Sventate truffe all’Unione Europea per intascare milioni di euro di fondi pubblici per pascoli inesistenti. Dopo due anni di indagini, ieri mattina all’alba è scattata una maxi-operazione denominata “Transumanza”, condotta in tutta Italia dalla Guardia di Finanza di Pescara, diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (D.D.A.) della Procura dell’Aquila. Le frodi, accertate dai finanzieri, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro. Più nel dettaglio, sono 38 le persone e 24 le imprese agricole coinvolte, con 25 misure cautelari personali, 16 perquisizioni e sequestri preventivi in esecuzione, anche grazie ai mezzi aerei del Reparto Operativo Aeronavale di Pescara, per un giro di affari illecito su cui si sospetta anche la mano della “mafia foggiana”, visto il coinvolgimento di affiliati alle organizzazioni criminali del Gargano.
Indagini dal 2021
Su questo giro di affari illecito, dal 2021 i finanzieri hanno effettuato acquisizioni documentali, intercettazioni di oltre 100mila conversazioni, 8.000 interrogazioni alle banche dati ed accertamenti bancari su più di 270 conti correnti. Il pool investigativo ha così tratteggiato l’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla perpetrazione, con l’aggravante mafiosa, di frodi a danno del bilancio nazionale e comunitario, che sarebbe stata attuata mediante indebite richieste di contributi per il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (F.E.A.GA) nel settore della Politica Agricola Comune (PAC).
In possesso di Titoli Pac
Per truffare l’Unione Europea, l’associazione per delinquere, operativa dal 2014, di cui farebbero parte 13 persone, avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni e di corrispondenti titoli Pac (Politica Agricola Comune), rilasciati gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli ai nuovi giovani imprenditori agricoli. Secondo gli inquirenti, le nuove imprese agricole fittizie sarebbero state in combutta con altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per l’accaparramento di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni.