sabato, 27 Aprile, 2024
Esteri

Hamas non rispetta i patti. Israele ritira negoziatori dal Qatar

Macron: così la guerra durerà 10 anni. Usa: cambiare strategia

La rincorsa infinita a dichiarazioni, promesse a uso interno, balletti diplomatici quotidiani fanno perdere di vista i veri nessi in campo. Israele sta rispondendo a una vera e propria invasione di Hamas e ora distrugge la Striscia di Gaza dove e stato progettato e organizzato l’assalto. Gli ostaggi non li trovano neppure i miliziani, divisi tra loro e in difficoltà con le comunicazioni data la presenza sul campo dell’esercito israeliano. I paesi arabi, Egitto e Qatar in testa, si stanno dando da fare per una tregua, ma l’Iran, la Siria, gli Hezbollah soffiano sul fuoco ogni volta che possono. Serve una trattativa più all’altezza della situazione.

Erdogan difende Hamas

Ora anche la Turchia di Erdogan non aiuta. Ieri il Presidente ha dichiarato che ben tremila avvocati hanno presentato ricorso alla Corte penale internazionale dell’Aia contro Israele usando parole pesanti: “ci aspettiamo che questi macellai di Gaza, autori del genocidio, soprattutto il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu, colto in flagrante, abbiano la punizione che spetta loro.” Erdogan, tra l’altro, ritiene Hamas un interlocutore necessario. Naturalmente, a stretto giro, è arrivata la risposta del ministro degli Esteri israeliano, Ely Cohen, secondo il quale la presidenza turca “è la benvenuta ad ospitare nel suo Paese i terroristi di Hamas che non verranno eliminati e fuggiranno da Gaza.” Ieri è stata anche ritirata la delegazione israeliana che in Qatar stava trattando per gli ostaggi: solo il giorno prima si erano sprecati i commenti per lo storico scambio tra Qatar e Israele.

Gli Usa cambiano tono

L’interruzione drastica della tregua deve aver fatto riflettere meglio tutte le cancellerie che si stanno adoperando. Ieri la Vice Presidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, incontrando il Presidente dell’Egitto, al-Sisi ha ribadito che “in nessuna circostanza gli Stati Uniti consentiranno il trasferimento dei palestinesi da Gaza o dalla Cisgiordania, l’assedio di Gaza o la ridefinizione dei confini” della Striscia. Gli Stati Uniti hanno espresso la loro contrarietà anche alla creazione di una “zona cuscinetto” tra la Striscia e Israele e hanno fatto pressione su Israele per un cambio di strategia. C’è stato, sicuramente, un cambio di tono nei confronti del Governo israeliano al quale anche il Presidente francese Macron ha inviato un messaggio esplicito: “distruggere totalmente Hamas” porterebbe a “dieci anni di guerra” e non è possibile. Insomma, ora si chiede a Israele cosa, effettivamente, intenda fare. “La giusta lotta al terrorismo”, ha detto Macron: “non è un bombardamento sistematico e permanente.” Poi, di ritorno da Dubai, ha fatto scalo in Qatar per incontrare il Presidente Al-Thani.

Assalto in tutta la Striscia

Intanto l’esercito israeliano ha reso noto di aver attaccato più di 500 “obiettivi in un vasto intervento nell’area di Khan Yunis” nel sud della Striscia di Gaza. Ilportavoce militare ha divulgato, in arabo, ordini immediati di evacuazione per gli abitanti dei rioni di Khan Yunis e di Deir El-Ballah. Gli ordini sono di spingersi a sud verso le dune di Muwassi e la città di frontiera di Rafah. A nord, invece, l’Idf ha di nuovo imposto restrizioni ai movimenti dei civili nell’Alta Galilea, al confine con il Libano, dopo i nuovi attacchi di Hezbollah. Lo scrive Haaretz, ricordando che diverse comunità a ridosso del confine libanese sono già state evacuate dall’inizio della guerra, ma che molte persone sono rimaste sul luogo. Nel suo comunicato alla popolazione locale, l’Idf stabilisce che i cancelli delle comunità restino chiusi e che il traffico nella zona sia ridotto. Viene inoltre vietato il lavoro nei campi. Si consiglia inoltre ai residenti di restare vicini ai rifugi antiaerei e alle aree protette. Le forze israeliane hanno anche operato una “massiccia campagna di arresti” a Bidya, nei pressi della città di Salfit, nel centro della Cisgiordania. Ci sono stati scontri fra palestinesi e forze israeliane anche a Yatta, a sud di Hebron, principale città della West Bank. Sirene di allarme hanno risuonato in molte località nel nord di Israele, fra cui Nazareth. Gli abitanti hanno avuto ordine di entrare nei rifugi. “Negli ultimi due giorni siamo intervenuti anche in aree in cui non avevamo operato nell’ultimo mese. E questo si intensificherà. Verrà raggiunta ogni zona in cui è necessario arrivare”, ha detto il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, in visita a un sito militare vicino alla barriera di confine con la Striscia.

Mazzi di carte ai soldati

In questi giorni sono stati distribuiti 10.000 mazzi di carte ai soldati dell’Idf a Gaza, ciascuno contenente 52 immagini di figure di spicco di Hamas ricercate, tra cui il leader del gruppo terroristico nella Striscia di Gaza Yahya Sinwar e il capo della sua ala militare Mohammed Deif.

Razzi nascosti sotto scatole dell’Unrwa

Decine di razzi sono stati localizzati nel nord della Striscia di Gaza, nascosti sotto scatole appartenenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa). Lo ha dichiarato l’Idf. Sotto le scatole sarebbero stati trovati anche circa 30 missili Grad e decine di altri razzi.

I bollettini del ministero sanità di Gaza

E’ sempre attivo ed efficiente, non smantellato dalle truppe israeliane, l’ufficio statistiche del Ministero della Sanità di Gaza, che ogni giorno sforna un bollettino di palestinesi morti e feriti. L’unico a metterne in dubbio i dati è stato il Presidente Biden, secondo il quale il ministero di Hamas sforna cifre che vanno prese con le pinze: “non ho alcuna idea che i palestinesi dicano la verità su quante persone sono state uccise. Non ho fiducia nel numero che i palestinesi stanno usando.” Secondo il bollettino di ieri, sono 193 palestinesi uccisi e 650 feriti a Gaza da quando la tregua tra Hamas e Israele è terminata venerdì mattina. Ma qualche ora prima, lo stesso ministero, aveva diffuso la cifra di 240 morti.

Parigi, corteo pro Palestina

Il sabato delle manifestazioni segnala una manifestazione a Parigi per solidarietà con i palestinesi. E’ intervenuto il leader della sinistra, Jean-Luc Melenchon secondo il quale la ripresa dei bombardamenti israeliani su Gaza presenta “tutti i segni di una volontà genocida” e ha accusato Emmanuel Macron di “non pesare più” nonostante i suoi rinnovati appelli per un cessate il fuoco duraturo. Il tre volte candidato alle presidenziali, presente alla manifestazione insieme a numerosi deputati “ribelli”, ha inoltre sottolineato che “in 42 giorni di bombardamenti a Gaza sono morte tante persone quante ne sono morte durante i quattro anni di assedio di Sarajevo” dal 1992 al 1996.

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