lunedì, 14 Ottobre, 2024
Esteri

La Russia minaccia di usare il nucleare se via libera occidentale all’uso di missili a lungo raggio

Ucraina: Scambiati 206 prigionieri. Stoltenberg: avremmo potuto fare di più per impedire guerra

Scambiati 103 prigionieri di guerra ucraini in cambio di altrettanti prigionieri russi in un accordo mediato dagli Emirati Arabi Uniti. Joe Biden e il primo ministro britannico hanno ribadito il loro sostegno all’Ucraina. La Nato avrebbe potuto “fare di più” per evitare il conflitto, secondo Stoltenberg.

Ambasciatore russo convocato a Roma

All’ Ambasciatore russo convocato alla Farnesina per il caso degli inviati Rai ricercati è stata espressa la forte sorpresa e contrarietà per la misura adottata nei loro confronti. L’Italia ha ribadito l’importanza della libertà di stampa, d’informazione e di cronaca, come valori fondamentali da garantire e tutelare a livello universale. Resta il no dell’Italia all’uso in Russia delle armi fornite a Kiev da Roma.

Ucraina: scambio 206 prigionieri compresi catturati a Kursk

Il ministero della Difesa russo ha dichiarato in un comunicato di aver scambiato ieri 103 prigionieri di guerra ucraini con Kiev in cambio di altrettanti prigionieri russi in un accordo mediato dagli Emirati Arabi Uniti. Solo tre settimane fa i due paesiavevano liberato 115 prigionieri di guerra ciascuno in un accordo di scambio mediato anche allora dagli Emirati Arabi Uniti. Nel corso dei due anni e mezzo di conflitto la Russia e l’Ucraina sono riuscite a scambiare centinaia di prigionieri, spesso in accordi mediati dagli Emirati Arabi Uniti, dall’Arabia Saudita o dalla Turchia.

“Attualmente, tutti i militari russi si trovano sul territorio della Repubblica di Bielorussia, dove viene fornita loro la necessaria assistenza psicologica e medica, nonchè la possibilità di contattare i loro parenti”, ha aggiunto il ministero.

Mosca, presa la località di Zhelannoye Pervoye

Con un comunicato diffuso via Telegram il ministero della Difesa russo ha riferito che la città di Zhelannoye Pervoye nella provincia di Donetsk è stata “liberata” grazie “all’azione attiva e decisa” delle forze russe dopo una serie di scontri nella zona.

Leopoli attaccata da bombardieri Tu-95

L’attacco russo sulla città dell’Ucraina occidentale ha riportato in scena i bombardieri di fabbricazione sovietica, più precisamente dell’azienda Tupolev, in grado di trasportare e lanciare fino a 16 missili da crociera di varie tipologie, come i Kinzhal, i Kh-55 e i Kh-102, dotati di testata nucleare. Questi bombardieri sono da sempre considerati come una delle armi più potenti in mano a Mosca

2 morti e 9 feriti in bombardamenti russi nel nord-est

Nella regione di Sumy, nell’Ucraina nord-orientale due persone sono state uccise e altre nove sono rimaste ferite a seguito dei bombardamenti russi su 15 aree. Lo hanno affermato le autorità locali, aggiungendo che i due sono stati uccisi vicino alla città di Yampil. Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha annunciato che frammenti di un drone russo hanno colpito un edificio nella capitale, ma non è scoppiato alcun incendio.

Offensiva Kursk, timori per centrale nucleare a Kurcatov: “Se colpita rischio Chernobyl”

Il presidente russo Putin ha accusato gli ucraini di aver provato a bombardare l’impianto, costruito dall’Urss nel 1971 e ancora in funzione, posizionato a circa 50 chilometri ad ovest dal capoluogo della regione. Secondo il fisico Dimiti Gorchacov, la centrale nel Kursk è più vulnerabile rispetto a quella di Zaporizhzhia per la mancanza di strutture di contenimento in cemento sopra il reattore. “Sarebbe sufficiente un razzo o un colpo di artiglieria per fare gravi danni”, ha affermato l’esperto.

Biden e Starmer ribadiscono il sostegno all’Ucraina

La Casa Bianca, riferendo dell’incontro fra i due leader, ribadisce che Joe Biden e il primo ministro britannico sostengono l’Ucraina che continua a difendersi contro l’aggressione della Russia e che hanno “espresso profonda preoccupazione” sulla fornitura di armi letali alla Russia da parte di Iran e Corea del Nord, e per il sostegno della Cina alla base industriale russa.

Mosca produrrebbe droni con componenti cinesi

Lo riporta la Secondo due fonti di intelligence europea e documenti visionati da Reuters in un’esclusiva sul suo sito, la Russia avrebbe iniziato l’anno scorso a produrre un nuovo drone d’attacco a lungo raggio denominato Garpiya-A1, con motori e componenti cinesi. Le informazioni “indicavano che Iemz Kupol, sussidiaria del produttore di armi statale russo Almaz-Antey, ha prodotto più di 2.500 Garpiya da luglio 2023 a luglio 2024. L’esistenza del nuovo drone russo che incorpora tecnologia cinese non è stata precedentemente segnalata”, sottolinea Reuters.

Wallace: “Ritardi su uso missili favoriscono Mosca”

Secondo l’ex ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, in una dichiarazione alla Bbc, il ritardo dell’occidente nell’autorizzare Kiev all’uso di armi a lungo raggio “favorisce la Russia e consente a Putin di approfittarne per fare minacce, mettere nuove linee rosse, e compiere nuovi sforzi per dividere la comunità internazionale”. “Putin è un prepotente e perché un prepotente abbia successo non deve far altro che intimidire la gente e bloccarla. Così ci porta a modificare il nostro atteggiamento”.

Ok da Svezia e Finlandia a Kiev per uso missili

Lo hanno dichiarato le ministre degli Esteri Elina Valtonen(Finlandia) e Maria Malmer Stenergaard (Svezia) in una conferenza stampa congiunta a Helsinki: i due Paesi scandinavi entrati lo scorso anno nella Nato non hanno nulla in contrario rispetto all’uso, da parte dell’Ucraina, di missili a media-lunga gittata per colpire a scopo difensivo il territorio della Russia.

La svedese Stenergaard ha dichiarato che l’uso delle armi non è limitato al territorio dell’Ucraina e “può essere esteso anche ad attacchi al territorio russo”. Secondo la finlandese Valtonenl’unica limitazione è che le armi in questione “siano utilizzate in conformità con il diritto internazionale”. La leadership finlandese ha già ripetutamente affermato che non limiterà l’uso delle armi che ha fornito all’Ucraina. Medvedev: “Potremmo distruggere Kiev con armi non nucleari, la pazienza ha un limite” La Russia potrebbe distruggere la capitale dell’Ucraina solo con le sue armi non nucleari. Finora ha “scelto” di non farlo, ma la “pazienza ha i suoi limiti”. Nuove minacce all’Ucraina arrivano da Dmitry Medvedev, ex presidente russo e numero due del Consiglio di Sicurezza nazionale di Mosca. Commentando l’ipotesi dell’uso di missili a lungo raggio occidentali da parte di Kiev, Medvedev ha affermato che Mosca ha già motivi formali per ricorrere all’utilizzo di armi nucleari dopo l’incursione dell’Ucraina nella regione di Kursk, ma potrebbe invece utilizzare alcune delle sue nuove tecnologie belliche per ridurre Kiev a “un gigantesco luogo fuso”.

Zelensky rivela telefonata con Trump: “Mi sostiene”

Trump “capisce quanto sia difficile sopravvivere durante una guerra”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rispondendo a una domanda della Cnn sul fatto che, se eletto, il tycoon afferma che porrebbe fine alla guerra tra Mosca e Kiev in poco tempo. “Credo che i messaggi pre-elettorali siano messaggi elettorali, a volte non sono proprio veri. Per questo queste dichiarazioni ci hanno fatto preoccupare per la nostra gente. Ma ho avuto un colloquio telefonico con Donald Trump e lui mi ha sostenuto molto, abbiamo avuto una bella conversazione”. Il leader ucraino intende presentare il suo “piano per la vittoria”, oltre che al presidente Joe Biden, anche a Kamala Harris e a Donald Trump. “Voglio condividere questo piano per ascoltare la sua reazione”, ha spiegato.

Stoltenberg: “Avremmo potuto fare di più per impedire guerra”

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in un’intervista rilasciata al settimanale tedesco Fas ritiene che la Nato avrebbe potuto fare di più per armare l’Ucraina cercando di impedire l’invasione russa nel 2022: “Ora forniamo materiale militare per una guerra, allora avremmo potuto fornire materiale militare per impedire la guerra”, ha osservato. Stoltenberg ha inoltre sottolineato la riluttanza della Nato a fornire le armi che Kiev aveva chiesto prima dell’invasione su vasta scala da parte della Russia a causa dei timori di fare crescere le tensioni con Mosca.

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