma della medicina di famiglia. L’incontro ha coinvolto il Premier Giorgia Meloni, i Vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il Ministro della Salute Orazio Schillaci, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. Schillaci, al termine della riunione, ha ribadito l’impegno del governo a rendere il Servizio sanitario nazionale più accessibile e funzionale per tutti i cittadini: “L’obiettivo condiviso tra esecutivo, Regioni e forze di maggioranza è quello di migliorare i servizi sanitari, garantendo equità ed efficienza”.
Fedriga ha invece ha sottolineato la necessità di approcciarsi alla riforma con una prospettiva a lungo termine: “I risultati non si vedranno nel breve periodo, ma saranno evidenti nei prossimi anni. Governare significa avere il coraggio di prendere decisioni che produrranno effetti nel futuro, piuttosto che cercare un consenso immediato”. Il Presidente della Conferenza delle Regioni ha citato l’esperienza della riorganizzazione della rete oncologica regionale come esempio di riforma che richiede tempo per mostrare i suoi effetti positivi: “Se ci limitiamo a pensare alle prossime elezioni, rischiamo di non dare risposte concrete ai cittadini”.
Riforma dei medici di famiglia
Uno dei punti più dibattuti riguarda la possibile assunzione diretta dei medici di base da parte del Servizio sanitario nazionale. Attualmente, i medici di famiglia operano come liberi professionisti in convenzione con il Ssn, ma la riforma potrebbe introdurre un cambiamento significativo con l’inserimento dei medici nelle nuove Case di Comunità finanziate dal Pnrr. Su questo aspetto, Forza Italia ha espresso delle riserve, temendo che la trasformazione del modello lavorativo dei medici possa creare rigidità e difficoltà organizzative. Secondo i piani del governo, entro il 2026 dovrebbero essere attivate oltre 1350 Case di Comunità, strutture destinate a potenziare l’assistenza territoriale e alleggerire il carico sugli ospedali.
Liste d’attesa
Oltre alla riforma della medicina generale, il vertice ha affrontato il tema delle liste d’attesa, una delle principali preoccupazioni dei cittadini. Il Ministro Schillaci ha evidenziato la necessità di modernizzare il sistema delle prenotazioni e di garantire che nessuna struttura sanitaria possa chiudere le liste d’attesa: “Serve un Cup unico nazionale e il divieto assoluto di bloccare le prenotazioni”. Secondo Schillaci, è fondamentale il coinvolgimento attivo delle Regioni per migliorare la gestione delle liste d’attesa e garantire tempi di accesso alle prestazioni sanitarie più adeguati: “Il Ssn ha bisogno di riforme per mantenere la sua universalità e per garantire attenzione alle fasce più deboli della popolazione”.
Comunque nonostante la discussione, il vertice di ieri non ha portato a decisioni definitive, come ha confermato lo stesso Fedriga: “Abbiamo fatto un’inquadratura generale della situazione, ma non siamo ancora arrivati a conclusioni definitive”.