L’Italia è uno dei paesi meno razzisti d’Europa, dove invece quasi la metà delle persone di origine africana si sente vittima di razzismo e discriminazione. Dato in aumento rispetto al 2016. E’ quanto emerge dalla nuova indagine dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) secondo la quale “il 45 % degli intervistati dichiara di essere stato discriminato sulla base della razza nei cinque anni precedenti l’indagine.” Nell’ultima rilevazione la percentuale era al 36%. In Austria e Germania, sottolinea con preoccupazione l’agenzia Ue, il dato supera il 70%. In Italia, invece, la percentuale è del 44%, in lieve calo rispetto al 49% del 2016.
Profilazioni razziali
Il 30% degli africani immigrati nei vari paesi europei dichiara di aver subito molestie a sfondo razziale, “ma quasi nessuno le denuncia.” Le giovani donne, le persone con un’istruzione superiore e quelle che indossano abiti religiosi hanno maggiori probabilità di subire molestie a sfondo razziale. Il 58 % afferma che il suo ultimo arresto da parte della polizia nell’anno precedente al sondaggio è stato il risultato di una profilazione razziale. “Coloro che percepiscono il fermo come profilazione razziale si fidano molto meno della polizia.”
Lavoro, casa e scuola
Per quanto riguarda l’occupazione “il 34% si è sentito discriminato a motivo della razza nella ricerca di un lavoro e il 31% sul luogo di lavoro nei cinque anni precedenti l’indagine. Rispetto alle persone in generale, è più probabile che ottengano solo contratti temporanei e che siano troppo qualificati per il loro lavoro”, rivela ancora l’indagine secondo la quale, inoltre, “l’aumento dell’inflazione e del costo della vita ha posto un numero maggiore di persone di origine africana a un rischio più elevato di povertà, rispetto alla popolazione generale.” Circa il 33% ha difficoltà ad arrivare a fine mese e il 14% non può permettersi di riscaldare la propria casa, rispetto al 18% e al 7% delle persone in generale. Trovare semplicemente un posto dove vivere è fonte di problema per molti e il 31% ha affermato di aver “subito discriminazione razziale durante la ricerca di un alloggio.” Inoltre i giovani di origine africana sono tre volte più propensi ad abbandonare prematuramente la scuola rispetto ai giovani in generale. Rispetto al 2016, è aumentata anche la percentuale di genitori che affermano che i propri figli hanno subito episodi di razzismo a scuola.
Applicare le leggi
Il secondo rapporto della Fra; “Essere neri nell’UE”,infine, evidenza come nonostante la legge antidiscriminazione vincolante nell’UE dal 2000 e i significativi sviluppi politici da allora, le persone di origine africana continuino a subire razzismo, discriminazione e crimini ispirati dall’odio: discriminazione razziale; nel lavoro, a scuola e nella ricerca di alloggio, molestie e profilazione razziale. Per contrastare efficacemente il razzismo e la discriminazione, la Fra invita i paesi dell’UE ad applicare adeguatamente la legislazione antidiscriminatoria, sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive; a identificare meglio i crimini, attivarsi per raccogliere dati sull’eguaglianza e “adottare misure per prevenire e sradicare le pratiche istituzionali e la cultura discriminatorie nelle attività di polizia.” L’indagine è stata svolta analizzando le risposte di oltre 6.700 persone di origine africana che vivono in 13 paesi dell’UE: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Spagna e Svezia.