venerdì, 19 Aprile, 2024
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Populismo e intolleranza: i conti ancora aperti col terrorismo politico

L’Italia ha fatto davvero i conti col terrorismo? Probabilmente li ha fatti meglio di quanto non fece col fascismo. Ma il populismo degli ultimi 10 anni è stata un ripresa di fiamma di quel modo distorto, demagogico, manicheo e pericoloso di intendere la politica. Per fortuna la violenza del populismo è rimasta nelle parole.

Il fascismo  fu archiviato frettolosamente e rimosso senza esaminare il perchè fosse nato e come mai avesse goduto, almeno per una certa fase, di un ampio consenso. Della tragica vicenda del Ventennio  fu poco studiata   quella che è stata definita la “guerra civile”  scatenatasi dopo la caduta del Duce  e che ha lasciato strascichi e strappi nella coscienza collettiva degli italiani. Una componente del terrorismo, quello nero, neofascista e neonazista, trovò proprio nei detriti mal digeriti di quel periodo l’alimento della sua folle azione stragista e criminale.

Tutt’ora i nostalgici del fascismo, quei gruppi che provano un senso di insano orgoglio nell’esibire il saluto romano, poco o nulla rinnegano dei tragici errori di Mussolini, dimostrando che i conti  con quella che doveva essere una “parentesi” non sono completante finiti, nonostante la destra parlamentare, soprattutto con Gianfranco Fini, abbia saputo completare l’accreditamento democratico e repubblicano  di quell’area.

 

IL VENTENNIO TERRORISTA

Il terrorismo è esperienza più recente, dal 1969 a metà degli anni ottanta, anche qui quasi un ventennio di lutti, lacerazioni , di giovani esistenze bruciate dall’odio ideologico e dalla violenza.

Il terrorismo di sinistra, è stato combattuto con uno spirito di unità nazionale dopo la strage di Via fani e l’uccisione di Aldo Moro.

Il Pci capì con ritardo che  le brigate non erano “sedicenti” rosse ma erano rosse e basta  perchè si rifacevano al credo rivoluzionario marxista-comunista che il partito di via Botteghe oscure non aveva abbandonato del tutto neanche dopo aver individuato la “via parlamentare e italiana” al socialismo.

Nel periodo di massima espansione del terrorismo si calcolava che circolassero in Italia circa 3000 persone addestrate e pronte a uccidere, in gran parte giovanissmmi, e provenienti da aree culturali comuniste e cattoliche. Ma questi “pesci” per usare la metafora di Mao ,potevano nuotare in un mare di oltre 50.000 persone  insospettabili e insospettate, fiancheggiatrici,pronte a dare sostegno, ospitalità e copertura agli “operativi”.. Il terrorismo ha rappresentato il battesimo di sangue della nostra democrazia che si è affrancata dal fideismo intollerante delle ideologie totalizzanti che si proclamano forze del Bene contrapposte alle forze del Male. Una crisi di sana secolarizzazione della politica che non è del tutto completata.

 

LA POLITICA MANICHEA DEI POPULISTI

Il populismo che abbiamo conosciuto negli ultimi 10 anni è stata un ripresa di fiamma di quel modo distorto, demagogico, manicheo e pericoloso di intendere la politica. Per fortuna la violenza del populismo è rimasta nelle parole. Ma occorre stare all’erta. Sotto la cenere dell’intolleranza cova sempre la violenza.

 

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