Tutto è ancora possibile in Medio Oriente: potrebbe scoppiare una ragionevole pace così come un’insensata guerra con il Libano. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, prima di partire per gli Stati Uniti, ha dichiarato: “Gli incontri con gli alti funzionari Usa saranno determinanti per il futuro.” Gallant sostiene che Israele è pronto a qualsiasi “azione possa essere necessaria” e vedrà il Segretario di stato Antony Blinken, il suo omologo Lloyd Austin, il direttore della Cia William Burns e l’invaito speciale di Biden in Medio Oriente Amos Hochstein. Hezbollah, invece, secondo fonti libanesi starebbe utilizzando l’aeroporto di Beirut per immagazzinare grandi quantità di armi provenienti dall’Iran. Nell’aeroporto verrebbe anche immagazzinata una polvere bianca altamente esplosiva e tossica nota come Rdx. E non solo armi: migliaia di combattenti di gruppi sostenuti dall’Iran in Medio Oriente sarebberopronti ad andare in Libano per unirsi a Hezbollah contro Israele se il conflitto dovesse degenerare in una guerra vera e propria.
Il “fronte Nord” blocca i colloqui
Mentre il Qatar non si arrende e nonostante i colloqui siano una vero e proprio stallo, continua a trattare con i leader di Hamas nel tentativo di colmare il divario tra l’offerta di Israele, presentata dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, e le richieste di modifiche sostanziali chieste dai leader dei vari gruppi palestinesi. Ma stando ad alti funzionari israeliani, soprattutto la leadership di Hamas a Gaza, punta solo a prendere tempo, nell’attesa che si apra il “fronte Nord”, vale a dire scoppi un conflitto tra Israele e il Libano. Per Israele “Hamas non è interessata a un accordo adesso. Non vuole rilasciare gli ostaggi ma guadagnare più tempo.” Sempre secondo Israele, Yahya Sinwar “vuole che i due fronti si uniscano con una guerra nel Nord, motivo per cui non guiderà alcuna mossa per raggiungere un cessate il fuoco”.
Stanchi della guerra
Chi chiede il cessate il fuoco è buona parte della popolazione israeliana. A Tel Aviv continuano le manifestazione contro il Governo. Le forze dell’ordine hanno allontanato un gruppo di persone che bloccava la strada di fronte a Beit Jabotinsky, la sede del partito Likud, poco dopo la fine delle proteste che, come ogni sabato, si svolgono in molte città israeliane per chiedere il rilascio degli ostaggi e nuove elezioni. Secondo quanto riferito dalla polizia, il gruppo bloccava la strada mentre bruciava pneumatici e “metteva in pericolo” i passanti. I filmati online mostrano tafferugli tra alcuni manifestanti e agenti a cavallo intervenuti in mezzo alla folla per disperdere l’assembramento e sgomberare la strada. Yair Golan, leader del Partito Laburista israeliano, ha denunciato gli arresti: “Le violenze hanno oltrepassato ogni limite”, ha scritto. “Alla polizia non deve essere permesso di diventare uno strumento nelle mani di un governo corrotto che vuole la distruzione di Israele”. Mentre ha aperto nuove polemiche l’immagine ditruppe israeliane che hanno legato un palestinese ferito a un veicolo militare durante un raid a Jenin, in Cisgiordania, violando i protocolli operativi dello stesso esercito (Idf). Lo ha ammesso lo stesso esercito dopo la diffusione di un video shock di quanto accaduto. “L’incidente – hanno scritto i militari in una nota – sarà indagato e trattato di conseguenza” aggiungendo che l’uomo ferito è stato trasferito alla Mezzaluna Rossa palestinese per le cure.
Aiuti: il pontile inutilizzabile
E non c’è pace neppure per il pontile galleggiante costruito dai militari statunitensi per portare aiuti a Gaza via mare. Continua a non funzionare ed è possibile che il progetto, costato 230 milioni di dollari, venga chiuso, anche se il Pentagono ancora nega di aver definito il termine del programma. I progettisti non hanno messo in conto le mareggiate e la struttura si insabbia continuamente. Dal 17 maggio, quando è stato completato, è stato utilizzabile solo 12 giorni con il risultato che le casse (in totale 4.100 tonnellate di aiuti) sono state abbandonate sulla spiaggia, dal momento che non c’erano camion a ritirarle per mancanza di sicurezza nella Striscia.