venerdì, 22 Novembre, 2024
Economia

Tasse. Da oggi 77 adempimenti. Nuove date per la pace fiscale

La riforma ancora ferma

Per cittadini e imprese alle prese con il fisco sono ore cruciali. Due le notizie di segno opposto. La prima che oggi 16 marzo i contribuenti fedeli e con loro commercialisti, consulenti e intermediari finanziari hanno di fronte la prima data di un calendario fiscale fittissimo. Qualcosa come 77 adempimenti tributari da rispettare. Di questi 60 sono appuntamenti alla cassa per versare imposte e ritenute. Ci sono poi 15 comunicazioni e due obblighi dichiarativi a completare il conto. Infine gli invii dei dati che sono alla base delle dichiarazioni precompilate 2022 per denunciare al fisco i redditi 2021.

Un rally da paura

Percorso che sconvolgerà le giornate di molti contribuenti e degli uffici di commercialisti e tributaristi. L’altra notizia, invece, è buona e di segno diametralmente opposto. C’è il via libera dalla commissione Bilancio del Senato all’emendamento che concede una nuova possibilità ai 512mila contribuenti decaduti dalla rottamazione ter e dal saldo e stralcio.

Tasse le nuove chance

Il via libera del Governo – arrivato la notte del 14 marzo – concede una nuova possibilità ai decaduti della pace fiscale. Dopo la prima proroga fissata al 31 dicembre il termine per saldare le rate scadute della pace fiscale, la nuova decisione approvata al Senato concede a 512mila contribuenti una possibilità per saldare il conto con le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio.

Rinvii senza perdere benefici

La decisione della Commissione Bilancio del Senato prevede un nuovo calendario delle scadenze. Si spostano ad esempio, i termini per i versamenti delle rate in scadenza nel 2022. Si può versare il dovuto senza perdere i benefici della definizione agevolata, il versamento delle rate della rottamazione-ter e del saldo e stralcio in scadenza negli anni 2020 e 2021.

Le nuove date

Ecco i nuovi termini per rientrare nella pace fiscale: entro il 30 aprile 2022, le rate in scadenza nell’anno 2020; entro il 31 luglio 2022, le rate in scadenza nell’anno 2021. Sono tollerati i cosiddetti “mini ritardi”. La norma introdotta prevede che sono ritenuti validi ai fini della definizione agevolata i tardivi pagamenti effettuati entro cinque giorni dalla scadenza.

Procedure esecutive estinte

Altra buona notizia per i contribuenti ritardatari, e per quelli che sono stati già chiamati a saldare i propri debiti maggiorati degli interessi e delle sanzioni. Per loro sono estinte le procedure esecutive previste per i contribuenti decaduti dalla pace fiscale.

Il fronte dei pagamenti

Se per ritardatari e morosi le maglie temporali si allargano per i contribuenti attenti invece si stringono. Da oggi 16 marzo sono 77 gli adempimenti tributari da rispettare. Tra gli obblighi di trasmissione i dati che saranno utilizzati dalle Entrate per predisporre i prossimi modelli 730 e Redditi precompilati. Questo anno c’è una complicazione in più con l’obbligo che incombe sugli amministratori di condominio che sono tenuti a indicare al fisco le quote di spesa imputate ai singoli condomini che porteranno in detrazione i bonus edilizi. Tra gli obblighi di comunicazione ci sono anche i dati sui contributi previdenziali e assistenziali che gli enti di previdenza dovranno indicare all’amministrazione finanziaria e che i contribuenti potranno dedursi dal reddito imponibile, come ad esempio i contributi pagati per colf e badanti.

L’elenco delle comunicazioni

Il contribuente dovrà indicare le erogazioni liberali trasmesse al Fisco da onlus e soggetti del terzo settore i bonifici per i lavori di ristrutturazione, i contratti di assicurazione, le spese universitarie, quelle mediche passate per il sistema tessera sanitaria, le spese veterinarie e quelle funebri.

Le scadenze di marzo

Oltre alle certificazioni dei redditi il 16 marzo scade il termine per la consegna ai contribuenti interessati delle Cupe ossia delle certificazioni degli utili e degli altri proventi nonché delle ritenute effettuate nel 2021.
C’è poi da rispettare il termine per l’invio delle Certificazioni Uniche, le cosiddette Cu per il 2022 con l’indicazione di tutti i dati fiscali e previdenziali che certificano i redditi da lavoro dipendente, assimilati e assistenza fiscale, nonché i rapporti di lavoro autonomo, le provvigioni e i redditi diversi corrisposti nel corso del 2021.

Attenzione all’IVA

Tra i pagamenti, in unica soluzione o come prima rata, dell’Iva dell’anno d’imposta 2021 indicata nella dichiarazione annuale Iva, c’è l’IVA. Un appuntamento che lo scorso anno slittò in avanti fino al 31 agosto, che comunque ha assicurato all’Erario – in un anno e in pieno Covid – oltre 14miliardi di euro.

Imprese, c’è la Tobin tax

Appuntamento alla cassa anche per la Tobin tax, l’imposta sulle transazioni finanziarie. Entro metà marzo si dovrà pagare un’imposta dello 0,2% sul valore della transazione nei casi di trasferimenti proprietari di azioni e altri strumenti finanziari partecipativi, Aliquota che scende allo 0,1% per i trasferimenti effettuati in mercati regolamentati e sistemi multilaterali di negoziazione.

Il calendario dei pagamenti

Il 16 marzo c’è la Certificazione Unica che va inviata al lavoratore, che userà i dati contenuti nel documento per la predisposizione della dichiarazione dei redditi, e all’Agenzia delle entrate. Il 16 c’è anche l’appuntamento per il versamento dell’Iva a debito a seguito di conguaglio scaturente dalla dichiarazione annuale, con l’utilizzo del modello F24 e codice tributo 6099. Il versamento può essere rateizzato, da completare entro il 16 novembre 2022. Entro il 16 marzo 2022 vanno inviati i dati delle spese detraibili sostenute dai contribuenti, in modo da consentire la predisposizione della dichiarazione precompilata. Ancora, entro il 16 marzo, i contribuenti Iva mensili dovranno versare l’Iva a debito presso gli istituti o le aziende di credito o gli uffici e le agenzie postali o i concessionari della riscossione. Si deve utilizzare il modello F24 con il codice tributo 6002. Il versamento Irpef riguarda le ritenute alla fonte operate su redditi di lavoro dipendente e assimilati corrisposti nel mese precedente, insieme alle addizionali comunali e regionali; redditi di lavoro autonomo corrisposti nel mese precedente, provvigioni per rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione e di rappresentanza corrisposte nel mese precedente
Entro il 16 marzo c’è il pagamento dei contributi dovuti sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti di competenza del precedente mese. Il 25 marzo c’è la scadenza per presentare gli elenchi riepilogativi Intrastat mensili delle cessioni e degli acquisti intracomunitari di beni e delle prestazioni di servizi relativi al mese di febbraio.

La riforma al palo

La riforma del fisco intanto si è incagliata sull’adeguamento dei valori catastali. Il provvedimento è passato per un solo voto. Il tema che fa registrare una contrapposizione tra schieramenti politici, ha posto in ombra le ragioni complessive della riforma. Cioè il ridurre il cuneo fiscale, rendere più semplice l’Ires Imposta sul reddito delle società), cancellare l’Irap (imposta regionale sulle attività produttive), rivedere le addizionali e riorganizzare il catasto in cinque anni. Attraverso la riforma fiscale, dunque, il Governo promise di ridurre l’evasione, semplificare il sistema tributario e incentivare l’economia tramite una riduzione della pressione fiscale.

Occasione perduta

Per gli esperti m finora c’è il rischio di perdere una occasione di riforma.
Salvo la parte relativa al catasto, la delega per la riforma fiscale “appare pervasa da un’eccessiva genericità che rischia di risultare d’ostacolo per dare certezze a cittadini, imprenditori e investitori e di generare conflittualità politica e confusione applicativa”.
Luci e ombre anche sulle semplificazioni. Deludenti le previsioni sul fronte della giustizia tributaria e dell’accertamento. “Insomma”, per gli analisti o quanti avevano auspicato ad un cambio di passo, “la delega fiscale trasmette un senso di latente insoddisfazione”.

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