venerdì, 26 Aprile, 2024
Economia

Mistero MES: Salvezza o Danno

Nelle infine discussioni tra gli entusiasti fautori del ricorso al Mes ed i dubbiosi, dobbiamo evidenziare una vulgata erronea che sottolinea valutazioni spacciate come puramente finanziarie di convenienza al ricorso a tale strumento.

In effetti da un punto di vista meramente finanziario ed in particolare per il nostro Paese che ha una parte rilevante del debito pubblico in mano a fondi d’investimento esteri, l’aspetto più rilevante è quello del costo, in termini di tassi d’interessa da pagare sul debito pubblico che va periodicamente rinnovato. Ma ecco qui l’equivoco, che ci incaricheremo di dissipare.

Se si fa riferimento ai 36 miliardi (2% del Pil) di possibile credito erogabile dal MES all’Italia, da spendere a fronte di un piano di efficientamento del servizio sanitario nazionale e da estinguere entro massimo 10 anni, il costo per interessi è, in effetti, il minimo possibile in base al mercato. Con una commissione annuale di 10 punti (pagata in via posticipata), che si affianca ad una di entrata di 25 punti base ed una fee di servizio annuale di 0,5 punti base, si arriva allo 0,4%, un valore certo molto più contenuto rispetto all’emissione di un Btp a 5 anni sul mercato (attorno all’1,5%) o decennale (2,8%).

Ma non ci sono altri aspetti da considerare?

Bene. In primo luogo, vale la pena di sottolineare le due condizioni del Mes: il prestito serve solo per motivi sanitari post-pandemia (che il board del fondo andrà a controllare) e che lo Stato ricevente, dopo la crisi, deve rientrare nei parametri economici previsti dall’Ue; a ciò si aggiunga che il prestito è privilegiato rispetto a quello di altri creditori, ovvero, andrà pagato prima di quello degli altri creditori.

Bene, facendo un po’ di sfoggio di conoscenze spicciole di finanza di base, Modigliani-Miller nel loro famoso contributo alla finanza, hanno osservato come i tassi d’interesse crescano al crescere dell’indebitamento, e ciò perché i creditori percepiscono un aumento del rischio sull’effettivo rimborso del prestito.

Ora il debito pubblico complessivo del nostro Paese ammonta a oltre 2.400 Miliardi e, dunque, anche se si utilizzasse tutta la linea di credito Mes disponibile, il debito privilegiato costituirebbe circa 1,5 per cento del debito statale. Sembrerebbe una cifra veramente minima per incidere sui tassi. Ma, tuttavia, si consideri che sarebbe sufficiente anche solo incremento dello 0,05% annuo del costo del debito a ragione del maggior rischio percepito dai creditori per annullare il vantaggio del prestito “linea Mes”.

Ed allora, ragionando in termini squisitamente economici, prende forza l’idea di chi sostiene che meglio sarebbe procedere attraverso l’ordinaria emissione di titoli, i cui interessi, costituirebbero di fatto (almeno per la quota parte sottoscritta dai cittadini residenti nel nostro Paese) un trasferimento a sostegno dei consumi a favore delle famiglie.

Insomma, a volte conviene ben riflettere prima di indebitarsi e valutare con attenzione le possibili opzioni e vantaggi, perché non è sempre oro tutto quello che riluce.

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