venerdì, 26 Aprile, 2024
Politica

Pnrr in Parlamento e poi a Bruxelles. L’Italia si gioca tutto col piano Draghi

Ampio consenso dei partiti e delle forze sociali. Confindustria rilancia: necessario essere coinvolti. I Sindacati in attesa: quale impatto ci sarà sul lavoro?

Non un libro dei sogni ma una grande occasione di modernizzazione.

La filosofia di Mario Draghi è un mix di pragmatismo e grandi visioni.

“Il Piano è parte di una più ampia e ambiziosa strategia per l’ammodernamento del Paese”. “Il Governo-dice-intende aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile; ambiente e clima; idrogeno; automotive; filiera della salute”. Con un’ambizione “L’Italia deve combinare immaginazione e creatività a capacità progettuale e concretezza. Il governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale”. I numeri del Piano sono imponenti.

 

ROAD MAP SERRATA

Priorità sono: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; “rivoluzione” verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione sociale; salute. Un impianto su cui poggerà l’Italia del futuro. La supervisione politica del piano, infatti, è affidata a “una struttura di coordinamento centrale presso il ministero dell’Economia” che sarà responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione Ue. Il governo costituirà anche task force locali per aiutare le amministrazioni. La road map ha ora tempi stretti. Con il via libera da parte del Consiglio dei ministri Lunedì 26 e martedì 27, Draghi sarà in Parlamento, dove i partiti diranno la loro; il premier ascolterà e potrà eventualmente integrare le proposte sulla base delle indicazioni della mozione che sarà approvata dal Parlamento. Il 30 aprile, il piano sarà inviato alla Commissione europea. Se otterrà il primo via libera da Bruxelles, entro l’estate ci sarà l’anticipo dei primi 27 miliardi di euro, il resto dei fondi avranno una erogazione semestrale, in base alla realizzazione dei progetti.

Confindustria con il suo presidente Carlo Bonomi chiede: “un sistematico coinvolgimento delle parti sociali nell’attuazione del Piano. Una vera e propria ‘rete’ nazionale, composta da soggetti pubblici e privati, per monitorare ed elaborare costantemente i dati e le informazioni necessari ad accompagnare l’esecuzione dei progetti”. Confindustria chiede che il Piano sia gestito da una “Governance scelta”, indicando nel ruolo della Cabina di regia anche un “supporto operativo alla gestione del Pnrr ed elabori, in caso di ritardi, azioni correttive”. I sindacati chiedono un coinvolgimento di “merito”, come osserva Bombardieri della Uil, sollecitando un coinvolgimento di metodo, “cioè quale si pensa debba essere il livello del confronto con le parti sociali”. Ai sindacati interessa un “cronoprogramma degli interventi, con i conseguenti impatti occupazionali e con una particolare attenzione a donne, giovani e Sud”.

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