sabato, 27 Aprile, 2024
Salute

Allarme malattie mentali, Bruzzone: “Ecco l’identikit del soggetto a rischio”

Una volta passata la fase acuta dell’emergenza di Covid-19 si rischia di vedere in tutto il mondo l’emergere di un’altra ‘pandemia’, stavolta per problemi mentali legati al coronavirus. Questo se non si interverrà per fare prevenzione. Ad affermarlo in un articolo pubblicato dalla rivista Lancet Psychiatry un gruppo di 42 esperti mondiali che hanno formato la International Covid-19 Suicide Prevention Research Collaboration, secondo i quali si può ancora agire per evitare o almeno ridurre il problema. Ne abbiamo parlato con la psicologa e criminologa Roberta Bruzzone.

C’è il rischio effettivo di un consistente incremento delle malattie mentali al momento della ripresa?
“Il pericolo purtroppo è molto concreto. In questi giorni uscirà presso l’editore Piemme il mio libro Disturbi della personalità nell’epoca del Coronavirus, dove in pratica mi unisco al grido d’allarme lanciato a livello mondiale”.

In quali tipi di personalità si nascondono i rischi maggiori?
“Rischieremo soprattutto disturbi di carattere ansioso determinati da vari fattori. Innanzitutto da un abbattimento delle relazioni sociali che si sta protraendo da circa due mesi e che provocherà un aggravamento delle condizioni per chi manifestava già delle criticità della propria personalità e nella capacità di rapportarsi con gli altri. Quindi tornare alla normalità per questi soggetti non sarà affatto facile. Tenga conto poi che giocheranno un ruolo decisivo e fortemente destabilizzante in molte personalità fragili, sia la paura di un ritorno della malattia che quella legata alle conseguenze economiche della crisi. Per coloro che hanno già una base ansiosa molto significativa con allegato rischio depressivo, rapportarsi con il ritorno alla normalità o magari con la necessità di trovare un nuovo lavoro potrebbe rivelarsi devastante. Specie per chi magari pensava di avere già in tasca un lavoro questa estate con contratti stagionali e si ritrova invece senza più un’occupazione. La ripresa per questi soggetti rischia addirittura di peggiorare la propria condizione psicologica”.

È vero che si rischierà anche un boom di suicidi?

“Temo proprio di sì, alcuni si sono già verificati e sono legati a questo scenario, ossia alla paura di ammalarsi e al timore di non farcela a riprendere una vita normale. Se la ripresa non sarà gestita adeguatamente sotto il profilo economico, in molte persone la paura del futuro andrà a sommarsi a quella del contagio, aumentando il pericolo di cadere in una spirale depressiva”.

Il pericolo di un aumento delle malattie mentali secondo gli esperti, potrebbe collegarsi anche alle violenze domestiche. Quanto questo scenario è reale e perché?
“Vede, il fatto che siano diminuite le denunce di maltrattamento in questo ultimo periodo non deve ingannarci e anzi dovrebbe preoccuparci ancora di più. Era del resto prevedibile che questo sarebbe avvenuto, ma non perché il coronavirus ha limitato i casi di violenza in famiglia, ma perché denunciarli è oggi più difficile visto che l’aguzzino sta praticamente tutto il giorno in casa e può esercitare un rigoroso controllo sulla vittima. Poi anche qui va tenuto conto del fattore economico. Quelle donne che a causa di questa crisi hanno perso il lavoro e non hanno la certezza del futuro, preferiscono restare al fianco del marito o del compagno che comunque porta a casa uno stipendio. La paura della povertà spaventa molto di più della prospettiva di continuare a vivere al fianco di un uomo violento che, pur maltrattandole, è in grado di garantire loro una vita dignitosa. Paradossalmente per certe donne le botte saranno sempre meglio della fame”.

Ci potrà essere anche un incremento dei casi di violenza legati a comportamenti criminali o a disturbi della personalità?
“È chiaro che nel momento in cui le persone si troveranno in serie difficoltà economiche potrebbero adattarsi a fare di tutto, anche mettendosi al servizio delle realtà criminali. La fame purtroppo spinge a tutto. Poi c’è anche da dire che personalità bordeline e narcisiste, possono in contesti del genere veder aumentare le proprie paranoie”.

Ora che dal 4 maggio partirà la Fase 2, cosa si aspetta dagli italiani? Responsabilità o imprudenze?
“Ci saranno molte persone prudenti, che alla fine lo sono anche nella vita normale, e che magari non avendo problemi di lavoro, o potendosi facilmente organizzare da casa, continueranno a prestare attenzione e a muoversi con scrupolosità rispettando le regole. Ma temo ci sarà un’altra grande fetta della popolazione, la stessa che già prima sottovalutava la situazione, che dopo il 4 maggio si comporterà come se il rischio del contagio non esista più. Spero che le persone siano ragionevoli, si rendano conto che il pericolo non è affatto scampato e che sarà necessario muoversi con buon senso e responsabilità”. (Lo_Speciale)

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