sabato, 27 Aprile, 2024
Economia

Aumenta la sostenibilità in Italia ma coinvolte solo la metà delle imprese

Qualcosa in Italia comincia a muoversi sul piano della transizione energetica. L’Istat nel Rapporto appena presentato “pratiche sostenibili nelle imprese nel 2022 e nel 2023-2025” fotografa quanto fin qui fatto dal nostro settore produttivo e quali le intenzioni per il futuro. In base a quanto dichiarato dalle imprese, si stima che nel 2022 circa la metà abbia intrapreso azioni di sostenibilità. In particolare, il 59,5% di quelle manifatturiere e il 50,4% di quelle dei servizi. Per quanto riguarda il settore manifatturiero, le più attive sono state le grandi aziende: oltre i 4/5 delle grandi imprese (l’81,5%) ha avviato pratiche di sostenibilità contro il 36,1% delle piccole imprese. E le più virtuose sono state concentrate al Nord Est e al Nord Ovest (rispettivamente il 61,8% e il 60,2%), poi al Centro (il 58,9%), mentre al Sud la percentuale è più contenuta, il 48,5%.

Per quanto riguarda le azioni, il 22,3% delle imprese manifatturiere adotta sempre più l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili e il 20,4% l’efficienza energetica. In termini di circolarità dei processi produttivi, oltre il riciclo dell’acqua (14,9%), l’11,8% delle imprese utilizza materie prime seconde e solo il 5,5% aderisce alla simbiosi industriale, il 5,2% riusa i rifiuti residui di produzione e il 4,7% delle imprese ricicla i materiali riprogettando i processi produttivi. Le più impegnate sono state proprio quelle più inquinanti: le aziende produttrici di farmaci (81,5% delle imprese), quelle di coke e prodotti petroliferi raffinati (75,3% delle imprese) e le Industrie alimentari, bevande e tabacco (con il 69,2% delle imprese).

Tra le imprese dei servizi le pratiche più comunemente intraprese hanno riguardato l’aumento di efficienza energetica (23,1%), l’uso di energia da fonti rinnovabili (22,2%) e il risparmio nel trasporto dei prodotti (19,4%). Per la circolarità, il 16,7% delle imprese utilizza materie prime seconde, il 13,3% attiva iniziative di rigenerazione/riuso di luoghi o beni culturali, il 13% ricicla l’acqua e l’8,2% aderisce alla simbiosi industriale. Per il futuro un numero maggiore di imprese prevede un proprio impegno in questa direzione. Nelle intenzioni, le imprese di servizi coinvolte in azioni di tutela ambientale passerebbero dal 50,4% del totale al 52,5% e l’impegno dovrebbe essere maggiore in ogni azione indagata. Oltre a un impegno crescente per l’energia, si prevede l’aumento delle azioni collegate all’economia circolare.

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