giovedì, 28 Marzo, 2024
Economia

Orsini (Confindustria): impossibile chiudere le attività produttive. Troppe aziende indebitate. Serve riforma fisco e nuovi aiuti

“Un lockdown non è assolutamente praticabile, se si chiudono le imprese questa volta c’è il serio rischio di vedere moltiplicati concordati e fallimenti”. Ne è certo Emanuele Orsini, Vice Presidente di Confindustria per il credito, la finanza e il fisco, che incrocia le dita e auspica, come tutti, che la Pandemia non travolga un sistema economico già durante provato, diventato ora più fragile. Per resistere però servono nuovi strumenti o la proroga di quelli esistenti in particolare una rimodulazione dei debiti, in attesa di tempi migliori.

“Ascoltando gli imprenditori due sono gli elementi su cui ci hanno chiesto di intervenire”, spiega Emanuele Orsini, “la sospensione degli ammortamenti e una rimodulazione del debito contratto in questi mesi a causa dell’emergenza sanitaria”. C’è un passo avanti che la Confederazione evidenzia.

“Grazie anche al lavoro e alle proposte di Confindustria al governo, intanto la norma sugli ammortamenti è ormai acquisita, anche se la strada per uscire dall’emergenza è ancora lunga”, fa presente Orsini.
“L’incertezza dovuta a una nuova recrudescenza del virus fa sì che le imprese abbiano bisogno di maggiore respiro”, ricorda il Vice Presidente di Confindustria per il credito, la finanza e il fisco, che rileva, “gli imprenditori si sono indebitati e ancora in molti settori le imprese non riescono a generare utili. Il pericolo è che il cash flow ridotto non sia sufficiente per ripagare il debito contratto, ma soprattutto che le imprese non siano in condizione di realizzare nuovi investimenti generando crescita per il paese”. C’è spazio per un filo di ottimismo, forse di realismo stando ad alcuni risultati positivi. “Il Fondo di garanzia sta dando i risultati attesi, anche se sulle garanzie serve qualche aggiustamento, come nel caso del fondo Sace”, tuttavia il Vice Presidente osserva prudente, “c’è un’emergenza e quindi va assolutamente prorogata la moratoria di legge, almeno fino a settembre del 2021. E’ una decisione da prendere con urgenza, per poter costruire uno strumento in grado di rimodulare i debiti contratti nei vari settori”. I problemi sono però di antica data, come la complessità del fisco, che per le imprese grava negativamente e oltremodo su produttività e complessivamente sui conti di ogni azienda.

“Occorre elaborare una riforma complessiva del fisco”, sollecita Orsini, “che superi la logica di mera cassa e faccia del fisco anche una leva di competitività del sistema industriale e quindi del paese”. Tra le richieste l’esponente di Confindustria rilancia, “chiediamo un potenziamento significativo e una stabilizzazione degli strumenti fiscali del piano Industria 4.0. Anche perché”, illustra Orsini, “il Covid non è sconfitto e ci sono settori più in difficoltà di altri, come i servizi, il turismo, i trasporti e l sistema fieristico e i dati sugli ordini per fine anno, dopo il rimbalzo positivo del terzo trimestre, sono in calo”. Con questi numeri per Confindustria non è ipotizzabile una chiusura generale: “un lockdown non è assolutamente praticabile, se si chiudono le imprese questa volta c’è il serio rischio di vedere moltiplicati concordati e fallimenti. Bisogna”, puntualizza, infine, Emanuele Orsini, “guardare a un orizzonte di medio lungo periodo”.

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