domenica, 5 Maggio, 2024
Esteri

Netanyahu sotto pressione. Parenti degli ostaggi irrompono nella Knesset 

Israele: isola artificiale davanti Gaza. Anp: ci vadano loro

Il premier israeliano Netanyahu è sotto assedio: criticato da tutte le cancellerie, pressato dal Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ora attaccato anche dai famigliari degli ostaggi che lo accusano di perseguire la guerra a Gaza per il proprio tornaconto politico. Ieri un gruppo di famigliari dopo essersi radunato fuori dalla Knesset, e resistito all’intervento della Polizia, ha fatto irruzione nella sala della Commissione Finanze del Parlamento dove alcuni di loro hanno inveito contro i deputati. Hanno anche chiesto le dimissioni di Netanyahu che, a sua volta, ha dichiarato di “avere una proposta” per la liberazione degli ostaggi, ma di non poter aggiungere altro. Lo stesso Netanyahu qualche ora prima, incontrando i famigliari di 15 ostaggi, avrebbe detto che non c’è nessuna proposta reale da parte di Hamas. “Lo dico nel modo più chiaro possibile perché ci sono tante affermazioni errate che certamente vi angosciano”. Infine i famigliari hanno annunciato che rimarranno barricate davanti alla residenza del primo ministro, a Gerusalemme, finché non verrà raggiunto un accordo.

Governo in tensione

In caso di nuove elezioni i sondaggi che circolano in Israele danno Netanyahu fortemente in difficoltà: sarebbe sotto di 20 punti rispetto al suo rivale Benny Gantz, che pure è nel governo da dopo il 7 ottobre, a differenza di Yair Lapid che è rimasto all’opposizione. Gantz ha detto che “se la guerra finisce, il governo cade.” La stampa israeliana, tra l’altro, racconta anche di forti tensioni all’interno del Gabinetto di guerra tra il premier e il ministro della Difesa, Youv Gallant. Mentre i laburisti hanno anche presentato una mozione di sfiducia che è stata bocciata.

Posizione ferma di Israele

Ogni giorno i paesi in prima fila per i negoziati di pace, Egitto e Qatar, ma soprattutto Stati Uniti (l’inviato speciale Usa per il Medio Oriente, Brett McGurk sarà al Cairo nei prossimi giorni), fanno filtrare notizie di accordi possibili, ma vengono continuamente smentiti dal governo israeliano che, attraverso Netanyahu, ribadisce la necessità di ripulire Gaza dai terroristi. Ieri un attacco a Khan Yunis ha fatto altre decine di morti e l’esercito ha avvertito che durerà ancora altri giorni. Ci sono ancora circa 136 prigionieri nelle mani di Hamas che Israele vuole liberare, ma i terroristi chiedono il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe dalla Striscia. Anche Gallant, comunque, mantiene la fermezza: “anche se Hezbollah dovesse interrompere il fuoco unilateralmente”, ha detto, “Israele non fermerà i combattimenti finché non potrà garantire il ritorno dei residenti al nord alle loro case e un cambiamento nella situazione di sicurezza al confine on il Libano.”

L’isola artificiale

Ieri il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, nel corso del suo intervento al Consiglio Ue, ha perfino rilanciato l’idea di costruire un’isola artificiale davanti a Gaza, dove costruire il porto e altre strutture fondamentali, per destinarla ai palestinesi. Cosa che ha destato una certa perplessità da parte degli altri ministri presenti. L’Anp ha risposto che ci vadano loro. “Chi vuole partire per abitare in isole artificiali o naturali, ci può andare. Noi”, ha spiegato il ministro Al-Malki, “i proprietari di questa terra, ci resteremo e resisteremo per restarci, per i nostri diritti, per avere lo Stato palestinese con capitale Gerusalemme Est”.

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