venerdì, 26 Aprile, 2024
Economia

Pil vicino al rimbalzo. Confindustria vede la ripresa

Più luci che ombre per l’economia italiana. Ad “intravedere la risalita dalla crisi” è il Centro studi di Confindustria, nella sua analisi congiunturale.

Nello studio, inoltre, si evidenzia il fattore Cina con un record di esportazioni che è balzato del 12% con incrementi a tre cifre. La valutazione di Confindustria parte dall’Italia, dove i consumi sono pronti a ripartire, gli investimenti in recupero, l’export in risalita.

“L’Italia, con un ampio gap tra servizi e industria, meno occupati, ma anche tassi di interesse ai minimi, è in linea con l’Eurozona, che procede a velocità ridotta”, osserva la Confederazione che giudica il Pil più vicino al rimbalzo. In Italia sono iniziati da aprile i primi allentamenti delle restrizioni anti-Covid. “Ciò condurrà nel 2° trimestre a un piccolo segno positivo del Pil”, prevede Confindustria che sottolinea, “si conferma lo scenario in cui un forte rimbalzo si avrà nel 3° trimestre, grazie al crescere delle vaccinazioni; riguardo al loro ritmo, che ha accelerato, restano però rischi al ribasso”.

Dall’imponente Piano del premier Draghi, varato dal Parlamento si prevede che arriverà un aiuto alla ripresa già nella seconda metà del 2021.Stando alloggi invece con la graduale riapertura, nelle prossime settimane, di diverse attività terziarie ci sarà un progressivo ritorno in territorio positivo. Il problema rimane quello del lavori. I dati non sono confortanti. Da febbraio 2020 a marzo 2021 ci sono 896mila occupati in meno. I più colpiti sono i lavoratori a tempo determinato (-9,4%) e gli autonomi (-6,6%). “Per i primi, alla maggiore elasticità al ciclo economico, si aggiunge, in questa crisi, l’effetto del blocco dei licenziamenti”, commenta il Centro studi, “I secondi in molti casi hanno dovuto fermare la loro attività, per le restrizioni in settori dei servizi in cui sono più presenti.

Nel frattempo c’è stata una impennata di richiesta di denaro e prestiti delle banche alle imprese che sono saliti a +7,6%, ma, avverte Confindustria “il maggior debito non si traduce tutto in investimenti, perché in molti settori serve a finanziare il capitale circolante”. Nel complesso, tuttavia, le prospettive sono di un buon recupero degli investimenti dai minimi, anche grazie a quelli pubblici. Infine il rapporto tocca un tema economico di grande interesse, quello dell’export con il boom con la Cina. L’exploit delle vendite italiane in Cina è dovuto a due fattori. “Primo”, sottolinea l’analisi di Confindustria, “la forte espansione cinese e, in particolare, dei suoi scambi con l’estero: le importazioni cinesi sono cresciute del 12,5% congiunturale nel primo bimestre 2021, molto sopra ai livelli pre-crisi. Secondo, il fatto che in tutto il 1° trimestre 2020 la Cina era in crisi pandemica e il livello delle vendite italiane si era già ridotto molto. Importante è la scomposizione settoriale delle vendite in Cina. Nel primo bimestre 2021 registrano incrementi a tre cifre i comparti autoveicoli con un +285% e abbigliamento +102%; che oltrepassano il 60% dell’incremento totale. Sono”, segnala infine il rapporto, “gli stessi settori che avevano registrato le cadute più ampie nei primi due mesi dell’anno precedente”.

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