Un settore chiave del made in Italy, la meccanica, subisce gli effetti amplificati di una difficile e imprevedibile evoluzione di congiuntura nazionale e internazionale. Sulla crisi della meccanica. Infatti, impatta pesantemente l’incertezza geopolitica che indebolisce la ripresa del commercio internazionale. Problemi, scenari e stime arrivano dal Rapporto Confartigianato Meccanica 2025: “Imprese della meccanica, tra incertezze dei mercati globali e sfide della twin transition” presentato dall’Ufficio Studi con l’Osservatorio MPI Confartigianato Emilia-Romagna. Per gli analisti alle tensioni geopolitiche, si sommano a quelle della guerra commerciale innescata dai dazi degli Usa.
Bce e Cina, le incognite
La stretta monetaria, secondo il rapporto, ha portato in territorio negativo il trend della domanda di investimenti in macchinari e impianti, mentre la recessione in Germania e il basso profilo di crescita della Cina pesano sulla domanda di prodotti del made in Italy. “La fase recessiva della meccanica è condizionata dalle incertezze dell’automotive nella difficile transizione alla mobilità elettrica”, si evidenzia nel Rapporto Confartigianato Meccanica 2025. Nel corso di un confronto congiunto dei consigli direttivi Confartigianato meccanica e Subfornitura e Confartigianato Carpenteria meccanica sono state “analizzate le condizioni del settore della meccanica in Italia e le prospettive per il 2025, evidenziando le principali sfide e opportunità per un settore strategico per l’economia italiana, con una forte specializzazione in alcune regioni come Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto”.
Digitale e ambiente
La produzione meccanica ha subito un calo del 6,4% nel 2024, più marcato rispetto al calo del 3,7% del manifatturiero nel suo complesso. Il Rapporto, infatti, evidenzia una migliore tenuta dell’indice di produzione ponderato per le micro e piccole imprese (MPI). “La doppia transizione, digitale e green, è un fattore chiave per delineare il futuro del settore”, si legge nel documento che esamina lo stato dell’arte nei processi di digitalizzazione delle imprese con un focus in relazione al progetto Gate4Innovation avviato da Confartigianato dell’efficientamento energetico e della riduzione dell’impatto sull’ambiente.
Personale qualificato cercasi
Tra i punti problematici quello della “elevata difficoltà nel reperire personale con competenze qualificate, in particolar modo nell’ambito digitale e della sostenibilità. Il commercio internazionale ha mostrato segnali di ripresa, ma con un ritmo inferiore alle attese. Nel 2024 le vendite del made in Italy della meccanica di produzione sono scese del 5,0%. Sull’export gravano i timori dei dazi USA mentre la recessione della Germania genera un impatto negativo sulle esportazioni italiane di prodotti della meccanica”.
Il costo del credito
La stretta monetaria, è emerso dal confronto tra Confartigianato meccanica e Subfornitura e Confartigianato Carpenteria meccanica, ha aumentato il costo del credito, penalizzando la domanda di investimenti, in particolare in macchinari e impianti. “L’incertezza sulla transizione verso la mobilità elettrica e la debole domanda di autoveicoli influiscono sulla performance della filiera dell’automotive. In Italia il flusso delle immatricolazioni di veicoli elettrici è ampiamente inferiore a quello necessario per raggiungere gli obiettivi nazionali indicati nel Piano Nazionale integrato Energia e Clima. “L’occupazione”, annota il rapporto, “presenta un calo nei prodotti in metallo, macchinari e mezzi di trasporto, mentre rimane in positivo per metallurgia e riparazione macchinari. Le previsioni della domanda di lavoro sono in forte calo nella primavera del 2025. Nell’ultimo trimestre i prezzi dell’energia elettrica hanno registrato un marcato rialzo, incidendo sui costi di produzione delle imprese della meccanica. Nel comparto è in corso un marcato processo di selezione delle imprese”.
I segnali positivi ci sono
All’interno di un quadro critico del settore, il Rapporto Meccanica 2025 di Confartigianato ha tuttavia evidenziato alcuni significativi segnali positivi relativi al miglioramento delle attese sugli ordini, “la tenuta e la crescita della produzione in settori con elevata presenza di imprese artigiane, il proseguimento della riduzione tassi da parte della Bce, la crescita congiunturale degli investimenti in macchinari e impianti nell’ultimo trimestre del 2024 dopo quattro trimestri consecutivi di calo, una complessiva resilienza dell’occupazione, il calo degli infortuni nell’artigianato, la crescita della qualità intrinseca delle esportazioni di beni strumentali, con un calo della produzione che si trasmette solo in parte sulla riduzione del valore aggiunto”.