lunedì, 14 Ottobre, 2024
Esteri

Confine Israele e Libano: Netanyahu vuole riportare a casa gli sfollati

Terminata la campagna antipolio per oltre 600mila bambini di Gaza

Nell’alternarsi dei bollettini di guerra quotidiani di Israele, Hamas e Hezbollah se non altro spicca la notizia che la campagna antipolio per proteggere 640mila bambini a rischio nella Striscia di Gaza è terminata. Tutte le dosi di vaccino programmate sono state somministrate. Israele ha mantenuto la parola e ha permesso gli interventi degli operatori sanitari. Ma ieri l’esercito in seguito al lancio di razzi dalla Striscia di Gaza settentrionale verso la città di Ashkelon ha invitato i palestinesi a evacuare Beit Lahiya. Il colonnello Avichay Adraee, portavoce in lingua araba delle Forze di difesa israeliane (Idf), ha pubblicato una mappa delle zone che devono essere evacuate, affermando che “l’area specificata è stata posta sotto allerta molte volte in passato” ed è “considerata una zona di combattimento pericolosa”. Aerei da combattimento israeliani hanno colpito due edifici a Blida, nel Libano meridionale, dove l’esercito afferma di aver individuato un gruppo di terroristi di Hezbollah. Mentre 55 razzi sono stati lanciati dal Libano verso la città israeliana di Safed e le aree circostanti. Tutti attacchi rivendicati da Hazbollah. Nel primo sbarramento, sono stati lanciati circa 20 razzi e nel secondo, circa 35. Alcuni sono stati intercettati mentre altri sono caduti in aree aperte, provocando qualche incendio. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato una proposta al gabinetto di sicurezza per rendere il ritorno dei residenti del nord alle loro case un obiettivo di guerra ufficiale. “Il primo ministro ha a lungo sottolineato la necessità cruciale di riportare in sicurezza i residenti del nord alle loro case come obiettivo di guerra, e questa è stata la politica de facto”, ha fatto sapere il suo ufficio.

Attacchi in tutta la Striscia

Anche a Gaza City c’è stato un attacco aereo israeliano notturno che ha colpito una casa dove si erano rifugiati i palestinesi sfollati, uccidendo 11 persone, tra cui donne e bambini. “Abbiamo recuperato i corpi di 11 martiri, tra cui quattro bambini e tre donne, dopo che un aereo da guerra israeliano ha colpito una casa di tre piani della famiglia Bustan”, ha raccontato Mahmud Bassal, portavoce di Hamas. Secondo l’esercito israeliano, invece, gli edifici venivano utilizzati dai terroristi per attaccare e per fabbricare armi. Le forze armate israeliane affermano di aver effettuato anche un altro attacco aereo contro un gruppo di agenti di Hamas in una sala di comando situata all’interno di un’ex scuola nella città di Gaza. Infine, tre persone sono state uccise nell’area di al-Mawasi del governatorato meridionale di Khan Yunis, dove decine di migliaia di palestinesi sfollati sono rifugiati da mesi.

Emirati Arabi: istituire uno stato palestinese

E mentre la guerra continua anche le diplomazie gettano benzina sul fuoco. Il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Abdullah bin Zayed, ha dichiarato che il suo Paese non giocherà alcun ruolo nel “day after” a Gaza se non sarà istituito uno stato palestinese. “Gli Emirati Arabi Uniti non sono pronti a sostenere il ‘day after’ la guerra a Gaza senza l’istituzione di uno stato palestinese”. Non è la prima volta che il capo della diplomazia degli Emirati Arabi Uniti fissa delle linee rosse sul suo potenziale coinvolgimento a Gaza. A maggio Bin Zayed ha denunciato il suggerimento del primo ministro Benjamin Netanyahu, secondo cui Abu Dhabi potrebbe aiutare i palestinesi locali a gestire Gaza dopo la guerra. Anche il capo dell’Organizzazione di intelligence nazionale turca (MIT), Ibrahim Kalin, ha tenuto dei colloqui con i leader di Hamas ad Ankara per discutere del destino della Striscia.

Volantini nella sinagoga

Centinaia di persone si sono riunite davanti alla sinagoga di Herzliya per protestare dopo l’arresto di tre donne per aver lasciato sui banchi volantini con i volti degli ostaggi a Gaza e l’appello a riportarli a casa. Il centro religioso è frequentato dal deputato del Likud Yuli Edelstein che ieri si è recato nella sinagoga, mentre la folla fuori manifestava. Proprio a lui erano rivolti i volantini nei quali si richiamava la sua esperienza personale di ex prigioniero politico e la lunga battaglia per farlo liberare dalla colonia penale sovietica dove era stato rinchiuso. Le donne, accusate di violazione di proprietà, sono state liberate dopo che una folla di centinaia di manifestanti si è riunita davanti alla stazione di polizia protestando per il loro arresto.

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