sabato, 27 Aprile, 2024
Economia

Un tesoro chiamato mare, soprattutto per il Sud

Secondo Summit Nazionale “Economia del Mare Blue Forum”

Più siamo e più contiamo; più il valore economico generato dal mare è riconosciuto e più il ruolo del nostro Paese sarà centrale nel Mediterraneo. Così il Presidente di Assonautica Italiana, Giovanni Acampora, in apertura del 2° Summit Nazionale “Economia del Mare Blue Forum”. “Il Summit è la rappresentazione della forza dell’Economia del Mare – spiega Acampora -, nei confronti dell’Italia, dell’Europa e degli altri Paesi del Mediterraneo. Stare tutti insieme nello stesso luogo e nello stesso momento è il modo più efficace per raccontare il nostro valore. Più protagonisti calcano questo palcoscenico contemporaneamente e più forte sarà l’impatto di quello che diciamo”.

Santanchè: il mare deve essere al centro dei nostri pensieri

Obiettivo principale della tre giorni a Gaeta è, dunque, riunire tutti i soggetti che operano nel settore marittimo per condividere e costruire insieme una nuova visione strategica italiana dell’economia del mare, sempre più riconosciuta come fondamentale. Tanto da spingere il Governo a dedicargli un dicastero. “Il mare – ha ricordato la ministra del Turismo, Daniela Santanchè -. è per noi costa, stabilimenti balneari, pesca, trasporto e logistica. Il mare rappresenta anche la nostra qualità del cibo. Dobbiamo metterlo al centro dei nostri pensieri”. Un settore primario ma talvolta ostacolato dalle procedure. Al momento, infatti, c’è richiesta di personale, ma manca la forza lavoro. “Non ci sono lavoratori – ha spiegato Santanchè – non perché non vogliono fare quel lavoro, ma perché la burocrazia non permette di poterli metterli a bordo. Quando arrivano i grandi yatch diventa complicato far scendere l’equipaggio a terra. Il Governo è impegnato su questo”. Resta il fatto che in certi settori siamo primi in Europa, come nel caso della cantieristica di lusso. “Noi italiani facciamo gli yacht più belli del mondo – ha sottolineato con orgoglio la ministra del turismo -. Nei mari di tutto il mondo quando vedete un grande yacht ecco siate orgogliosi perché l’hanno fatto in Italia”.

Metsola: “L’Italia è la terza più grande economia blu d’Europa”

Dell’importanza del mare come generatore di lavoro, crescita e benessere economico ne è convinta anche la presidente del Parlamento Europeo. “È importante – ha commentato Roberta Metsola in video collegamento con il Forum – avere una strategia solida e che guardi al futuro”. Per la presidente il Green Deal europeo passa anche dalla promozione di nuovi settori e nuove industrie, tra cui lo sviluppo e la modernizzazione delle infrastrutture delle vie navigabili interne e marittime. “Nella sua risoluzione sull’attuazione della politica comune della pesca – ha proseguito Metsola – il Parlamento ha sottolineato che è necessario un livello di stabilità economica in questo settore, perché gli operatori possano innovare e adottare tecniche più sostenibili”. E, come in altri settori, lo sviluppo deve andare di pari passo alla digitalizzazione, che anche in questo settore riserva grandi potenzialità.

Musumeci, il mare è volano per il Sud

Secondo l’undicesimo “Rapporto sull’economia del mare”, quest’ultimo è diventato motore di crescita soprattutto delle Regioni del Mezzogiorno, che paradossalmente, rispetto al Nord e al Centro, nel settore crescono di più. “Il mare è economia – ha detto Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare -, è possibilità di crescita per Regioni che non hanno avuto la capacità di abbattere alcune storiche diseconomie. Dobbiamo lavorare con grande impegno, dobbiamo rispettarlo questo bene, oggi è molto malato e non dobbiamo dimenticarlo, e l’impegno deve essere unitario tra soggetti pubblici e privati”. L’importante, ha fatto presente il ministro, che finalmente l’alto Adriatico e l’alto Tirreno possano coniugarsi con il rinnovato interesse delle aree costiere marinare del Sud e della Sicilia e della Sardegna, per le tratte brevi e non solo, in modo che i Paesi del Medio Oriente, ma anche l’Egitto e il Marocco, non ci sfilino il ruolo di protagonisti nel Mediterraneo.

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