lunedì, 14 Ottobre, 2024
Esteri

Attacco a Hezbollah in Libano e Siria: esplodono i cercapersone. 8 morti, 2.800 feriti

Israele non rivendica. Colpito anche l’ambasciatore iraniano

Mentre l’Iran, che supporta Hezbollah in Libano,annuncia da più di un mese una rappresaglia “a sorpresa” contro Israele è proprio sui miliziani libanesi che si abbatte un attacco particolare: sono stati fatti esplodere simultaneamente i loro cercapersone, sia in Libano che in Siria. Le esplosioni hanno provocato la morte di almeno 8 persone e circa 2800 feriti. Tra le persone decedute, una bambina di 10 anni e il figlio di un deputato libanese. Altri feriti sarebbero in gravi condizioni e tra le persone colpite risulta anche l’ambasciatore iraniano in Libano Mojtaba Amani, rimasto coinvolto nell’esplosione del “pager” di una sua guardia del corpo. Sarebbero feriti anche alcuni dei principali leader di Hezbollah e i loro consiglieri. Il portavoce del governo libanese ha affermato che il governo ritiene Israele responsabile dell’esplosione dei cercapersone e lo considera una violazione della sovranità nazionale. Il cercapersone è un apparecchio elettronico per la trasmissione di brevi messaggi, tecnologicamente arretrato, ma alcuni mesi fa il leader del movimento filo iraniano, Hassan Nasrallah, aveva chiesto ai miliziani in prima linea contro Israele di abbandonare i pericolosi smartphone, molto più facili da intercettare. I cercapersone sarebbero stati fatti esplodere sovraccaricando e surriscaldando, a distanza, le batterie. Israele non ha rivendicato l’attacco, come spesso accade in azioni mirate portate avanti dai servizi di sicurezza di Tel Aviv.

Sarraf: non è un attacco informatico

Ma l’ex ministro della Difesa libanese Yacoub Sarraf ha affermato di non credere che la detonazione dei cercapersone avvenuta in diverse parti del Libano sia un “attacco informatico”. Sarraf sostiene che questo tipo di dispositivo ha un codice assegnato dal produttore, per “garantire che possa essere fatto esplodere in base a un’informazione chiamata `Back door´ che consente al produttore di accedere al dispositivo e dare istruzioni su come farlo esplodere”. L’ex ministro sostiene che “il nemico (Israele) abbia ricevuto questo codice e lo abbia utilizzato per commettere questo crimine orribile”.

Gallant resta al suo posto

Il premier Benyamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant si sono immediatamente riuniti nella “fossa” della Kyria, il bunker del ministero della Difesa a Tele Aviv, dopo le esplosioni simultanee. L’intelligence israeliana ha rilevato segnali insoliti di preparativi militari di Hezbollah nel Libano meridionale. Mentre l’apparato di sicurezza israeliano ritiene che le tempistiche attuali non consentiranno la nomina di Gideon Sàar a ministro della Difesa al posto di Gallant, anche perché Sàar non ha familiarità con i piani operativi dell’Idf per il Libano. Lo Shin Bet, il servizio segreto interno, ha anche sventato un piano di Hezbollah per uccidere un ex alto funzionario della sicurezza israeliana con un ordigno azionato a distanza dal Libano. Con il diffondersi delle voci sul cambio al vertice del ministero della Difesa israeliano oltre un migliaio di manifestanti si sono riuniti sotto casa di Sa’ar mentre il Forum dei familiari degli ostaggi ha esortato il leader del partito di destra New Hope a non unirsi a “questo governo che abbandona gli ostaggi”. “Dobbiamo fermare questa mossa sconsiderata e pericolosa prima che sia troppo tardi per i 101 rapiti rimasti”, aggiunge l’organizzazione, esortando a continuare le proteste che durano da settimane.

Si intensificano gli scontri al nord

Intanto Hezbollah ha rivendicato una serie di attacchi contro le postazioni israeliane a ridosso della linea di demarcazione con Israele. Il partito armato libanese ha dichiarato di aver colpito il sito di Al Abbad, di fronte a Hula, utilizzando missili guidati. Il partito di Dio ha quindi affermato di aver teso un’imboscata a una pattuglia israeliana nei pressi di Bayyad Blida. Poco dopo, secondo comunicati del partito libanese alleato dell’Iran, un altro attacco con missili teleguidati ha preso di mira un veicolo di pattuglia israeliana vicino al sito di Ramiya. Hezbollah afferma di aver distrutto i mezzi coinvolti e colpito i rinforzi israeliani giunti sul posto. Il movimento armato libanese ha inoltre rivendicato un attacco contro edifici utilizzati dai soldati israeliani a Manara come risposta agli attacchi israeliani sui villaggi del sud del Libano.

Mentre Israele avrebbe colpito diversi obiettivi nel sud del Libano. Intanto l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che il gabinetto di sicurezza ha aggiornato gli obiettivi ufficiali di Israele per la guerra in corso, includendo il ritorno di circa 60.000 israeliani evacuati dalle loro case nel Nord del Paese a causa degli attacchi di Hezbollah dal Libano. “Israele continuerà a prendere misure attive per realizzare questo obiettivo”, ha affermato l’ufficio del primo ministro in una dichiarazione. La decisione è stata approvata durante la riunione notturna del gabinetto di sicurezza.

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