Per UNICEF Italia la salute dei minori che lavorano è legata al Documento Valutazione dei Rischi (VDR) e passa per i Consulenti del Lavoro. L’UNICEF, con il proprio Osservatorio per la prevenzione dei danni da lavoro minorile, ha coinvolto oltre all’Associazione Ospedali Pediatrici Italiani, AOPI e il Laboratorio di Sanità Pubblica per l’analisi dei bisogni di salute delle comunità dell’Università degli Studi di Salerno, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, riconoscendo tale professione anello di collegamento certo e di garanzia tra i datori di lavoro e le istituzioni, riconoscendo per tali professionisti la possibilità di proporre agli assistiti il percorso di prevenzione per i minori che svolgono un’attività lavorativa legale.
Recenti statistiche dell’Agenzia Europea della Salute e Sicurezza sul lavoro indicano che le persone di età compresa fra i 15 e i 24 anni rischiano maggiormente rispetto agli altri adulti di subire un infortuno grave sul lavoro. È possibile, infatti, che i rischi non vengano sempre segnalati, perché i giovani lavoratori non conoscono il processo di segnalazione e per la loro esitazione a comunicare rischi e pericoli, specialmente in relazione ai settori e alle occupazioni in cui essi sono maggiormente impiegati, vale a dire il settore dei servizi, il settore alberghiero, il settore del commercio, dell’artigianato e della piccola e media impresa. Ed è proprio in questi comparti che i Consulenti del Lavoro diventano fondamentali nel richiamare i propri interlocutori sui particolari obblighi per tutelare la salute del minore che lavora.
Ecco perché UNICEF Italia ha redatto qualche giorno fa una schematica guida, molto comprensibile, per datori di lavoro e giovani che si avvicinano al mondo del lavoro, indicando il percorso giusto da seguire per procedere alla elaborazione del Documento di Valutazione del Rischio, DVR, destinato in particolare all’analisi dei rischi commisurata ai lavoratori “in erba”.
“La prevenzione degli infortuni e delle malattie dei giovani lavoratori inizia a livello politico, ha sottolineato la Presidente Unicef Italia Carmela Pace, che comprende la legislazione, i programmi di supporto e le campagne informative. L’obiettivo del nostro Osservatorio per la prevenzione dei danni da lavoro minorile, ha aggiunto Pace, è quello di contribuire concretamente a creare buone basi per ridurre i problemi di salute e sicurezza a carico dei giovani lavoratori, affinché la SSL diventi parte integrante della formazione e anche delle politiche nazionali includendola fra le materie curriculari nei percorsi educativi tradizionali.”
Lo schema del DVR oltre a contenere le attività vietate, i lavori che impiegano sostanze nocive, l’organizzazione dell’orario di lavoro e le sanzioni per chi non rispetta le disposizioni di legge, richiama l’attenzione sull’analisi dei seguenti: lo sviluppo non ancora completo del soggetto, la mancanza di esperienza, di consapevolezza e di capacità di discernimento in merito ai rischi lavorativi, esistenti o possibili, in relazione all’età; la natura, il grado e la durata dell’esposizione agli agenti chimici, biologici, fisici; la movimentazione manuale dei carichi; la sistemazione, la scelta, l’utilizzazione e la manipolazione delle attrezzature di lavoro; la pianificazione dei processi di lavoro e dello svolgimento del lavoro e della loro interazione sull’organizzazione generale del lavoro; la programmazione della formazione e informazione; l’analisi e la valutazione del rischio psico-sociale sul lavoro.
Stando alle Statistiche europee delle malattie professionali (EODS), le cinque malattie professionali più diffuse tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni sono: reazioni allergiche, irritazioni cutanee, disturbi polmonari, malattie infettive e disturbi muscoloscheletrici. Un elemento da non trascurare è quello che i giovani beneficiano in misura minore delle misure di riabilitazione, mentre i tempi di recupero inferiori concessi a questi lavoratori sono indicativi di una mancanza di consapevolezza dei rischi a cui sono esposti e delle loro conseguenze.
Sapere in quali ambiti sono impiegati i giovani consente di puntare maggiormente su questi settori per contribuire alla loro formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro (SSL) e alla prevenzione. In aggiunta, il fatto di sapere quali sono i principali rischi per la salute spinge a sensibilizzare maggiormente su questi stessi sia i datori di lavoro sia i giovani lavoratori.