A due giorni dalla visita ufficiale del Premier Giorgia Meloni alla Casa Bianca, dove incontrerà il Presidente statunitense Donald Trump, il clima politico, in Italia come in Europa, è carico di aspettative, tensioni e riflessioni sulle implicazioni diplomatiche e commerciali di una missione considerata tanto simbolica quanto strategica. L’Unione europea benedice l’iniziativa italiana, ma mette i paletti. A fare chiarezza è stata ieri la Portavoce della Commissione Ue, Arianna Podestà, nel consueto briefing con la stampa a Bruxelles: “Von der Leyen e Meloni sono state in contatto regolare in questi giorni e lo saranno anche nelle ore precedenti alla missione”. Il dialogo con gli Stati Uniti, secondo la Commissione, è “sempre benvenuto”, ma viene anche precisato con fermezza che “la competenza esclusiva per negoziare accordi commerciali spetta all’Ue”.
Una posizione che smorza sul nascere qualsiasi illazione circa un ruolo negoziale autonomo dell’Italia e rafforza la narrativa di un’iniziativa strettamente coordinata con Bruxelles, come ribadito più volte anche da ambienti di Palazzo Chigi.
“L’Italia non segue gli ultrà del protezionismo”
In Italia, comunque, la missione di Meloni a Washington divide il fronte politico. Da una parte c’è chi, come il Vicepremier Matteo Salvini, ne esalta il valore di moderazione e buonsenso: “Sarà una missione delicata, ma il governo ha sempre mantenuto una linea di equilibrio, non inseguendo gli ultrà di Parigi e Bruxelles che parlano di bazooka, contro azi e guerre commerciali”. Salvini ha anche aggiunto che “l’Italia non compete sulla quantità, ma sulla qualità. Per questo serve un dialogo continuo con Washington”.
Un’apertura che riflette la volontà, condivisa anche dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani, di posizionare l’Italia come ponte diplomatico tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, soprattutto in una fase di incertezza economica globale aggravata dalle tensioni commerciali, in primis tra Usa e Cina.
Il punto caldo
L’incontro con Trump arriva in un momento tutt’altro che semplice. A lanciare l’allarme è stato il Segretario di +Europa, Riccardo Magi, che accusa il governo di mancanza di trasparenza e improvvisazione: “Avevamo chiesto che il Primo Ministro venisse in Parlamento a riferire prima della visita. Non si può trattare con un Trump che dichiara dazi in diretta tv senza nemmeno avvertire gli alleati, e farlo da soli, fuori dal perimetro dell’Unione, rischia di trasformarsi in una fuga in avanti nazionalista”. Magi ha poi sottolineato come la credibilità internazionale degli Stati Uniti sia “seriamente compromessa” da simili atteggiamenti, e ha invitato Meloni ad “agire da leader europea e non da sola interprete di una politica commerciale italiana che non le compete”.
Dal fronte della maggioranza la Deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli ha invece rivendicato la piena legittimità e utilità diplomatica della missione, attaccando le polemiche dell’opposizione: “Le parole della Portavoce europea Podestà spengono ogni polemica: è un’iniziativa condivisa e maturata in contatto diretto con von der Leyen. Chi ha buoni rapporti con Washington fa bene a coltivarli: lo stesso commissario Sefcovic lo ha detto chiaramente”. Secondo Lucaselli, l’opposizione “sta cercando di trasformare un’opportunità per il Paese in un’occasione di scontro sterile, quando invece servirebbe unità”.
“Dialogo necessario per evitare fratture”
Più istituzionale il tono del Senatore Antonio De Poli, Presidente dell’Udc, che saluta con favore la visita alla Casa Bianca: “È un’occasione importante per rafforzare i rapporti con un alleato storico. Il dialogo non può che giovare a entrambi i lati dell’Atlantico. Se l’Italia riesce a portare al tavolo la voce dell’Europa con equilibrio, ne beneficeremo tutti”. Un’opinione condivisa anche dal Leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, che ha definito il viaggio “una buona notizia per l’Italia e per l’Europa”: “Serve consapevolezza del proprio ruolo. Una guerra commerciale sarebbe dannosa per tutti. Non è il momento degli slogan ma della responsabilità”.