martedì, 15 Ottobre, 2024
Lavoro

Per la sicurezza sul lavoro dall’Inail 1,5 miliardi di euro

Calderone: stiamo dando risposte concrete alle aziende e ai lavoratori

Nell’anno della tragedia di Brandizzo, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone ha annunciato il raddoppio delle stanziamento per le politiche di prevenzione in materia di sicurezza sul lavoro da parte dell’Inail. Sono stati stanziali 1,5 miliardi di euro da mettere a disposizione dei datori di lavoro che investono per aumentare i livelli di sicurezza. “Per la prima volta”, spiega il ministro, “si impiega parte dell’avanzo di amministrazione Inail per fornire strumenti a lavoratori e imprese.” Nel bilancio preventivo dell’Istituto per il 2024, appena approvato dal Comitato di Indirizzo e Vigilanza (CIV), si prevedono nel dettaglio: la crescita di cinque volte delle risorse dedicate alla formazione; il raddoppio delle risorse del Bando Isi, che raggiungono i 508 milioni di euro e l’aumento delle risorse impiegate per il meccanismo di premialità (OT23) per le piccole aziende che investono in prevenzione.

Ridurre indice infortunistico

In più, nel corso del 2024, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali intende rimodulare il tasso di oscillazione per quelle imprese che, investendo in sicurezza, riducono il proprio indice infortunistico. “Numeri – commenta il Ministro Calderone – che presentano un’inversione di tendenza e sono la trasposizione in fatti della consapevolezza, radicata in noi, dell’importanza di investire in prevenzione. Con Inail abbiamo lavorato in stretto coordinamento per ottenere questi risultati, perché sono profondamente convinta che per dare risposte concrete a lavoratori e imprese la direzione da seguire sia questa”.

Venti morti ogni settimana

La situazione nel 2023, comunque, si presenta preoccupante e, secondo l’Osservatorio Vega di Mestre, “pressoché stabile” così come l’identikit dei soggetti più “fragili” sul fronte delle incidenze di mortalità restano i giovanissimi, gli anziani e gli stranieri. Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, infatti, il rischio di morire sul lavoro è superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (23,6 infortuni mortali ogni milione di occupati contro i 14,4). Il bollettino tragico conta, da gennaio a ottobre 2023, ben 868 vittime. Ovvero 86 morti sul lavoro al mese, oltre 20 ogni settimana. Rispetto al 2022, nello stesso periodo, c’è stato un aumento del 2%, mentre gli infortuni mortali in itinere, ovvero nel percorso casa-lavoro, sono diminuiti del 21,6%, passati da 250 nel 2022 a 196 nei primi dieci mesi del 2023.

Vittime giovani e anziani

Le regioni con più morti sul lavoro sono Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia, Campania e Basilicata. Meno incidenti mortali nelle regioni Lazio, Valle d’Aosta e Toscana. Il commento del presidente dell’Osservatorio Sicurezza del Vega, Mauro Rossato, non è tranquillizzante: “a due mesi dalla fine dell’anno”, ha detto, “le incidenze di mortalità non lasciano spazio a proiezioni confortanti né per il presente, né per il futuro. Il dramma rimane e prelude ad un bilancio di fine anno che continua a consolidare una terribile emergenza nel nostro Paese. Perché sono soprattutto le morti in occasione di lavoro a crescere (+2%).” Il dato più preoccupante resta quello della mortalità tra i lavoratori più anziani; e infatti l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni e dei lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (50,7). Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a ottobre, sono 128 su 672 (1 su 5). Con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere più che doppio rispetto agli italiani. Gli stranieri, infatti, registrano 53,9 morti ogni milione di occupati, contro i 26,2 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

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