domenica, 28 Aprile, 2024
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Ance, Brancaccio: sui crediti incagliati si fa speculazione

“Capiamo che c’è un problema di flusso di cassa, ma cittadini e imprese non possono essere responsabili degli errori fatti a monte. Noi fin dall’inizio avevamo chiesto regole chiare: imprese certificate; un plafond annuale; un prezzario dei materiali per il bonus facciate. Nessuno ci ha mai risposto. Ma oggi il Superbonus non può diventare un boomerang per famiglie e imprese. È il male assoluto? E se anche fosse, ora cosa facciamo?”

Speculazione su crediti incagliati

Se la prende con i governi Conte e Draghi la presidente di Ance Federica Brancaccio. L’associazione dei costruttori edili, mentre lamenta il fatto che il settore è andato in stress dopo lo stop al Superbonus e per i crediti incagliati. Ma sprona anche il Governo Meloni perché si trovi una quadra. “E’ in corso una speculazione pazzesca”, ha denunciato Brancaccio, e nel contempo chiede lo sblocco dei crediti attraverso Cassa depositi e prestiti e Poste italiane “e di tutte le partecipate pubbliche “per dare un segnale di fiducia al mercato.” La sospensione dell’acquisto dei crediti da bonus di imprese e famiglie ha creato una situazione di incertezza e speculativa: “chi ancora acquista”, spiega Brancaccio, lo sta facendo a percentuali sempre più basse, “sfruttando la disperazione delle imprese”. Se prima un credito veniva accettato al 110% ora è sceso, mediamente, sotto l’85%. “Chi compra specula”, ha affermato la presidente di Ance, “serve un segnale senza il quale si accetta di far saltare migliaia di imprese.” Inoltre, secondo i costruttori, “la circolare dell’Agenzia delle Entrate che ha ammorbidito le norme, purtroppo ha sbloccato ben poco”, mentre Poste Italiane, che pure ha ripreso a comprare i crediti, “sarebbe ferma praticamente da un anno nell’acquisto dalle imprese ed ora avrebbe chiuso i rubinetti anche nei confronti dei privati che hanno crediti di minore entità, tra i 100.000 e i 150.000 euro.”

Riaprire il tavolo con Abi

“Le banche affermano di aver esaurito la capacità fiscale, ma Poste, Cdp e le altre partecipate non hanno questo problema – spiega Brancaccio – la capacità loro la hanno, ma non comprano. E’ un problema grave. Ci dicano se vogliono distruggere la misura.” L’Ance chiede quindi nell’immediato “un input del governo” e poi chiede che venga riaperto il tavolo con l’Abi, l’associazione delle banche italiane, per continuare a cercare una soluzione possibile.

Superbonus ancora attivo

Intanto gli ultimi dati mensili dell’Enea relativi al Superbonus registrano, nel mese di settembre, un utilizzo costante della detrazione con un incremento, da inizio anno, di 17,5 miliardi di euro. Più di 430.661 gli edifici interessati dai lavori di efficientamento energetico a fine giugno, con 89 miliardi circa il totale degli investimenti. Mentre è completato l’82,2% degli interventi. Il dato riguarda l’utilizzo del Superbonus percondomini, edifici unifamiliari, unità immobiliari indipendenti e castelli. Questi numeri dimostrerebbero come la maxi detrazione sia rimasta ancora il traino principale del settore edile, nonostante i blocchi alle opzioni alternative operate dal recente decreto Cessioni, la riduzione dell’incentivo dal 110 al 90% ad opera del decreto Aiuti quater (dl n. 176/2022) e la proroga della scadenza per le unifamiliari al 31 dicembre 2023 indotta dalla legge 136/2023 di conversione del dl 104/2023.

Impatto sul 6% dei condomini

Dalla ripartizione degli interventi in base alla tipologia degli edifici interessati emerge che sono 73.837 i lavori condominiali avviati (73,9% già ultimati), che rappresentano il 55,2% del totale degli investimenti, mentre i lavori negli edifici unifamiliari e nelle unità immobiliari funzionalmente indipendenti sono rispettivamente 236.473 (91% già realizzati), che rappresentano il 31,8% del totale investimenti e 115.035 (93,3% realizzati che rappresentano il 13,1% degli investimenti). Secondo l’Istat il numero di edifici residenziali in Italia è di 12.187.698 e di questi i condomini sono circa 1,2 milioni (in cui vivono 14 milioni di persone). Pertanto, la misura ha avuto un impatto su poco più del 6 per cento del totale condomini italiani e su poco meno del 3,5 per cento del totale degli edifici residenziali censiti in Italia. L’investimento medio risulta ripartito in questo modo:condomini 639.830 euro; edifici unifamiliari 117.439 euro; unità immobiliari funzionalmente indipendenti 98.493 euro, castelli 281.586 euro.

Immobili rivalutati

L’Enea ha misurato anche l’impatto sul valore degli immobili. È risultato che circa il 39,2% del campione ha ottenuto un aumento (molto rilevante o rilevante) dei prezzi delle case da ristrutturare, percentuale che scende lievemente al 37,5% per gli immobili nuovi. La regione con più lavori avviati è la Lombardia (67.623 edifici per un totale di oltre 15,6 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione), seguita dal Veneto (53.1 interventi e 8,1 miliardi di euro di investimenti) e dalla Emilia-Romagna (37.3 interventi già avviati e 7,7 miliardi di euro di investimenti). Secondo una stima del Censis, basata su un’elaborazione del Centro Studi Cni(Consiglio nazionale ingeneri) su dati Enea ed Istat, il Superbonus, in circa due anni di vigenza, ha contribuito alla crescita del Pil per 73 miliardi di euro. Mentre secondo Nomisma l’impatto sarebbe stato di 195,2 miliardi di euro.

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