martedì, 30 Aprile, 2024
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Amato-Ustica. Meloni prudente. Evitiamo litigi inutili con Parigi

Quando un personaggio come Giuliano Amato dice qualcosa bisogna sempre ascoltarlo con attenzione. Stavolta, però, nella sua ricostruzione della tragedia di Ustica, ci sono molti elementi poco convincenti. Uno tra tanti: Amato sostiene che sul MiG23, contro cui sarebbe stato lanciato il missile che avrebbe abbattuto il Dc9 dell’Itavia, si sarebbe dovuto trovare Gheddafi che invece -avvertito dall’Italia- non sarebbe salito sul velivolo poi schiantatosi sulla Sila. Pare singolare che un capo di Stato, ancorché Colonello e sopra le righe come il leader libico, si sposti a bordo di un caccia intercettore e non su un aereo presidenziale magari scortato da velivoli militari.

Ma nella ricostruzione di Amato ci sono anche altre incongruenze. Per esempio: come faceva un MiG23 ostile -autonomia operativa di 1200Km- a trovarsi nei cieli di Ustica in piena esercitazione Nato senza che nessun radar lo avesse visto? In ogni caso, come ha detto il Presidente del Consiglio “Se oltre alle deduzioni, Amato è in possesso di elementi, li metta a disposizione”. Vedremo. Ma non ci interessa qui addentrarci nelle varie ipotesi su un grande mistero della storia italiana.

Quello che stupisce è il j’accuse molto netto di Amato nei confronti della Francia e l’invito a Macron a chiedere scusa al nostro Paese. Non è un passeggiata lanciare un’accusa così pesante nei confronti di un Paese cui siamo legati, oltre tutto, da un Trattato voluto da Mattarella.

Certamente esulteranno coloro che , con una buona dose di superficialità, non vedono l’ora punzecchiare Parigi. È diventato un vezzo che, quando è praticato da politici e ministri, sfiora l’irresponsabilità.

Litigare con la Francia è una sciocchezza colossale. Ancor più di questi tempi. I due Paesi hanno molti problemi in comune, a cominciare da quello dell’immigrazione irregolare. Mai come adesso è necessario che tra Roma e Parigi corra buon sangue per mantenere un clima di collaborazione anche su altri terreni, primo fra tutti quello della riforma del Patto di stabilità. Italia e Francia hanno bisogno entrambe di fare quadrato contro l’assurdo rigorismo fuori luogo di una parte dei Paesi europei vicini alla Germania. Ad essere proprio sinceri, una modifica del Patto serve più a noi che ai francesi: siamo noi che abbiamo il debito incomparabilmente più alto. E in questa fase tutto bisogna fare fuorché introdurre ruggine tra i due Governi.

Ovviamente nessuno immagina che Amato abbia detto quello che ha detto per mettere in difficoltò i rapporti di Meloni con Macron. Per carità. Ma in politica bisogna sempre valutare attentamente le conseguenze di ogni parola. Di fronte alla verità non c’è diplomazia che tenga. Ma quando si tratta di ipotesi è un’altra cosa.

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