venerdì, 3 Maggio, 2024
Economia

Calo dei consumi. Confcommercio: niente allarme, grande distribuzione in affanno meglio i negozi tradizionali

Le incertezze economiche anche a maggio pesano sui bilanci delle famiglie, ma la Confcommercio avverte: “non è un dato grave”.

“L’indice Istat relativo ai consumatori scende a quota 105,1, mentre quello delle imprese diminuisce a quota 108,7”, analizza l’Ufficio studi della Confederazione, “nei servizi di mercato si passa da 105,5 a 104,1, mentre nel commercio  si scende da 112,9 a 111,6”. I numeri però non suscitano un particolare allarme per la Confcommercio si tratta di un: “dato non grave, riflette le incertezze del quadro economico”.  C’è inoltre un dato che appare significativo ed è a suo modo una una sorpresa. “Nel commercio al dettaglio”, fa presente la Confcommercio, “si deteriorano tutte le componenti, da notare che il peggioramento della fiducia emerge solo nella grande distribuzione mentre è in risalita in quella tradizionale”.

Famiglie e imprese prudenti

“La riduzione della fiducia dei consumatori e degli imprenditori rilevata a maggio non è affatto grave”, puntualizza la Confcommercio, “ma riflette direttamente le incertezze che caratterizzano il quadro economico, a cominciare dall’inflazione il cui riassorbimento potrebbe essere più lento del previsto”. “Lo stesso peggioramento del sentiment presso le imprese del turismo”, puntualizza la Confederazione, “va interpretato come un fisiologico riallineamento su valori comunque elevati, dopo lo strappo di aprile. Nel complesso, allo stato attuale, sarebbe, quindi, prematuro leggere lo stop della fiducia come l’inizio di una fase di ripiegamento dell’attività economica che, in ogni caso”, osserva l’Ufficio Studi di Confcommercio, “appare in moderato rallentamento come si evince dalle recenti dinamiche della produzione industriale e delle vendite al dettaglio”.

La crescita si ferma

La stima preliminare dell’Istat indica un ritorno ai livelli dello scorso marzo, “con il giudizio sul clima economico che aumenta da 119 a 119,8 ma quelli che riguardano il clima personale, corrente e futuro diminuiscono”, evidenzia la Confcommercio, “Per quanto riguarda invece le imprese, il segno meno riappare dopo due mesi consecutivi di crescita, con un generale peggioramento in tutti i comparti: nella manifattura e nelle costruzioni l’indice scende, rispettivamente, da 102,8 a 101,4 e da 164,2 a 159,4 nei servizi di mercato da 105,5 a 104,1 e nel commercio da 112,9 a 111,6. In quest’ultimo comparto viene giudicato in miglioramento”. Un dato negativo, segnala infine la Confcommercio, invece, arriva dal “livello degli ordini, male invece l’andamento degli affari e le aspettative sugli ordini stessi”.

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