Si è dimesso questa mattina Thierry Breton, Commissario Europeo uscente per il Mercato interno e i Servizi. Nella lettera contenente le motivazioni dietro questa decisione, pubblicata sul suo profilo X, Breton sostiene che “qualche giorno fa” la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen avrebbe fatto pressioni sulla Francia per rinunciare al suo nome come scelta per la prossima Commissione Europea, che verrà presentata ufficialmente nei prossimi giorni. Breton ricopriva l’incarico dal 2019, ed era stato riproposto da Macron per un secondo mandato. Sempre secondo quanto poi pubblicato su X, la von der Leyen avrebbe agito in questo modo “per motivi personali”, che non sono mai stati discussi col diretto interessato. In cambio la Presidente avrebbe garantito alla Francia “un incarico più influente”. L’ormai ex commissario ha poi ringraziato i colleghi e chi lo ha supportato durante questi cinque anni, evidenziando con evidente rammarico quanto la situazione creatasi sia “un’ulteriore testimonia di una governance discutibile”. Ora la Francia ha ripiegato sul ministro degli Esteri uscente Stéphane Séjourné.
La risposta
La von der Leyen ha poi risposto tramite un suo portavoce ufficiale: “La presidente Ursula von der Leyen prende atto e accetta” le dimissioni del commissario francese Thierry Breton. “E lo ringrazia per il lavoro svolto durante tutto il mandato, in particolare per l’approvazione del Digital services act, del Digital markets act e delle altre regolamentazioni relative alla sfera digitale”.
E oltre all’attuale stato di tensione generato dalla presente situazione rischia di sfumare anche l’ultima delle certezze, ossia la presentazione della nuova Commissione europea, inizialmente prevista per l’11 settembre ma poi rinviata a martedì 17 alle ore 9, in occasione della Plenaria di Strasburgo. Alla base della decisione di rinvio, secondo le fonti ufficiali, c’era la discussione attorno alla nomina della commissaria slovena Marta Kos, che avrebbe dovuto essere ratificata dal Parlamento di Lubiana il venerdì seguente. Tuttavia la nomina è poi saltata, dando di nuovo adito, secondo precedenti indiscrezioni, ai malumori legati ad alcune nomine, fra cui un’ipotetica vicepresidenza a Raffaele Fitto, membro del gruppo Ecr di cui fa parte Fratelli d’Italia. Paradossalmente, a bloccare la nomina di Kos è stato un partito iscritto al Partito Popolare europeo, la famiglia politica di von der Leyen. A questo punto, a Strasburgo la leader Ue potrebbe limitarsi a presentare la struttura del Collegio e i diversi portafogli, senza però poter attribuire i nomi dei candidati.