sabato, 27 Aprile, 2024
Economia

Export: bene Sud e Centro Italia, Nord-Est in flessione

L’Istituto nazionale di statistica rivela che nel quarto trimestre 2023 si stima una forte crescita congiunturale delle esportazioni per il Centro Italia (+7,1%), un aumento più contenuto per il Nord-ovest (+3,1%), il Sud e Isole (+1,1%) e una flessione per il Nord-est pari al -1,5%. “Nel quarto trimestre 2023 il Nord-ovest e il Centro sono le ripartizioni che sostengono maggiormente la crescita congiunturale dell’export nazionale, mentre risulta negativa la performance del Nord-est Italia. La stazionarietà dell’export in valore nel 2023 riflette dinamiche divergenti a livello territoriale. La forte crescita per il Sud è trainata soprattutto dalle maggiori vendite della Campania, in particolare di prodotti farmaceutici e autoveicoli; quella più moderata per il Nord-ovest è sostenuta dal Piemonte (grazie anche alla positiva dinamica delle vendite di autoveicoli), mentre è modesta la crescita dell’export della Lombardia. Marche e Lazio contribuiscono alla flessione per il Centro; Veneto e Friuli-Venezia Giulia a quella per il Nord-est. La netta contrazione per le Isole, infine, si deve sostanzialmente alla riduzione dell’export di prodotti della raffinazione”, commenta l’Istat. Nel 2023, rispetto all’anno precedente, l’export nazionale in valore risulta stazionario ed è sintesi di dinamiche territoriali molto differenziate: l’aumento delle esportazioni è marcato per il Sud (+16,8%) e più contenuto per il Nord-ovest (+2,7%), mentre si registra una flessione per il Nord-est (-1,0%) e il Centro (-3,4%) e una netta contrazione per le Isole (-21,0%).

Le regioni più dinamiche

Nel complesso del 2023, le regioni più dinamiche nel settore dell’export sono state Campania (+28,9%), Molise (+21,1%), Calabria (+20,9%), Abruzzo (+13,6%), Piemonte (+9,1%), Toscana (+5,6%) e Basilicata (+5,5%), mentre quelle che hanno registrato le flessioni più ampie sono Sardegna (-24,2%), Valle d’Aosta (-21,1%), Sicilia (-19,3%), Marche (-13,9%), Friuli-Venezia Giulia (-13,7%) e Lazio (-11,0%). L’Istat rivela inoltre che nel 2023, l’aumento delle esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Campania e Toscana e di autoveicoli da Piemonte e Campania ha fornito un impulso positivo (1,5 punti percentuali) alle vendite nazionali sui mercati esteri. Nell’intero anno, i contributi positivi maggiori all’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite delle Marche verso la Cina (+390,8%), della Campania verso Svizzera (+99,6%) e Stati Uniti (+53,4%), della Toscana verso gli Stati Uniti (+24,1%) e del Piemonte verso Francia (+15,2%), Germania (+9,3%) e Paesi OPEC (+39,4%); quelli negativi più ampi dalle minori esportazioni della Toscana verso la Svizzera (-38,0%), delle Marche verso Belgio (-64,0%), Germania (-39,0%) e Stati Uniti (-33,2%), della Lombardia verso la Germania (-8,4%) e del Lazio verso il Belgio (-23,4%). Nel 2023, le province che contribuiscono in misura maggiore a sostenere le vendite sui mercati esteri sono Napoli, Torino, Siena e Milano. Siracusa, Ascoli Piceno, Cagliari e Roma contribuiscono alla contrazione dell’export.

Prodotto interno lordo

Secondo i dati Istat contenuti all’interno della nota sull’andamento dell’economia, nel 2023, il Pil in Italia è cresciuto dello 0,9%, in decelerazione rispetto al 2022 (+4,0%) ma a un tasso superiore a quello dell’area euro. Il dato sintetizza un incremento del 4,7% degli investimenti fissi lordi e dell’1,2% dei consumi finali nazionali che hanno fornito nel complesso un contributo di 2 punti percentuali all’evoluzione del Pil. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le importazioni di beni e servizi sono scese dello 0,5% mentre le esportazioni sono cresciute dello 0,2%, fornendo nel complesso un contributo positivo alla crescita del Pil di +0,3 punti percentuali. Le scorte, inoltre, hanno contribuito negativamente all’aumento del Pil e nell’ultima parte dell’anno, il Pil ha segnato un incremento congiunturale positivo pari al +0,2%.

Imprese, cala il clima di fiducia

Per le imprese, invece, il clima di fiducia, dopo essere aumentato a gennaio per il secondo mese consecutivo (anche se in decelerazione rispetto a dicembre 2023), a febbraio ha segnato un forte calo diffuso a tutti i settori, mantenendosi comunque su livelli coerenti con quelli medi del secondo semestre 2023. I comparti che hanno registrato le flessioni più marcate sono il commercio al dettaglio e le costruzioni, settore nel quale tutte le componenti dell’indice hanno registrato un’evoluzione negativa. Nella manifattura, i giudizi sugli ordini e le attese di produzione sono risultati in peggioramento accompagnati da una diminuzione del saldo delle scorte di magazzino. La fiducia dei consumatori ha continuato a crescere dallo scorso novembre, raggiungendo a febbraio il livello più elevato da giugno 2023. La salita dell’indice è dovuta al miglioramento dei giudizi sulla situazione finanziaria delle famiglie, evoluzione coerente con l’andamento positivo delle opinioni sul risparmio e sulla convenienza all’acquisto di beni durevoli nella fase attuale.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

L’intervista. Dinoi (Aepi): “Il futuro nelle mani di impegno e competenza. Sosteniamo le imprese a superare la crisi e farle crescere”

Angelica Bianco

Nel 2021 stabile la povertà assoluta

Marco Santarelli

60mln per le imprese colpite dal sisma del 2016

Federico Tremarco

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.