venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

Un bilancio di guerra

Nell’industria il 45% delle imprese sono fragili o a rischio di sopravvivenza, l’export in due settori di punta, quali il tessile e l’abbigliamento è diminuito del 19,5%, i viaggi per lavoro si sono ridotti a circa il 78 %, la crisi del commercio e del turismo è visibile ad occhio nudo e nell’occupazione si sono persi 945.000 posti di lavoro, mentre gli inattivi, quelli cioè che hanno perso ogni speranza e fiducia nel futuro, ha toccato quota 717.000.

Quello tracciato dall’ISTAT è anche un bollettino delle sconfitte e dei traumi che il sistema Italia ha registrato in conseguenza del diffondersi della pandemia. Senza valutare i drammi e le sofferenze, anche psicologiche, dettate da forme di clausura e estraneazione dalla vita sociale.

Un bilancio che ricorda quello del tempo di guerra e che viene aggravato  dall’attenuarsi, fino allo sfinimento, della capacità di reazione civile- quasi patriottica- alla sfida che un morbo sconosciuto e subdolo suscitò tra l’inverno e la primavera dello scorso anno. Si è persa traccia di quei primi mesi e, nella crisi di fiducia, riaffiorano prepotenti i particolarismi corporativi e i localismi, con il risultato di rendere ancora più faticosa la lotta a un morbo crudele.

Eppure, finalmente, ci sono vaccini che potranno segnare una svolta generalizzata e positiva: non aiutano però un’opinione pubblica che ha un disperato bisogno di certezze i distinguo e le riserve su questo o quel vaccino, come, proprio oggi, è avvenuto negli Stati Uniti, da parte dell’autorità federale FDA che pur ne aveva controllato la realizzazione e autorizzato la diffusione, nè aiutano i protagonismi eccessivi di autorità regionali e locali.

Qui si ripropone il tema della demagogia farlocca e del lassismo istituzionale che ha consentito alle Regioni di porsi quasi quali Stati autonomi, ben oltre i limiti imposti nella Costituzione, con la complicità di tanti media che hanno ribattezzato come governatori, sul modello statunitense, coloro che sono semplicemente Presidenti.

Se dalla pandemia potremmo trarre, a cominciare da Governo e Parlamento, gli stimoli giusti per affrontare questo nodo, sulla cui complessità la sinistra ha colpe gravi, allora tante confusioni e isterismi localistici potranno essere eliminati dal nostro orizzonte, specialmente da quello dei giovani.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Che fiducia in Conte

Carlo Pacella

Commissione Ue, no test di viaggio e quarantena per i vaccinati

Gianmarco Catone

Le bellicose vacanze di Mishustin

Renato Caputo

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.